28 designer interpretano i tessuti a maglia Kvadrat per i 3 Days of Design

Sono 28 i designer che si sono messi alla prova esplorando il potenziale dei tessuti a maglia Kvadrat Febrik e alcuni di loro ne hanno parlato con Domus. I lavori sono raccolti nella mostra “Knit!” inaugurata a Copenhagen in occasione di 3 Days of Design (3–5 settembre 2020).
 

Selezionati da cinque curatori - Anniina Koivu, Jeffrey Bernett, Johanna Agerman Ross, Njusja de Gier, e Renee Merckx - per la loro capacità di sperimentare con i materiali, la forma e il colore attraverso operazioni al confine tra design industriale e artigianato, 28 designer hanno creato opere realizzate con il tessuto a maglia Febrik di Kvadrat. Il risultato si è tradotto in una mostra digitale allestita fisicamente nello showroom danese di Kvadrat a Copenhagen: una rosa di lavori eclettici che sfruttano le potenzialità del tessuto lasciando emergere la personalità del progettista.

 
 

Conversation Series – Adam Goodrum (Australia)

Per il designer australiano Adam Goodrum “il progetto Knit! ha fornito l'opportunità di indagare come il colore e la dimensionalità dei tessuti a maglia possano trasformare un prodotto, come la vernice su una tela o gli abiti su un modello”. Il suo progetto per la mostra si chiama Conversation Series, una seduta modulare che s’ispira alla gamma di colori della collezione di tessuti che lui stesso definisce “una concentrazione di colore che non manca mai di stupire”. L'imbottitura della gamma cromatica forma la pelle di un divano componibile tête-à-tête o un “love seat” di epoca vittoriana, dove due o più sedute sono unite insieme in una disposizione ondulata. Questo permette a due persone di avere una conversazione tranquilla (in linea con la modestia vittoriana), fianco a fianco mentre si guarda lo schienale della seduta dell'altra persona e il ricco spettro di fasce colorate graduate che serpeggiano in ripetizione lungo gli schienali”.

 
Schizzo preparatorio di Adam Goodrum per Conversation Series

If I Had Wings – Zaven (Italia)

Il duo italiano degli Zaven racconta invece così la genesi del progetto concepito per la mostra: “L'uomo ha sempre avuto il desiderio di volare, un desiderio che lo ha portato a immaginare, disegnare e progettare diverse macchine innovative. Seguendo questo nostro sogno, abbiamo iniziato a immaginare diversi oggetti di scena per contribuire a realizzare questa aspirazione. Non è facile volare senza piume, ma volare è uno stato d'animo, non c'è né alto né basso e in questo ossimoro si inserisce il nostro progetto. Ci siamo concentrati su diversi modi di volare, prendendo ispirazione dagli astronauti che galleggiano nello spazio, dagli aerei che volano nel cielo e soprattutto dagli animali, come i piccoli scoiattoli volanti che scivolano da un albero all'altro. Il risultato è una serie di abiti o tute utopiche, che sono state progettate comprendendo le possibilità offerte dal tessuto a maglia, e come può essere utilizzato per simulare un corpo gonfio, o un mantello che si allunga, che reagisce alla tensione del corpo contro la forza di gravità. Abbiamo individuato gli accessori e i dettagli giusti per dare ad ogni elemento la sua unicità, che li rende sorprendenti, a volte fuori contesto, e possibilmente, perché no, divertenti. Il risultato è una serie di capi colorati con ganci, toppe, cerniere e cuscini pronti per essere indossati”.

 
Disegno per If I Had Wings di Zaven per la mostra Knit! by Kvadrat
Disegno per If I Had Wings di Zaven per la mostra Knit! by Kvadrat

Dressed Up – Marie Sloth Rousing (Danimarca)

Al punto d’incontro tra la moda, l'installazione, la performance e l'arte di strada, il lavoro della designer danese Marie Sloth Rousing si è proposto di indagare i limiti tra l'abbigliamento, l'oggetto e il corpo. “Quando unisco una camicia per il corpo umano e un rivestimento per una sedia”, racconta “creo un nuovo elemento indossabile, che è in grado di vestire un corpo, una sedia, e anche entrambi allo stesso tempo. Quando unisco il rivestimento della sedia e la camicia, cerco di mettere in discussione la nostra comune comprensione delle due cose, mettendo alla prova l'equilibrio e la dominanza tra il corpo umano e l'oggetto”.

 
Dressed Up – Marie Sloth Rousing

Living Room – Visibility (Stati Uniti)

Mentre Joseph Guerra e Sina Sohrab dello studio di industrial design newyorkese Visibility raccontano che, nell'affrontare questo progetto, hanno iniziato guardando alla storia della ristorazione e dei posti a sedere nel mondo orientale, in particolare nel Medio Oriente. “I posti a sedere in queste culture sono bassi, spesso sul pavimento, e disposti al perimetro di una stanza”. E continuano: “È uno stile che è stato inserito nella società fin dai primi tempi, con radici pratiche e spirituali. Il nostro pezzo è una reinterpretazione del tavolo familiare in questo contesto, lo immaginiamo come un luogo dove ci si può riunire per il tè, o per giocare a carte. Anche le scelte cromatiche sono informate da questa storia; le sfumature prese dai colori dominanti dei tessuti regionali. L'incorporazione di questi elementi lungo la seduta e la morbida superficie del tavolo lavorano per creare un calore familiare, con un cenno al passato e uno sguardo al futuro”.

 
Living Room – Visibility

Jeffrey Bernett, fondatore dello studio di design firm CDS, ha selezionato Ania Jaworska, Paola Sakr, Visibility, Ana Kraš and Objects of Common Interest.

Njusja de Gier, Senior Vice President of Branding and Communication del Gruoppo Kvadrat, ha selezionato Elaine Yan Ling Ng / The Fabrick Lab, Studio Akane Moriyama, Adam Goodrum Studio, Marie Sloth Rousing, Benja Harney, Shigeki Fujishiro, Malmö Upcycling Service, Lim + Lu e Wataru Kumano.

Renee Merckx, creative director del marchio di tessuti a maglia Febrik, co-fondato con il suo partner Jos Pelders nel 2013, ha selezionato Studio Bertjan Pot, Raw Color, Studio Truly Truly e Léa Baert.

Johanna Agerman Ross, giornalista, curatrice e storica del design, ha selezionato Ayzit Bostan, Bahraini — Danish, Faysal Tabbarah (Architecture + Other Things), Maria Blaisse and Bin Xu e Yinka Ilori. 

Anniina Koivu, scrittrice, curatrice, consulente e docente tra Milano e Losanna, ha selezionato Julie Richoz, Zaven, Camille Blatrix e Joschua Brunn (Carmine Brown), Giulia Chéhab, Michel Charlot.
lo lavorano per creare un calore familiare, con un cenno al passato e uno sguardo al futuro”.

 

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