Cosa ricorderemo di questa densissima Fashion Week parigina

Tra l’abito-spray Coperni, le scenografie Loewe e la sfilata nel fango Balenciaga, ripercorriamo la settimana della moda della capitale francese, appena conclusa.

Tra le sfilate delle storie case di moda francesi, e la nuova ondata di stilisti emergenti, Parigi chiude la presentazione delle nuove collezioni primavera/estate 2023. Dopo l’apertura della settimana di Dior e Saint Laurent, nei nove giorni di evento si sono presentate agli appassionati diverse novità, cole il debutto del nuovo direttore creativo di Off-White Ib Karama e il ritorno al womenswear dopo due anni di restrizioni Covid-19 da parte dei brand giapponesi, tra cui Comme des Garçons, Junya Watanabe e Issey Miyake. Quest’ultimo ha presentato la sua prima collezione dopo la morte del fondatore.

Tra i momenti virali come l’abito-spray Coperni, e la sfilata del fango firmata Balenciaga e aperta da Kanye West – presente a Parigi anche per la passerella del suo brand Yeezy – ripercorriamo i momenti salienti della settimana.

Balenciaga


La nuova collezione firmata Demna Gvasalia ha sfilato questa volta nella periferia parigina, con il titolo-manifesto “The mud-show”. Con una scenografia progettata dall’artista spagnolo Santiago Sierra, lo spazio stesso della sfilata era un’immensa fossa piena di fango, la cui pista calpestata era costellata di pozze d’acqua. Nell’invito lo stilista ha spiegato che si trattava di una metafora “per scavare alla ricerca della verità e per stare con i piedi per terra. Odio le scatole, odio le etichette e odio essere etichettato”. Questa affermazione ha posto le basi per una collezione provocatoria, che ha continuato a creare uno stato d’animo distopico, tra abiti sporchi di banco e bambole realistiche legate al petto. Gli abiti trasparivano il fascino oscuro ormai marchio di fabbrica del brand: abiti attorcigliati che si annodavano sul corpo, un abito di paillettes con l’orlo che si trascinava nel fango.

Loewe


Al centro della passerella, un’enorme riproduzione in vetroresina di un fiore di anthurium. Anche in passerella Jonathan Anderson replica ai fiori più volte – bianco brillante, verde lime, rosso classico – in varie dimensioni, diventando corsetti rigidi sugli abiti o spuntando dalle scarpe. La collezione si pone in continuità con il fascino plastico che lo stilista inglese sperimenta da diverse collezioni, un riuso costante di oggetti della vita quotidiana decontestualizzati, scalati e distorti, quasi in un gesto postmoderno. Tutto viene ridotto per costruire la nuova silhouette: piccoli abitini a clessidra, pullover in maglia, giacche di pelle e da caccia in versione mini. La tecnologia in questa collezione compare sotto forma di pixel che definiscono hoodie in knitwear, t-shirt e pantaloni scivolati.

Rick Owens


Lo stilista ha ambientato la presentazione della nuova collezione nella vasta corte del Palais de Tokyo di Parigi – come anche i colleghi di Acne Studios – con la fontana centrale che sparava in aria una monumentale guglia d’acqua. La collezione di ispira alle figure dell’antico Egitto e alle epopee bibliche. La collezione era permeata da una sensazione di rituale e di cerimonia: le silhouette erano drappeggiate intorno al corpo, le spalle erano scollate, la forma di una giacca evocava il guscio di uno scarabeo. Le modelle scendono la scalinata con abiti scultura studiati a tutto tondo, strascichi sinuosi e abiti trasparenti di tulle in econyl. La cosa più sorprendente è stata una delle lavorazioni della collezione: una pelle ultraterrena “gelatinosa” trattata con glicerina per apparire trasparente.

Dior


Maria Grazia Chiuri per il disegno dell’ultima collezione della maison Dior si ispira a un’altra donna, come lei, italiana ma trasferita a Parigi: la nobildonna fiorentina Caterina de’ Medici, una delle figure più suggestive della storia europe. Attraverso la sua figura, Chiuri ha esplorato la capacità delle donne di esercitare il potere attraverso la mod. Tra queste, il delicato pizzo di Burano, il corsetto e i tacchi a spillo, le cui importazioni hanno rimodellato la moda parigina. Lo show è concepito come una festa barocca ambientata in un tendone dentro Jardin des Tuileries – voluto da Caterina de’ Medici – con tanto di grotta di fili, opera dell’artista Eva Jospin, e balletto espressivo.

Coperni


La collezione Coperni viene presentata nella Salle des Textiles del Museo Nazionale delle Arti e dei Mestieri di Parigi. La sala, costruita nel 1850 era dedicata all’esposizione di filati e macchine per tessere. Omaggio alla fisicità scultorea e riflessione sull’influenza della macchina, l’evento si conclude con un momento destinato a diventare immediatamente virale. L’emozionante atto finale, infatti, vedeva una Bella Hadid quasi nuda spruzzata in diretta con Fabrican, un liquido che, una volta indurito, crea un tessuto indossabile – idea nata nel 2003 da un’intuizione del ricercatore spagnolo Manuel Torres. Un’esperienza che sublima il corpo femminile nel modo più puro e innovativo, tentando di immortalarlo.

Nonostante la fondazione relativamente recente del brand, con questo approccio, Coperni ha certamente catturato l’attenzione dei giovani consumatori di lusso di tutto il mondo, attratti dal senso di novità e dal prezzo accessibile del lusso.

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