Un contenitore non è un contenitore: la mostra di Sebastian ErraZuriz a New York

“Breaking the Box” è l’appropriato titolo della prima personale di Sebastian ErraZuriz, newyorchese di origini cilene, alla R & Company. Il piano superiore della galleria al numero 64 di White Street è una rassegna di contenitori di legno, spesso senza pretese, che chiedono di essere scoperti. Un contenitore da parete, aprendosi, crea un ampio ventaglio, mostrando accessi dall’alto e di fronte, mentre un mobile da terra, espandendosi in forma oblunga e circolare, rivela una numerosa gradinata di contenitori.

ErraZuriz, che non è persona da appiattirsi sulla realtà quotidiana, ridefinisce i confini delle verità convenzionali e offre nuovi modi di fruire di sculture funzionali, creando armadi e credenze di legno che conquistano per la loro natura trasformativa come per l’impeccabile falegnameria e per la maestria tecnica.

“In Breaking the Box uso arte, design e artigianato per liberare il nostro rapporto con gli oggetti, con la funzione, con la bellezza e con il tempo, per rimettere in discussione le convenzioni”, spiega. Esplicito su questo punto è il lampadario di cristallo progettato dall’artista per l’atrio a tripla altezza di oltre 12 metri della galleria.

Come nel congelarsi di un istante, cento uccelli impagliati stanno sospesi nella luce scintillante, alcuni in atto di volare dentro e fuori. Per ErraZuriz è una riflessione sulla vita e sulla morte, un tema che corre parallelo al suo interesse per la fragilità del tempo e all’impulso a pensare per intuizioni e con libertà.

È una mostra fatta di sperimentazioni e di sorprese, in cui dalle forme di ogni giorno nascono forme nuove. Fa sì che chi la visita metta in discussione ogni noioso contenitore che vedrà in futuro.