La priorità di La Source, associazione francese fondata nel 1991 dal pittore Gérard Garauste, è quello di supportare e far crescere i talenti nel mondo dell’arte. Di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello, alle prime armi già con un curriculum prestigioso. E di metterli in contatto tra loro, e con il mondo del professionismo, organizzando una serie di workshop condotti da artisti in ogni settore, supervisionati da educatori. La missione, delle più nobili, e anche molto costosa. E affinché si possa perpetuare, La Source ha chiesto l’aiuto di un folto gruppo di creativi, designer e artisti. Invitati a interpretare un classico del design contemporaneo – il Plate table di Jasper Morrison per Vitra, sponsor dell’iniziativa – in una serie di manufatti artistici che sono stati battuti all’asta lo scorso 10 Dicembre, presso la Société d’Encouragement pour l’Industrie Nationale. Tra i tanti partecipanti: Odile Decq, Christian Louboutin, India Mahdavi, Arik Levy, Philippe Starck, Ingo Maurer & Alxel Schmid, Tsé & Tsé e Hubert Le Gall.
50 designer e artisti interpretano il tavolo Plate di Jasper Morrison
Trasformato in oggetti unici che vanno dal flipper al tavolino per esterno con ombrellone incorporato. Al servizio di una causa nobile: raccogliere fondi per la promozione e la crescita dei talenti artistici.
Aksel Varichon
Alice Gavalet
Antoine+Manuel
Ara Starck
Arik Levy
Arik Levy
Bachelot Caron
Charles Zama
Christian Ghion
Claire Fanjul
Dorothée Meilichzon
Édouard François
Élizabeth Garouste
Éric Giriat
Jeremy Maxwell Wintrebert
Guillaume Delvigne
Hubert Le Gall
India Mahdavi
Inga Sempé
Ionna Vautrin
Jean-Charles de Castelbajac
Léa Munsch
Marianne Guedin
Marion Mailaender / CELC
Nathalie du Pasquier
Odile Decq
petit h / Hermès
Philippe Starck
Quentin Garel
Ingo Maurer & Axel Schmid
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- Cristiano Vitali
- 13 dicembre 2018
Scultura interamente realizzata in resina laccata. Le vette delle montagne inglobano le gambe del tavolo arrivando a forare – idealmente – il piano.
Il tavolo leggero di Jasper Morrison diventa un imponente tavolo-scultura rivestito in piastrelle di ceramica, tra le quali è camuffato un vaso con la stessa texture.
Un progetto che non modifica la funzione classica dell’oggetto, ma modifica la percezione dell’oggetto attraverso un intervento di pittura acrilica ad arcobaleno che da una gamba sale e si propaga al piano.
Un ragionamento sul concetto di tovaglia come spazio mentale: un sorta di quadro in cui, tra elementi classici come un vaso di fiori, una bottiglia di vino e due bicchieri, si può progettare e immaginare nuove realtà.
Una stato di confusione: si tratta di una lampada oppure di un tavolo? Di una lampada a sospensione o di un lampada da comodino? Attraverso l’unificazione di due elementi questo oggetto diventa un oggetto d’arte funzionale caratterizzati da una nuova identità.
Una stato di confusione: si tratta di una lampada oppure di un tavolo? Di una lampada a sospensione o di un lampada da comodino? Attraverso l’unificazione di due elementi questo oggetto diventa un oggetto d’arte funzionale caratterizzati da una nuova identità.
La coppia di artisti Louis Bachelot and Marjolaine Caron trasforma il tavolo in un pezzo storico, “testimone” assieme ad altri di un evento biblico: il trasporto di Salomé della testa di Giovanni Battista, appena decapitato.
Il tavolo che diventa la base – rivestita in foglia d’oro – di una lampada da terra a sorgente LED in tessuto modellato su uno scheletro in metallo, dall’aspetto architettonico.
Celebrazione e occultamento. E less is more. Christian Ghion affronta l’icona di Morrison riducendola a basamento capovolto per una superficie ovale e, su quella, ne disegna con forza i tratti attraverso la tecnica del fumetto. Quasi un eroe di Stan Lee in volo su paesaggi ultraterreni.
Claire esplora il tema della cartografia immaginaria, identificando un nuovo paesaggio utopico rappresentato in dettaglio sulla superficie del Plate. Le ispirazione vanno dai blasoni alle carte dei navigatori antichi, fino a elementi di tipografia. E alle creature immaginarie del periodo medievale.
Il tavolo di Morrison pensato come una pagina bianca. O meglio, come una maquette d’architettura; come la base di un monumento a venire. E dentro il volume racchiuso nelle sue gambe ecco uno spazio abitativo organizzato su piani diversi. E nella logica di Le Corbusier e Mallet Stevens, con le superfici perfettamente bianche.
Un manifesto contro la caccia illegale e a favore del riciclo. Attraverso una pelle di pantera degli anni trenta usata come tovaglia su cui è stato fissato un top che riporta i simboli – francesi e internazionali – del commercio equo e la lotta per preservare la natura.
Tra Adolf Loos e Matisse, Élizabeth ha sempre preferito il secondo. E nella progettazione della sua proposta per La Source ha reso Plate una sua personale versione dell’immaginario decorativo tipico del grande pittore, che mescolava diversi pattern con grazia e straordinario senso del colore.
Un gioco tra la superficie piana del tavolo e le vette pop dipinte da Éric. Ma più comprensibile in lingua francese, in cui il designer scrive: “Questo non è un table basse plate ma un plateau alpin pop”.
Ode alla sensualità della materia, alla potenza del minimalismo scosso dall’eleganza, all’insolenza scherzosa. Con un gesto irriverente Jeremy Maxwell Wintrebert dona a Plate un organo sessuale, in vetro rosa. Un corpo cavo per solleticare l’immaginazione o, semplicemente, un recipiente per raccogliere o nascondere oggetti.
Guillaume ha separato i due elementi fondamentali del Plate: le gambe e il piano. Allungandone la struttura attraverso una gabbia di legno listellare che ne alza il piano fino a trasformare il tutto in una sorta di madia. O in una micro architettura elementare, ma raffinata.
Allo scultore, designer, scenografo Hubert Le Gall basta poco per rendere eccezionale un progetto. In questo caso, con tutta l’esperienza di anni d’illusioni e magie applicate all’arte della decorazione, è intervenuto sul Plate con un gesto teatrale, ironico e potente assieme: un cranio in resina che ne morde una gamba.
Éclipse è un modo per celebrare le affinità tra design e artigianato, tra le linee e il colore. In che modo? Mettendo assieme le energie. Quelle di Midavaine, un atelier specializzato nella tecnica tradizionale della lavorazione e applicazione della lacca, e di una delle regine della progettazione contemporanea, India Mahdavi.
Sembra per adulti ma invece è un Plate fatto a misura di bambino, e anche se la foto è priva di un piccolo per provarne le misure ridotte, quell’ombrellino striminzito dovrebbe essere sufficiente. Assieme al fatto che essendo parasole, è dichiaratamente un progetto per esterni.
Un progetto sobrio, che mette in risalto la struttura minimale del Plate. Sostituendo al piano una seduta in pelle intrecciata, che lo trasforma in una sgabello elegante. Ulteriormente aggraziato dall’uso decorativo del colore verde.
“Avrei voluto creare un oggetto d’arte che assomigliasse a un cappello, a un vestitto, a una maschera di bellezza”, racconta Jean-Charles de Castelbajac. “E invece ho rovesciato un tavolo: che è diventato un cavalletto per esporre lavori d’arte”.
Il Plate come un oggetto conquistato dalla natura, con forme all’apparenza calcaree che dal terreno si innalzano verso la superficie attraverso le gambe. Alla stregua di anni spesi all’intemperie, all’influenza dell’acqua e dei microorganismi.
Marianne ha trasformato il Plate in un tavolo da gioco. Con un superficie in legno di betulla – girevole – trattata a scacchiera per sfida a dama. Di cui fornisce anche le pedine.
Una collaborazione tra Marion Mailaender, designer e architetto marsigliese, e l’autorité fédératrice de la filière lin dans le monde – federazione della filiera del lino nel mondo / CELC. Di cui Francia, Belgio e Paesi Bassi rappresentano l’80% della produzione. Uniti per trasformare il Plate in un multi rocchetto celebrativo appunto della fibra.
Nathalie du Pasquier è una pittrice e come tale ha dipinto un quadro sul piano del Plate. Utilizzando colori a olio come di sua abitudine. Trasformando le gambe in un supporto come le il dipinto fosse appeso al muro.
Quattro gambe rovesciate per quattro tazze di caffè da appoggiare tra un sorso e l’altro, ma se le tazze sono uguali le varianti della bevanda possono essere infinite, dice la grande architetta francese Odile: café noir, café expresso, café crème, café noisette, café allongé, café serré. L’importante però è rispettare il colore nero delle mug: “quello migliore”.
Da tavolo minimal a flipper, ma superchic. Poiché realizzato dagli artigiani dell’atelier petit h di Hermès. Con tutti i pezzi e pellami che appartengono al patrimonio della maison: elementi tratta dalle borse Birkin e Kelly, e parti in cristallo dalle collezioni Saint Louis.
Un tavolo come uno degli spazi dedicati alle star del cinema sul selciato dell’Hollywood boulevard, dove di solito si inaugurano quadrotti in cemento sui quali sono impressi mani, piedi e firma di attori, attrici e cantanti.
Il calco di una mandibola di vacca diventa il supporto per un Plate che appare mostruoso e divertente allo stesso tempo. E magicamente, con un aspetto simile a un mobile Luigi XV.
Poiché tutti operiamo con l’aiuto della luce elettrica, Ingo Maurer ne ha applicata una sotto il Plate. Lasciandolo dunque praticamente intatto. Eppure, con il propagarsi delle ombre delle gambe verso l’esterno improvvisamente un oggetto dall’aspetto eclatante. Anche per i raggi blu e arancio dovuti a inserti colorati applicati sempre alle gambe.