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Streamlining, le automobili degli anni Trenta che viaggiavano sulle ali del vento
1. Stout Scarab
La Stout Scarab fece la sua prima apparizione nel 1932, introducendo — anticipandolo di cinquant’anni — il segmento delle monovolume. Nacque da un’intuizione di William Bushnell Stout, ingegnere automobilistico ed aeronautico, che reinterpretò la Dymaxion Car, concept ideata qualche anno prima dal già anticipato Fuller. L’idea era quella di creare un ufficio semovente e le sembianze della Scarab, opera di John Tjaarda, ricordavano la fusoliera di un aereo. Un motore Ford a otto cilindri venne sistemato sull’asse posteriore, mentre sterzo, volante e strumentazione su quello anteriore: ne risultava una cabina estremamente spaziosa cui s’accedeva tramite un’unica porta laterale. I sedili della seconda fila potevano essere ruotati di 180°, era presente un pratico tavolino reclinabile e, grazie alla carrozzeria in alluminio, l’ago della bilancia si fermava a 1.400 kg
Foto Archivio Quattroruote
2. Bugatti Tipo 57 Coupé Atlantic
La Bugatti Tipo 57 Coupé Atlantic fu commercializzata tra i 1936 e il 1938 in soli quattro esemplari. Il primo scomparve durante la Seconda Guerra Mondiale, il secondo venne distrutto da un treno in corsa durante un incidente avvenuto nel 1955, il terzo è oggi di proprietà dello stilista Ralph Lauren e il quarto — costruito per il banchiere Victor Rothschild — è ora conservato al Mullin Automotive Museum. I finestrini laterali hanno una forma definita “a fagiolo”, il portellone posteriore ad arco vanta un vano per la ruota di scorta — talmente ben abbinato al resto della vettura da essere appena visibile — e la carrozzeria è percorsa una dorsale longitudinale che dimezza lunotto e parabrezza. È da molti considerata la prima supercar della storia: grazie al suo otto cilindri in linea sovralimentato, infatti, raggiungeva i 210 km/h.
Foto Archivio Quattroruote
3. Phantom Corsair
Questo concept purtroppo rimase tale per via dell’improvvisa morte di Rust Heinz — erede della famiglia titolare dell’azienda omonima che produce le famose salse — che aveva stilizzato la Corsair a quattro mani con Maurice Schwartz. Oggi è esposto al Museo Nazionale dell'Automobile di Reno, Nevada. Tra le peculiarità di questo modello, spiccano la scocca realizzata in acciaio e alluminio completamente priva di sporgenze, le porte apribili elettricamente tramite un comando posto sul cruscotto e gli interni in sughero. Il telaio deriva da quello della Cord 810, così come il propulsore V8 Lycoming da 190 cavalli abbinato a un cambio servoassistito a quattro rapporti. Anche per merito della sua silhouette estremamente aerodinamica. la Corsair poteva spingersi fino a 185 km/h.
Foto Archivio Quattroruote
4. Hispano-Suiza H6B Dubonnet Xenia
Venne confezionata nel 1938 dal marchio spagnolo Hispano-Suiza in una sola unità su richiesta di André Dubonnet, pilota francese nonché padre delle sospensioni anteriori indipendenti a braccio trasversale e del sistema di sterzo che porta il suo nome. La Xenia sfruttava il telaio della H6B, era mossa da un sei cilindri in linea — frazionamento di un V12 aeronautico — da 8 litri accoppiato ad un cambio 4 marce — contrariamente alle H6B che ne aveva solo 3. Sfiorava i 180 km/h grazie alla sua carrozzeria disegnata per fendere l’aria come un fuso. La Xenia, oggi, è di proprietà del collezionista americano Peter W. Mullin e fa parte della collezione del Mullin Automotive Museum di Oxnard, California. Ha vinto numerosi Concorsi d’Eleganza, tra cui quello di Pebble Beach nel 2000 e di Amelia Island nel 2001.
Foto Archivio Quattroruote
5. Saab UrSaab
La UrSaab, nota anche come 92001 e X9248, è il primo di quattro prototipi costruiti dal 1946 e presentati ufficialmente alla stampa dalla Casa automobilistica svedese il 10 giugno 1947. Qualche anno prima Saab AB, specializzata nella produzione di aeroplani, aveva messo insieme un team guidato dall'ingegnere Gunnar Ljungström e dal designer Sixten Sason per produrre un’autovettura originale e di qualità. La UrSaab aveva la trazione anteriore, montava un propulsore DKW due cilindri a due tempi da 18 cavalli ed era dotata di un cambio a tre marce. Questo prototipo anticipava quella che sarebbe diventata la prima Saab di serie della storia: la Saab 92. Il caratteristico design del montante C diventerà un elemento distintivo per le successive autovetture marchio scandinavo. L'unico esemplare di UrSaab rimasto è custodito gelosamente al Saab Car Museum di Trollhättan
Foto Archivio Quattroruote
