La ricerca di “un sistema di maggiore semplicità”, in architettura come in design, la meraviglia quando lo si arriva ad ottenere: “Così ovvi e diretti da chiedersi come mai ci sia voluto tanto tempo per la loro evoluzione, ma la semplicità è ingannevole”, ha detto Norman Foster riferendosi agli attacchi dei pedali in una bici da corsa.
Questa è la cifra che traspare da quattro decenni in cui il guest editor di Domus per il 2024 ha avvicinato e percorso il mondo del disegno industriale, a partire dalle ispirazioni tecnologiche dei tavoli Nomos abbracciando poi tutte le scale dell’abitare, anche non umano: dal cucchiaio alla città, si direbbe banalmente. Ma la scala della città è quella più nota. Questa selezione indaga invece cucchiai, yacht, aerei, sedute, porte, in breve tutto ciò che pur non essendo edificio contribuisce al disegno del paesaggio abitato.

Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.