E l’uomo creò gli animali

La mostra “Creatures Made to Measure” presso il Design Museum Gent affronta la delicata questione del nostro rapporto con gli altri animali.

Da compagnia o da mangiare, selvatici o addomesticati, clonati o geneticamente modificati: il nostro rapporto con gli animali non-umani è pieno di paradossi. Interrogandosi sul futuro di questa relazione antica e complessa, la designer e curatrice tedesca Tanja Seiner ha concepito “Creatures Made to Measure”, una mostra presentata per la prima volta al Marta Herford Museum für Kunst (Germania) e attualmente in programma presso il Design Museum Gent (Belgio) fino al 29 agosto 2019.

Arricchita con undici progetti selezionati in collaborazione con Evelien Bracke, curatrice del museo belga, l’esposizione esplora temi che vanno dal food design alla moda attraverso il lavoro di artisti e designer come Thomas Thwaites, Marije Vogelzang, Ana Rajcevic e Marlène Huissaud, per nominarne solo alcuni, e un’installazione commissionata nello specifico a Thomas Pausz.

Golden Boy
Fermi immagine da “Golden Boy”, cortometraggio di Thalia de Jong de 2015; HD-Video, Colore, Suono, 2 min - courtesy Design Museum Gent

È probabile che durante le vostre navigazioni su internet vi siate già imbattuti nel cortometraggio “Golden Boy” di Thalia de Jong, uscito nel 2015. Leggero e giocoso, il video ci mostra Golden Boy, un porcellino d’India da competizione, sistemato su una piattaforma rotante davanti a uno sfondo turchese mentre due mani lo acconciano, con pettine e asciugacapelli, a ritmo di musica. È probabile che, prima di passare meccanicamente a un altro video, abbiate sorriso vedendo il suo sguardo annoiato e rassegnato e i suoi peli ridicolamente lunghi assettati con colorati bigodini. Eppure, i due minuti di questo cortometraggio riassumono perfettamente l’inquietante realtà dell’industria degli animali da compagnia, che è in piena espansione e che vede la continua trasformazione degli animali – spesso trasformati in semplici pupazzi, come in questo caso – per soddisfare i bisogni umani più assurdi.

Ironico, ma allo stesso tempo allarmante, il video dà il tono al primo capitolo della mostra, “Companions and Counterparts”, che, tra gli altri, presenta anche il progetto Paramount firmato da Konstantin Grcic. Simile alla postazione di un make-up artist professionista, la piccola struttura accoglie uno specchio su misura per i barboncini, nonostante sia risaputo che i cani non sono in grado di riconoscere il proprio riflesso. Al contempo glamour e kitsch, il progetto riassume la vanità e l’imbarazzo che caratterizzano le competizioni canine.

Animal 07: The Other Side of Evolution
Ispirata agli scheletri degli animali e ai vecchi rituali, Ana Rejcevic ha disegnato una serie di oggetti scultorei che possono essere usati come gioielli, chiamati “Animal 07: The Other Side of Evolution” (2012) - courtesy Design Museum Gent

Nel secondo capitolo, “Resources and Substitutes”, a essere esaminata è la crescente preoccupazione ecologica ed etica relativa all’allevamento degli animali per la produzione di cibo, materiali e capi di abbigliamento – di cui le pellicce sono un esempio noto. Tra i progetti in mostra vi sono: Blood Related (2017), una collezione per la tavola realizzata dal designer olandese Basse Stittgen usando il sangue di animali macellati; Carnevale (2017), una serie di oggetti immaginati da Andrea Roe e Cath Keay che mirano a scatenare la giocosità e la curiosità dei maiali; PIG 05049, un libro concepito nel 2007 dall’olandese Christien Meindertsma che documenta i vari sottoprodotti industriali ottenuti da un singolo maiale.

Oltre a evidenziare le risposte dei designer alle condizioni, spesso scandalose, che affliggono gli animali da fattoria, la mostra mette in luce anche l’emergere di nuovi paradossi come il veganismo e la relativa “rivoluzione” della carne prodotta in-vitro.

Faked meat
Il kit “Faked meat” progettato da Marije Vogelzang nel 2008 si basa su una serie di animali immaginari fatti di prodotti vegetali - courtesy Design Museum Gent

Che riguardi quelli da compagnia, quelli allevati per la produzione di cibo, ma anche le specie considerate selvagge, la manipolazione degli animali e del loro habitat non sembra avere limiti. Intitolato “Optimisation and Visions of the Future”, l’ultimo capitolo, esplora il modo in cui modifichiamo geneticamente gli esseri viventi per clonare o creare nuove razze – dal “pratico” pollo senza piume all’amato Chihuahua.

Ad attestare e mettere in discussione queste pratiche ci sono le scarpe realizzate con la pelle di razze geneticamente modificate prodotte dalla start-up fittizia Rayfish Footwear di Next Nature Network, e il Tiger Penis Project del designer taiwanese Kuang-Yi Ku, che ha immaginato un pene di tigre artificiale nel tentativo di rispondere alla minaccia che la medicina tradizionale cinese rappresenta per le specie in via di estinzione.

Mentre a New York la mostra “Nature — Cooper Hewitt Design Triennial” è in pieno svolgimento, Sudan, l’ultimo rinoceronte bianco scomparso lo scorso marzo, viene (digitalmente) “risuscitato”. Perché, in fin dei conti, ormai possiamo anche decidere se e quando riportarli in vita...

Tiger Penis Project
Tiger Penis Project di Kuang-Yi Ku, 2018 - Foto: Ronald Smits - courtesy Design Museum Gent
Titolo mostra:
Creatures Made to Measure
Date di apertura:
fino a 29 agosto 2019
Location:
Design Museum Gent, Belgio

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