Gli assoluti: 20 appendiabiti imperdibili

Da parete, da terra o persino da sospensione, apocalittico o integrato, l’attaccapanni è uno strumento per l’ordine imprescindibile, curiosamente mai legato ad una dimensione vincolante e capace di oscillare tra funzionalismo moraleggiante e immaginifica potenza evocativa.

Shaker Peg Rail Emblema di un gusto per l’ordine votato non solo all’efficienza organizzativa, ma anche alla limpidezza morale, questo appendiabito in legno modulare veniva utilizzato dalla comunità Shaker lungo il perimetro di alcune stanze così da appendere non soltanto i soprabiti, ma anche ogni genere di oggetti, ivi inclusi alcuni mobili come una sedia. In un’epoca di ritrovata attenzione (e ossessione) per l’ordine, il peg rail torna sotto le luci della ribalta in qualità di pratico supporto per mettere sia in ordine, sia in scena, gli oggetti ordinari del nostro quotidiano.

Legno

15 Coat Rack, Michael Thonet, Thonet, 1849 Altro classico senza tempo della produzione Thonet, è forse l’icona dell’appendiabiti per eccellenza e come tale ha finito per identificare non soltanto uno degli emblemi dell’attaccapanni dei caffè viennesi e parigini, ma anche la tipologia di riferimento su cui si sono sviluppati numerosi modelli a piantana nel corso del Novecento.

Faggio curvato. Dimensioni 55 x 55 x 185 cm.

Appendiabiti, Koloman Moser, Thonet, Gebrüder Thonet, 1905 Nella vasta sperimentazione condotta dalla Thonet nel campo degli appendiabiti, l’esemplare disegnato da Kolo Moser si distingue per la struttura a quattro montanti culminante in una cupola, che lo trasforma in un oggetto molto architettonico, e per la significativa asciuttezza delle sue linee, che si astengono dalle curve e dai riccioli propri dei tanti virtuosistici modelli dell’epoca.

Legno di faggio curvato. Dimensioni 70 x 70 x 195 cm

Hang It All, Charles & Ray Eames, Herman Miller, Vitra, 1953 Prototipato dagli Eames durante gli anni della loro sperimentazione con compensato curvato e tondini metallici, Hang It All nasce come un appendiabito destinato ai bambini, invitati attraverso l’uso gioioso di colori brillanti ad appendere “di tutto”: non solo cappotti, ma anche piccoli oggetti personali. La versione originaria con 14 pomelli colorati – spesso paragonati a leccalecca - è oggi rivista con nuove combinazioni cromatiche, tra cui anche le recenti versioni tono su tono.

Filo metallico verniciato bianco, legno di acero laccato. Dimensioni 50,3 x 17 x 37 cm

Cactus, Franco Mello, Guido Drocco, Gufram, 1972 Dissacrazione pop dell’appendiabiti, che ricorre ad un elemento figurativo esplicito quanto inatteso per stravolgere aspettative ed orizzonti narrativi dell’universo domestico, Cactus rappresenta anche una sperimentazione nella ricerca sulle plastiche e sulle sollecitazioni cromatiche e tattili che questo materiale sa restituire. Ritornato negli ultimi anni in nuovi colori, è ancora fatto con lo stesso stampo di cinquant’anni fa.

Poliuretano espanso. Dimensioni 70 x 70 x 170 cm.

Sciangai, De Pas, D'Urbino, Lomazzi, Zanotta, 1973 Compasso d’oro nel 1979 del trio DDL, questo attaccapanni ispirato al celebre gioco da tavolo mima il gesto del lancio dei suoi bastoncini, immortalati in un fermo immagine. Gli otto listelli, riuniti da un giunto poco sopra il baricentro, possono essere aperti e richiusi al bisogno, permettendo all’attaccapanni di essere riposto nella stagione estiva per salvaguardare spazio.

Faggio verniciato, colore naturale o nero oppure in rovere naturale, tinto wengé, tinto grigio o bianco. Dimensioni 65 x 145 x 11 cm

Attaccapanni Serie 45, Ettore Sottsass, Olivetti Syntesis, ‘70 Come per i numerosi oggetti della serie Olivelli Synthesis, anche questo attaccapanni condivide l’aspirazione a incarnare una nuova possibilità per la vita in ufficio: formalmente astratta ma ergonomica, e priva di ogni riferimento a gerarchie tra colletti bianchi.

Alluminio, metallo, plastica. Dimensioni 52 x 52 x 156 cm

Servomanto, Achile Castiglioni, Zanotta, 1985 Con questo pezzo della collezione Servo, Castiglioni continua l’esercizio compositivo con la serie di alleati del servizio domestico con un attaccapanni capace di coniugare classicità con un tocco di esuberanza per la forma dei ganci.

Base in polipropilene, struttura in acciaio. Dimensioni 48 x 48 x 194 cm

Museo, Enzo Mari, Zanotta, 1991 Vero e proprio esercizio di discrezione, Museo riprende il disegno anonimo dei tanti ganci popolari della tradizione francese e inglese, magnificandone la presenza grazie a dimensioni più importanti e ad un attento gioco di proporzioni.

Acciaio verniciato antigraffio. Dimensioni 17 x 11 x 39 cm.

Hang up, Paolo Rizzatto, Danese, 2001 Nuovo esercizio di stile sulla ricerca di personalità del classico gancio, Hang up è un gancio doppio trasformato in un piccolo bijou in bilico tra preziosità e invisibilità.

Policarbonato trasparente, semitrasparente o tinto. Dimensioni 6 x 15 x 19,5 cm.

Bincan, Naoto Fukasawa, Danese, 2004 Versione iperminimalista dell’appendiabiti con piantana tutto giocato sul segno disegnato dai tre supporti per appendere, Bincan è stato pensato per l’ufficio e può essere usato in interno come in esterno.

Metallo verniciato a polvere. Dimensioni 21.5 x 21,5 x 175 cm.

Dots Wood, Lars Tornøe, Muuto, 2007 Punteggiatura da parete, questo essenziale appendiabito dal corpo rotondo e leggermente bombato è pensato per essere liberamente utilizzato insieme ad altri punti, in una composizione giocosa e personale.

Frassino In 18 colori. Dimensioni diametro 17 – 13 - 9 - 6,5 cm.

Tuta, Nendo, Cappellini, 2008 Mimato o semplicemente evocato, l’albero ha spesso ispirato la forma di molti appendiabiti da terra. Nel caso di Tuta, la rievocazione diventa figurativa, trasformando questo totem circolare in una celebrazione del potere decorativo della vegetazione.

Lamiera di metallo tagliata a laser disponibile in bianco, fango, antracite. Dimensioni 50 x 50 x 170 cm.

Hang-Up!, Salvatore+Marie, Kristalia Realizzato artigianalmente con la tecnica della fusione di alluminio, questo supporto a tre ganci è una dichiarazione di equilibrio formale capace di coniugare purezza e dolcezza geometrica.

Alluminio spazzolato, alluminio verniciato bianco. Dimensioni 11 x 12 x h 10 cm.

Loop Stand, Leif Jørgensen, Hay, 2008 Segno grafico dalla silhouette asciutta, campione della linearità, Loop riduce all’essenziale la forma di uno stand industriale e lo trasforma in una raccolta versione a tre piedi, perfetta per funzionare come servomuto o basico armadio.

Acciaio verniciato a polvere disponibile in nero, grigio e bianco. Dimensioni 130 x 60 x 150 cm

Slastic coat rack, Ana Mir + Emili Padrós, Moustache, 2009 Un sogno d’infanzia: questo appendiabito da fissare a parete rompe l’apparente ordinarietà del filo bianco che lo costituisce attraverso l’azione ludica delle matite colorate fissati ai suoi ganci, che grazie all’azione della forza di gravità esercitata dal peso della giacca finiscono per disegnare irriverenti scarabocchi sul muro.

Acciaio laccato, elastici, filo di ferro, matite colorate.

Signs, Big Game, Karimoku New Standard, 2010 Appendiabiti a piantana dalla funzionalità compatta e dalla vocazione ludica, Signs si distingue per la presenza di un meccanismo magnetico che fa ripiegare le braccia lungo il fusto centrale quando nessun capo di abbigliamento è appeso.

Legno di acero in finitura naturale o grigio cielo. Dimensioni 35 x 35 x 172 cm.

La cima, Lapo Ciatti, Opinion Ciatti, 2010 Appendiabiti a sospensione fissato al soffitto grazie ad un ad uncino, crea un’originale simbiosi tra una corda nautica e dei ganci metallici che la stringono come un morsetto. Evocazione dell’ambiente marino, ma anche di un gusto scenografico per l’abitare, può essere aggiustato a piacimento, aggiungendo nodi o lasciando la corda arrotolarsi lievemente a terra.

Corda in bianco, nero o sabbia, metallo verniciato con finitura nero, cromo, nichel nero, oro 24 k.

Philippe Malouin, Industrial Office, Salone 94 Design, 2019 Presentata a Design Miami/ Basel 2019, questa soluzione integrata di arredi da ufficio ironica quando funzionale non fa difetto di un appendiabiti da terra e di alcuni ganci da parete realizzati con profili metallici che combinano all’uso acceso del colore un tratto ispirato al gioco del meccano.

Metallo verniciato

Column coat rack, Kristina Dam Studio, 2020 Ispirato alle scanalature delle colonne classiche, questo piccolo appendiabito modulare combina praticità d’uso ed un gusto un po’ scultoreo per la lavorazione del legno, che lo rende un oggetto dalla semplicità intrigante e di grande versatilità.  

Legno di quercia massello. Dimensioni 21 x 5,5 x 18 cm

Invenzione relativamente recente tra le tipologie di oggetti di arredo – fu solo il diciannovesimo secolo ad assistere ad una sua prima diffusione – l’appendiabiti o attaccapanni si è rivelato nel tempo uno spunto prolifico per tantissimi designer, sedotti dalla sua capacità di incarnare proposizioni oscillanti tra il mimetismo e l’assoluto protagonismo scenico.

Nato come umile oggetto anonimo, evoluzione del chiodo che si ingentilisce a vantaggio della cura dei nostri soprabiti, vive nella sua forma più essenziale in un semplice gancio da parete che le tradizioni industriali di numerosi paesi hanno oramai fissato in forme iconiche e quanto mai riconoscibili.

Con il tempo, la sua forma conosce un’evoluzione sempre più spettacolare, legata da una parte all’industrializzazione del legno curvato e all’invenzione dei modelli da terra, e dall’altra alla democratizzazione di luoghi pubblici come l’ufficio e il caffè – che contribuiranno non soltanto a moltiplicarne il bisogno, ma anche a fermare questo oggetto nell’immaginario e nei bisogni domestici. Mai legato ad una specifica dimensione, l’attaccapanni potrà inglobare specchi, imbottiture capitonné, mensole e portaombrelli, come nei sistemi integrati con degli anni ’30 e ’50, o nuovamente ridursi in ganci essenziali e astratti realizzati negli anni della nascente industria della plastica.

In altri casi, l’omologia figurativa lo trasformerà in un oggetto squisitamente cinematografico: come con Cactus, ma ugualmente si potrebbe dire per tanti modelli che nella morfologia dell’albero trovano un riferimento organico particolarmente autoesplicativo, l’attaccapanni si trasformerà in un oggetto che non vogliamo nascondere sotto la coltre dei cappotti, ma anzi magnificare come una presenza assoluta. In anni più recenti, la sua versatilità sembra essersi accresciuta con la nascita di numerose proposte finalizzate a venire incontro alle esigenze di ordine di case sempre più piccole e sempre più popolate di oggetti. Che finiscono per avere una conseguenza indiretta sul suo posizionamento: re assoluto dell’ingresso, l’appendiabiti si intrufola ormai in tutte stanze della casa, coronando con gli anni il riconoscimento della sua imprescindibilità.

Shaker Peg Rail Legno

Emblema di un gusto per l’ordine votato non solo all’efficienza organizzativa, ma anche alla limpidezza morale, questo appendiabito in legno modulare veniva utilizzato dalla comunità Shaker lungo il perimetro di alcune stanze così da appendere non soltanto i soprabiti, ma anche ogni genere di oggetti, ivi inclusi alcuni mobili come una sedia. In un’epoca di ritrovata attenzione (e ossessione) per l’ordine, il peg rail torna sotto le luci della ribalta in qualità di pratico supporto per mettere sia in ordine, sia in scena, gli oggetti ordinari del nostro quotidiano.

15 Coat Rack, Michael Thonet, Thonet, 1849 Faggio curvato. Dimensioni 55 x 55 x 185 cm.

Altro classico senza tempo della produzione Thonet, è forse l’icona dell’appendiabiti per eccellenza e come tale ha finito per identificare non soltanto uno degli emblemi dell’attaccapanni dei caffè viennesi e parigini, ma anche la tipologia di riferimento su cui si sono sviluppati numerosi modelli a piantana nel corso del Novecento.

Appendiabiti, Koloman Moser, Thonet, Gebrüder Thonet, 1905 Legno di faggio curvato. Dimensioni 70 x 70 x 195 cm

Nella vasta sperimentazione condotta dalla Thonet nel campo degli appendiabiti, l’esemplare disegnato da Kolo Moser si distingue per la struttura a quattro montanti culminante in una cupola, che lo trasforma in un oggetto molto architettonico, e per la significativa asciuttezza delle sue linee, che si astengono dalle curve e dai riccioli propri dei tanti virtuosistici modelli dell’epoca.

Hang It All, Charles & Ray Eames, Herman Miller, Vitra, 1953 Filo metallico verniciato bianco, legno di acero laccato. Dimensioni 50,3 x 17 x 37 cm

Prototipato dagli Eames durante gli anni della loro sperimentazione con compensato curvato e tondini metallici, Hang It All nasce come un appendiabito destinato ai bambini, invitati attraverso l’uso gioioso di colori brillanti ad appendere “di tutto”: non solo cappotti, ma anche piccoli oggetti personali. La versione originaria con 14 pomelli colorati – spesso paragonati a leccalecca - è oggi rivista con nuove combinazioni cromatiche, tra cui anche le recenti versioni tono su tono.

Cactus, Franco Mello, Guido Drocco, Gufram, 1972 Poliuretano espanso. Dimensioni 70 x 70 x 170 cm.

Dissacrazione pop dell’appendiabiti, che ricorre ad un elemento figurativo esplicito quanto inatteso per stravolgere aspettative ed orizzonti narrativi dell’universo domestico, Cactus rappresenta anche una sperimentazione nella ricerca sulle plastiche e sulle sollecitazioni cromatiche e tattili che questo materiale sa restituire. Ritornato negli ultimi anni in nuovi colori, è ancora fatto con lo stesso stampo di cinquant’anni fa.

Sciangai, De Pas, D'Urbino, Lomazzi, Zanotta, 1973 Faggio verniciato, colore naturale o nero oppure in rovere naturale, tinto wengé, tinto grigio o bianco. Dimensioni 65 x 145 x 11 cm

Compasso d’oro nel 1979 del trio DDL, questo attaccapanni ispirato al celebre gioco da tavolo mima il gesto del lancio dei suoi bastoncini, immortalati in un fermo immagine. Gli otto listelli, riuniti da un giunto poco sopra il baricentro, possono essere aperti e richiusi al bisogno, permettendo all’attaccapanni di essere riposto nella stagione estiva per salvaguardare spazio.

Attaccapanni Serie 45, Ettore Sottsass, Olivetti Syntesis, ‘70 Alluminio, metallo, plastica. Dimensioni 52 x 52 x 156 cm

Come per i numerosi oggetti della serie Olivelli Synthesis, anche questo attaccapanni condivide l’aspirazione a incarnare una nuova possibilità per la vita in ufficio: formalmente astratta ma ergonomica, e priva di ogni riferimento a gerarchie tra colletti bianchi.

Servomanto, Achile Castiglioni, Zanotta, 1985 Base in polipropilene, struttura in acciaio. Dimensioni 48 x 48 x 194 cm

Con questo pezzo della collezione Servo, Castiglioni continua l’esercizio compositivo con la serie di alleati del servizio domestico con un attaccapanni capace di coniugare classicità con un tocco di esuberanza per la forma dei ganci.

Museo, Enzo Mari, Zanotta, 1991 Acciaio verniciato antigraffio. Dimensioni 17 x 11 x 39 cm.

Vero e proprio esercizio di discrezione, Museo riprende il disegno anonimo dei tanti ganci popolari della tradizione francese e inglese, magnificandone la presenza grazie a dimensioni più importanti e ad un attento gioco di proporzioni.

Hang up, Paolo Rizzatto, Danese, 2001 Policarbonato trasparente, semitrasparente o tinto. Dimensioni 6 x 15 x 19,5 cm.

Nuovo esercizio di stile sulla ricerca di personalità del classico gancio, Hang up è un gancio doppio trasformato in un piccolo bijou in bilico tra preziosità e invisibilità.

Bincan, Naoto Fukasawa, Danese, 2004 Metallo verniciato a polvere. Dimensioni 21.5 x 21,5 x 175 cm.

Versione iperminimalista dell’appendiabiti con piantana tutto giocato sul segno disegnato dai tre supporti per appendere, Bincan è stato pensato per l’ufficio e può essere usato in interno come in esterno.

Dots Wood, Lars Tornøe, Muuto, 2007 Frassino In 18 colori. Dimensioni diametro 17 – 13 - 9 - 6,5 cm.

Punteggiatura da parete, questo essenziale appendiabito dal corpo rotondo e leggermente bombato è pensato per essere liberamente utilizzato insieme ad altri punti, in una composizione giocosa e personale.

Tuta, Nendo, Cappellini, 2008 Lamiera di metallo tagliata a laser disponibile in bianco, fango, antracite. Dimensioni 50 x 50 x 170 cm.

Mimato o semplicemente evocato, l’albero ha spesso ispirato la forma di molti appendiabiti da terra. Nel caso di Tuta, la rievocazione diventa figurativa, trasformando questo totem circolare in una celebrazione del potere decorativo della vegetazione.

Hang-Up!, Salvatore+Marie, Kristalia Alluminio spazzolato, alluminio verniciato bianco. Dimensioni 11 x 12 x h 10 cm.

Realizzato artigianalmente con la tecnica della fusione di alluminio, questo supporto a tre ganci è una dichiarazione di equilibrio formale capace di coniugare purezza e dolcezza geometrica.

Loop Stand, Leif Jørgensen, Hay, 2008 Acciaio verniciato a polvere disponibile in nero, grigio e bianco. Dimensioni 130 x 60 x 150 cm

Segno grafico dalla silhouette asciutta, campione della linearità, Loop riduce all’essenziale la forma di uno stand industriale e lo trasforma in una raccolta versione a tre piedi, perfetta per funzionare come servomuto o basico armadio.

Slastic coat rack, Ana Mir + Emili Padrós, Moustache, 2009 Acciaio laccato, elastici, filo di ferro, matite colorate.

Un sogno d’infanzia: questo appendiabito da fissare a parete rompe l’apparente ordinarietà del filo bianco che lo costituisce attraverso l’azione ludica delle matite colorate fissati ai suoi ganci, che grazie all’azione della forza di gravità esercitata dal peso della giacca finiscono per disegnare irriverenti scarabocchi sul muro.

Signs, Big Game, Karimoku New Standard, 2010 Legno di acero in finitura naturale o grigio cielo. Dimensioni 35 x 35 x 172 cm.

Appendiabiti a piantana dalla funzionalità compatta e dalla vocazione ludica, Signs si distingue per la presenza di un meccanismo magnetico che fa ripiegare le braccia lungo il fusto centrale quando nessun capo di abbigliamento è appeso.

La cima, Lapo Ciatti, Opinion Ciatti, 2010 Corda in bianco, nero o sabbia, metallo verniciato con finitura nero, cromo, nichel nero, oro 24 k.

Appendiabiti a sospensione fissato al soffitto grazie ad un ad uncino, crea un’originale simbiosi tra una corda nautica e dei ganci metallici che la stringono come un morsetto. Evocazione dell’ambiente marino, ma anche di un gusto scenografico per l’abitare, può essere aggiustato a piacimento, aggiungendo nodi o lasciando la corda arrotolarsi lievemente a terra.

Philippe Malouin, Industrial Office, Salone 94 Design, 2019 Metallo verniciato

Presentata a Design Miami/ Basel 2019, questa soluzione integrata di arredi da ufficio ironica quando funzionale non fa difetto di un appendiabiti da terra e di alcuni ganci da parete realizzati con profili metallici che combinano all’uso acceso del colore un tratto ispirato al gioco del meccano.

Column coat rack, Kristina Dam Studio, 2020 Legno di quercia massello. Dimensioni 21 x 5,5 x 18 cm

Ispirato alle scanalature delle colonne classiche, questo piccolo appendiabito modulare combina praticità d’uso ed un gusto un po’ scultoreo per la lavorazione del legno, che lo rende un oggetto dalla semplicità intrigante e di grande versatilità.