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Illuminare di luce nuova

Daniel Rybakken nella sua mostra Det Nye Lyset (“La nuova luce”) cancella i confini del luogo, per creare uno spazio di esperienza arricchita grazie al semplice ma complesso linguaggio della luce.

A Oslo siamo a metà dell’inverno e il cielo pare mantenere costante la sua fredda sfumatura d’azzurro mentre il sole, nel primo pomeriggio, scompare. Al centro DogA il designer norvegese Daniel Rybakken, con la sua mostra Det Nye Lyset (“La nuova luce”), esprime con eleganza la sua capacità di creare l’illusione delle stagioni e dello spazio usando apparecchi illuminanti attentamente realizzati.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar Bjørgli
Laureato nel 2008 alla HDK, Högskolan för design och konsthantverk – la Scuola superiore di design e arti applicate dell’università di Göteborg – Rybakken ha preso parte a varie mostre, sempre nel campo del design e dell’arte. L’autunno scorso ha vinto il premio Emerging Talent del London Design Festival, e il nome di questo ventinovenne è subito diventato sinonimo di struttura luminosa innovativa.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar Bjørgli
In questa mostra, della quale gli viene anche attribuita la collaborazione alla curatela, ci si trova di fronte a opere fondate sulla classica idea della lampada, ma anche a pezzi di scultura, per i quali l’autore prende a prestito gli strumenti dell’arte. Daylight Entrance (2010) e Surface Daylight (2010) sono due esempi che giocano sulla transizione tra illuminazione esterna e interna, per ritrovarsi in uno spazio intermedio tra installazione d’arte e apparecchio illuminante di design. Grazie all’interazione, la chiave per intuire l’intenzione che sta dietro le opere di Rybakken è spesso l’osservatore/utente. Se non fossimo qui a sperimentare dal vivo il modo in cui il discreto uso della luce possa suscitare dei ricordi, si tratterebbe solo di un muro. Se non fossimo qui a spostare le parti di una lampada e a capire gli equilibri che essa crea, sarebbero solo tubi di metallo. La mostra guarda alle illusioni create dalla luce e analizza come questo linguaggio espressivo possa influire sull’esperienza dello spazio e del luogo, e offrire un arricchimento dell’esperienza.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar Bjørgli
The New Light è la prova di una competenza artigianale che piega con successo il suo linguaggio prediletto alla propria visione. L’opera di Rybakken possiede una qualità particolare nella sua capacità di esistere al di fuori dei limiti formali dell’oggetto: attinge ai ricordi e ai sentimenti dell’osservatore, e a tratti si colloca nello stato mentale di uno spazio sia fisico sia mentale. E tuttavia pare sussistere un netto punto di partenza razionale e pragmatico che riesce a comunicare attraverso la maggior parte degli oggetti. Le opere parlano di un’intima consapevolezza del linguaggio e comunicano in modo al tempo stesso maturo e critico. Nella creazione di illusioni luminose l’autore non si fonda sull’idea della luce in quanto origine, quanto piuttosto su una sensazione e su un modo onnicomprensivo di rappresentare e di percepire lo spazio. L’opera di dimensioni maggiori presente nella mostra trascende i vincoli della forma ed entra nella sfera dell’esperienza. Nel loro punto più alto le opere sono significanti e discorsi sulla potenzialità del progetto di comunicare al di là dei confini dell’oggetto. Ci portano in un territorio sconosciuto ma felice, tanto per la disciplina quanto per l’osservatore.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar Bjørgli
A parte i pezzi di scultura e le installazioni sono esposte anche alcune opere più tradizionali di Rybakken. Colour Light (2011) – scultura che si fa lampada realizzata con un altro designer norvegese, Andreas Engesvik – mostra il segno di due talenti che hanno sfruttato il meglio dei rispettivi mondi. La miscela di forme e di sfumature invita l’utente a comprendere e a giocare con la luce in quanto colore con un riferimento alle intriganti sperimentazioni di Albers. E tuttavia la visione, che fa di Rybakken un costruttore dotato della capacità di rendere esplicito ciò che sta fuori dell’ordinario, sembra appannarsi in Light Tray (2011), altra collaborazione con Engesvik. Appare quasi troppo allineata al design delle lampade nordico, con il suo vetro colorato e con le forme arrotondate da lampione. L’opera in cui Rybakken cerca un risultato che va al di là dell’oggetto è un’idea molto più suggestiva: consiste nel modo di arricchire uno spazio, a volte di renderlo più intenso, oltre che nel modo di alterare la nostra consapevolezza dello spazio.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar Bjørgli
Rybakken è un giovane designer che non si limita ad ampliare le frontiere del design, ma suscita anche un’antica domanda: che cosa può nascere dalla comunicazione reciproca tra il mondo dell’arte e quello del design? Dal modo stesso in cui nelle sue opere elimina il confine tra l’interno e l’esterno, consegue la definizione del campo cui appartiene: lo trascende. Radicato nel design, il discorso verte sull’intenzionalità e sul rapporto con il pubblico, invece che sull’etichetta. The New Light è la prova di come il mondo del design oggi sia più interessato alla comprensione dei linguaggi a sua disposizione e alla loro trasmutazione in una forma che ne esprima l’intenzionalità, piuttosto che cercare di vivere – o di sfidare – le attese dei generi.
Vista della mostra “The New Light” ( “La nuova luce”) dedicata al lavoro di Daniel Rybakken al DogA di Oslo. Photo Nasjonalmuseet e Annar_Bjørgli
Il titolo The New Light ( “La nuova luce”) non riguarda forse tanto l’idea di “nuovo” quanto l’ampliamento del concetto di che cosa possa fare la luce e, per questa via, di che cosa possa fare lo stesso design.
© riproduzione riservata
Daniel Rybakken
Daniel Rybakken Studio. Photo Kalle Sanner and Daniel Rybakken

Fino al 2 febbraio 2014
The New Light. Daniel Rybakken
DogA - Norwegian Centre for Design and Architecture

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