Copia o citazione? Il design secondo Twin–Pix

Un sito e un profilo Instagram che associano oggetti sorprendentemente simili. Un osservatorio sul design passato e presente. Approccio critico o pura constatazione?

Twin–Pix

Il tema delle copie, nel mondo del design, si è fatto incandescente. Colpa della mancanza di una regolamentazione globale, della comunicazione digitale, della poca cultura di settore? C’è chi non è interessato a cercare una risposta a interrogativi di questo genere. Piuttosto, preferisce registrare il fenomeno per portarlo all’attenzione di un uditorio sempre più vasto. Si tratta di Twin–Pix, anonimo raccoglitore di oggetti molto simili. In alcuni casi pressoché identici. La formula, tramite un sito Internet e un profilo Instagram, non prevede nessun commento, ma solo due immagini affiancate dotate di una didascalia informativa essenziale. 

Uno strumento puro e semplice? L’incentivo a formarsi autonomamente un parere in proposito, dati alla mano? Di fatto, se in alcuni casi la similitudine non è disturbante, e fa pensare a un hommage ai maestri della progettazione storica o alla derivazione da un comune ceppo di riferimento, alcuni oggetti accostati fanno balzare sulla sedia. Anche per i nomi di designer e produttori che si portano dietro. In un momento di assenza della critica pressoché totale, Twin–Pix fa parlare di sé, attirando ire e attenzioni. Ne abbiamo parlato con il fondatore.

Che cos’è Twin–Pix?
Un osservatorio del design, dal passato al presente. Un impegno di ricerca che vuole mettere in luce il patrimonio culturale del design.

Twin–Pix
Il design secondo Twin–Pix

Nel campo del design, che cos’è una copia e che cosa sono una citazione, un omaggio, una famiglia di oggetti?
Bella domanda, non riesco a rispondere in poche righe. Ma ti consiglio un ottimo libro di Chris Meplon: “Ceci n'est pas une copie – Design between Innovation and Imitation” (2017), che offre un’ampia selezione di esempi affascinanti e di concezioni differenti del “copiare”.

Ti consideri come una sorta di vendicatore del mondo del design oppure il tuo lavoro è più analitico, alla scoperta dell’inevitabile comunanza di riferimenti e culture progettuali?
Ciascuno di noi ha in tutto il mondo da uno a sette gemelli, secondo il progetto Twin Strangers. In base a questa ipotesi Twin–Pix è prima di tutto un saggio di pedagogia. Lo scopo di questa ricerca continua non è solo quello di scoprire un twin (gemello), ma anche gli antenati di questo albero genealogico.

Twin–Pix
Famiglie di oggetti simili nell'inventario di Twin–Pix

Hai ricevuto delle diffide dai tuoi lettori? Magari da designer o operatori del design che ti chiedevano una presa di posizione?
Sì, qualche volta ricevo messaggi che mi chiedono di eliminare un accostamento. I designer si sentono aggrediti, mentre io non faccio che mostrare la realtà. Va sempre bene ricevere le loro comunicazioni, perché mi rafforzano nella convinzione che bisogna credere nella creatività.

Hai scelto di rimanere anonimo. Perché?
Quel che ti posso dire è che lavoro nel mondo del design. Non vedo l’interesse di aprirmi a rivelare la mia identità. Ho creato un movimento e un numero crescente di persone mi manda coppie di gemelli. Non c’è più un individuo, ma una comunità, che cresce per mettere in risalto il patrimonio culturale del design. E che ringrazio per l’aiuto nel creare questo repertorio di informazioni.

Non c’è più un individuo, ma una comunità, che cresce per mettere in risalto il patrimonio culturale del design

Quando hai fondato Twin–Pix?
Twin–Pix è nato nel febbraio 2016 su Instagram. Pareva importante mostrare il passato del design e la sua evoluzione.

Analizzi sia il presente sia il passato del design. Quali sono le tue fonti, dove conduci la tua ricerca?
Mi piace passeggiare nei siti Internet e nei social network, per osservare la creazione del mondo intero. Quasi tutte le immagini sono prese da Internet e classificate. L’ho fatto per parecchio tempo, sono svelto a creare i collegamenti.

Pensi che i social network siano i nuovi punti di osservazione privilegiati?
Ovviamente i social network stanno cambiando le regole del gioco. Tutti si muovono sempre più rapidamente e vediamo istantaneamente quel che succede all’altro capo del mondo. Le frontiere vengono cancellate. Per esempio l’intelligenza artificiale sta già lavorando in questo modo, su Pinterest (riconoscimento delle immagini) e anche su Google Images.

Hai una forte identità visiva. Il tuo account Instagram è immediatamente riconoscibile grazie alle due immagini (Twin–Pix) con in mezzo una didascalia che indica i nomi dei progetti, quello del progettista e, quando possibile, la data. Niente critiche, niente commenti. Un puro repertorio di informazioni. Perché hai scelto questa formula?
Certo Instagram ha questa particolarità di essere immediato, di vedere quel che succede e quello di cui si parla. Tutto il mondo usa Instagram, ed era importante avere un’identità forte per distinguersi. Quanto al sito, si tratta di una banca dati classificata in base a due criteri: le funzioni e i materiali. In entrambi i casi il designer è in primo piano, così come il nome dell’opera, il produttore e la data di creazione.

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