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Dai libri all'infrastruttura

La maggior parte delle persone ritiene che Amazon sia qualcosa di più di un bookstore online. In realtà, una delle forze che potrebbero definire la vita del XXI secolo è una società di infrastrutture algoritmicamente gestita, che da sola ha riscritto le regole dell'industria editoriale.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 958, maggio 2012

Fino a qualche anno fa, ascoltando un qualunque professionista del mondo letterario, sarebbe risultato impossibile credere che l'editoria avrebbe potuto essere qualcosa di diverso da un'attività basata su penna, carta e inchiostro. Certo, la macchina per scrivere, accompagnata dall'immancabile posacenere e dal picchiettare dei tasti, ha assunto un'immagine romantica, ma di rado un ruolo attivo. Ogni opera rimane in forma di 'manoscritto' fino all'apparire, come per magia, stampata su carta e disponibile nella più vicina libreria, trasformata d'incanto dal quel fascino che è proprio della letteratura.

Questa, naturalmente, è pura fantasia. Da quasi due decenni, dall'avvento del desktop publishing, il processo editoriale è quasi completamente digitale, e assume una forma fisica solo una volta raggiunto l'ultimo stadio: ossia nelle mani del lettore. La maggior parte dei romanzi, senza contare ogni altro tipo di libro, è scritta—battuta—su tastiere elettroniche, memorizzata, trasmessa, editata, formattata, impaginata e distribuita in forma digitale. Persino un'alta percentuale dello stesso processo di stampa è digitalizzata, mentre le complesse tecniche tipografiche cedono il passo alle stampatrici digitali, che permettono tirature più limitate e una produzione più efficiente.

Che ne è allora della lettura, l'ultimo bastione dell'aspetto fisico?
I libri elettronici circolano ormai da tempo, tanto che è possibile scegliersi il proprio mito sulla nascita, per quanto il più convincente rimanga legato al momento in cui Michael S. Hart, studente fresco di registrazione alla University of Illinois, decise di battere la Dichiarazione d'indipendenza americana—del resto, era il 4 luglio 1971—e renderla disponibile al pubblico. Nel far questo, creò il primo e-book; in seguito, fondò Project Gutenberg, la prima biblioteca digitale, e si battè per tutta la vita per aumentare il livello generale d'istruzione.
In apertura: Tutte le vite di Amazon. Dalla nascita, nel luglio del 1994, ai recenti progetti di recupero dei motori dell’Apollo 11 nell’Oceano Atlantico. Qui sopra: storia del Kindle. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
In apertura: Tutte le vite di Amazon. Dalla nascita, nel luglio del 1994, ai recenti progetti di recupero dei motori dell’Apollo 11 nell’Oceano Atlantico. Qui sopra: storia del Kindle. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
I primi sistemi di lettura per e-book, con nomi della prima generazione come SoftBook, CyBook e Rocket, sono comparsi nel 1998, insieme al primo sito che offriva il download a pagamento di testi elettronici (la biblioteca ad accesso libero del progetto Gutenberg aveva raggiunto i 1.000 titoli due anni prima). Per quanto fossero sorprendentemente simili nella forma ai lettori presenti oggi sul mercato, la loro limitata memoria (potevano salvare al massimo 1.500 pagine) e i limiti nella connettività si tradussero in vendite scarse, fallimenti e amministrazioni controllate. Tutto ciò, a sua volta, ha lasciato profonde cicatrici sul settore dell'editoria tradizionale, che aveva, in un numero sorprendente di casi, investito tempo e denaro nel preparare i titoli per le nuove piattaforme. La susseguente conclusione da parte degli operatori del settore — che gli e-book fossero tutt'al più una distrazione, e, nel peggiore dei casi, un ingannevole scherzo, ordito dal settore della tecnologia — ne ha intralciato la diffusione fin da quel momento; e potrebbe ancora rappresentarne la rovina. Nel frattempo, comunque, a Seattle si stava pian piano consolidando una diversa specie di azienda operante in questo ambito. Amazon.com, fondata da Jeff Bezos nel 1995, si è affermata come la più grande libreria del mondo, ma ha finito per essere anche molto di più. La disparità tra la visione sul futuro dei libri da parte di Amazon e quella dell'editoria tradizionale può essere difficilmente esagerata. per fare un esempio, nel 1997 la Barnes & Noble ha persino trascinato la neonata società in tribunale a causa della sua affermazione di essere la libreria "più grande al mondo": "Non si tratta assolutamente di un negozio di libri, ma di un broker di libri", si lagnava la concorrenza tradizionale.
A sinistra: device in uso negli USA. A destra: formati di libro letti negli USA. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
A sinistra: device in uso negli USA. A destra: formati di libro letti negli USA. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
Il segreto di Pulcinella della Amazon è che non si tratta affatto di un venditore di libri, né di un dettagliante o di un'attività via internet: Amazon è una società d'infrastrutture. I suoi servizi di stoccaggio e distribuzione battono nettamente quelli dei rivali e in molti Stati, particolarmente in Europa, i loro magazzini sono i più grandi. Fin dal principio, Amazon non si è limitata ad acquisire negozi e distributori, ma ha ingaggiato esperti di statistica, analisti, procacciatori di dati e tecnici hardware. Nel 2006, ha lanciato Amazon Web Services, rendendo disponibili a tutti, da siti fisici di Stati Uniti, Europa e Asia, non solo delle merci ma anche la sua infrastruttura digitale — uno stoccaggio dati virtualmente illimitato e una gestione dei processi basata su una rete di supercomputer. Questa concentrazione sull'aspetto infrastrutturale era destinata a fungere da base per il fiore all'occhiello di Amazon: il Kindle. Dal punto di vista materiale, il Kindle è un prodotto modesto. Il suo schermo a inchiostro elettronico manca dell'appeal dei modelli rivali. Si collega in rete attraverso il whispernet, a una velocità molto più bassa di quella a cui ci siamo abituati. È bianco, grigio, oppure, esagerando, bianco e nero, e indubitabilmente di plastica. Il suo aspetto, così low-tech, elude molte controversie della lettura elettronica: la bassa velocità nel refresh lo trattiene dallo skeumorfismo dell'animazione "gira-la-pagina" dell'iPad Apple; la sua limitata connettività scoraggia la distrazione rappresentata dai network sociali. Non è un iPad, ma ha saputo tramutare questo dato in un vantaggio. Ottimizzato per la lettura, questo lettore dedicato non soffre nessuno dei piccoli inconvenienti dei tablet milleusi. È robusto, scivola facilmente in tasca o in una borsa, senza bisogno di coprirlo in uno degli involucri protettivi un po' feticistici degli esemplari tecnologici più costosi. Come ha osservato Tom Armitage, scrittore esperto di tecnologia, il Kindle "è un congegno che sembra sempre contento di sé. Se ne sta lì tranquillo, senza preoccuparsi se lo prenderete in mano oppure no. Proprio come un libro".
Non si tratta assolutamente di un negozio di libri, ma di un broker di libri
I nonni del Kindle. Quello per Incipit, sostiene la Repubblica, è stato il primo prototipo di un e-reader ed è stato presentato per una tesi di laurea al Politecnico di Milano. Il Rocket eBook e il SoftBook Reader (con copertina in pelle) sono stati i primi e-reader messi in commercio mentre il Sony LIBRIé è stato il primo e-reader con e-ink. Infografica Simone Trotti
I nonni del Kindle. Quello per Incipit, sostiene la Repubblica, è stato il primo prototipo di un e-reader ed è stato presentato per una tesi di laurea al Politecnico di Milano. Il Rocket eBook e il SoftBook Reader (con copertina in pelle) sono stati i primi e-reader messi in commercio mentre il Sony LIBRIé è stato il primo e-reader con e-ink. Infografica Simone Trotti
Dal lancio, avvenuto nel 1997, Amazon ha venduto milioni di Kindle, facendone il proprio campione di vendite. Nel 2010, l'azienda ha sostenuto che nel suo mercato la vendita di e-book stava superando quella dei libri tradizionali, un'affermazione da prendere con le molle in rapporto ai prezzi e alla peculiare maniera in cui l'azienda di Seattle tratta i numeri, ma ciò nonostante avvincente. La reazione standard alla lettura elettronica è sempre stata di ordine emotivo e, curiosamente, anche fisico. I paladini più accaniti del libro biasimano da tempo "la lettura dello schermo", come se le lettere avessero un sapore diverso a seconda della luce che le illumina. Hanno fatto appello all'effetto tattile della carta e al suo odore, come se le storie fossero definite dalla forma del loro contenitore. Come se, invero, i libri dovessero essere giudicati dalla loro copertina. Eppure, i lettori più seri sono stati proprio i primi a sperimentare gli e-book, e soprattutto Kindle. Persino gli editori più tecnofobici — andrebbe sottolineato — sono stati all'avanguardia nell'adottare il testo elettronico, rimpiazzando le loro pile di manoscritti in attesa di giudizio con snelli congegni, per quanto rifiutassero di distribuire gli articoli finiti in formato elettronico e professassero il loro credo in un futuro cartaceo.
Come funziona l'inchiostro elettronico. Infografica Simone Trotti
Come funziona l'inchiostro elettronico. Infografica Simone Trotti
Un dissenso più sfumato ha più capacità di penetrazione: nelle condizioni di servizio di Amazon, nel loro modo di circoscrivere l'esperienza sociale dei loro lettori, nell'aggressività con cui fissano i prezzi e le loro strategie di sconto. Il Kindle permette tutte queste cose, facendosi strumento che collega il lettore col mercato, a esclusione di ogni altra voce. Gesuiti dell'editoria, ad Amazon sanno che, una volta che il lettore ha in mano un Kindle, è improbabile che cerchi libri altrove. La grande paura di internet è quella di finire investiti da un'ondata d'informazioni, sopraffatti dalla pura e dalla semplice scala delle cose, e dal timore che tutte quelle cose siano di natura inferiore, e ci condannino a strisciare nel fango ai piedi di un Parnaso che si ritira sempre più lontano. E tuttavia, una delle cose che internet ci ha insegnato è che la qualità superficiale dei media chiede appena un secondo per aprirsi a noi—si tratti di letteratura autoprodotta e priva di qualità tipografica o di filmini fatti con il telefonino e appena visibili su Youtube. Quello che rende Kindle così unico è esattamente quello che rende unica Amazon: la sua presenza materiale è un mero avatar di un flusso di servizi digitali. Nello spirito del suo genitore, è più un'infrastruttura che un congegno. Ed è un'infrastruttura che, come indica il suo biblioclastico nome, ha il potere di sovvertire.
Il possessore medio di e-reader. Infografica Simone Trotti
Il possessore medio di e-reader. Infografica Simone Trotti
Il Kindle collega il lettore a un mondo gestito con cura, secondo un preciso algoritmo, un codice/spazio che influenza il lettore stesso e la lettura e, alla fin fine, anche scrittura e letteratura. I codici/spazio, nella definizione di Rob Kitchin e Martin Dodge, sono spazi fisici, nei quali l'uso dello spazio fisico è strettamente legato al software. Un esempio: il check-in di un aeroporto. Il software facilita la registrazione e il flusso delle persone, producendo lo spazio del check-in; se il programma s'inceppa, ciò determina il collasso dello spazio stesso, che diventa una sala d'attesa affollata, arrabbiata e fondamentalmente inutile. Un altro esempio: i magazzini della stessa Amazon, che tempo fa erano cresciuti a un tale livello di complessità da richiedere una gestione algoritmica. Gli oggetti situati al loro interno non sono conformi ad alcuna tassonomia umana — libri per ordine alfabetico degli autori da un lato, CD musicali in un altro, DVD in un terzo — ma a un'equazione matematica: una computazione della frequenza che assicura che le merci siano immagazzinate il più vicino possibile a una serie di siti di imballaggio e uso.
E-book vs. e-reader. Non tutti gli e-reader supportano tutti i formati di e-book disponibili sul mercato. Il Nook della Barnes & Noble, per esempio, non legge i formati di Amazon e il Kindle non legge l’e-Pub, il formato “free and open”. Ecco una guida per capire come muoversi. Infografica Simone Trotti
E-book vs. e-reader. Non tutti gli e-reader supportano tutti i formati di e-book disponibili sul mercato. Il Nook della Barnes & Noble, per esempio, non legge i formati di Amazon e il Kindle non legge l’e-Pub, il formato “free and open”. Ecco una guida per capire come muoversi. Infografica Simone Trotti
Come risultato, solo un umano di più alto grado può reperire il suo oggetto in questi milioni di metri quadrati distribuiti apparentemente a casaccio; se il software di localizzazione si blocca, un normale essere umano si ritrova allo sbando tra milioni di relitti sparsi. Ciò a cui ci indirizza questa crescente disumanizzazione dell'informazione, in rapporto alla letteratura e alla lettura, è la domanda chiave articolata dal professore di Studi sull'Informazione Philip Agre: "Una biblioteca digitale è una macchina o un'istituzione?" Quello che Barnes & Noble hanno detto riguardo all'attività commerciale in campo librario di Amazon è vero per quel che riguarda la sua attuale incarnazione: Amazon non è tanto un negozio di libri quanto una banca dati, un sistema vasto e inconoscibile, non dissimile in questo senso dallo stesso internet. E forse ciò è quanto Amazon e l'ecosistema Kindle meglio rappresentano, un internet per gli indifferenti; abbastanza vasto da sembrare imparziale e non porre minaccia alcuna, sufficientemente controllato da non domare né impaurire i cavalli di razza. Se Kindle limita la maggior parte dei suoi clienti ai contenuti approvati da Amazon — e lo fa—e se delimita l'esperienza di lettura e reclama la proprietà delle nostre sottolineature e dei nostri commenti — e fa anche questo—lo si può perdonare se come ritorno ci offre accesso a tutti i libri, ora, proprio adesso, e per sempre? Fino a che punto siamo disposti a permettere che la nostra esperienza culturale sia mediata o persino controllata dalla tecnologia? La risposta—appare sempre più chiaro—è: "decisamente molto", e il Kindle, per meglio o peggio che sia, è lo strumento a cui abbiamo delegato la trattativa. James Bridle (@stml), Giornalista, editore ed esperto di tecnologia,
A sinistra: marca di e-reader posseduta. A destra: marca di tablet posseduta. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
A sinistra: marca di e-reader posseduta. A destra: marca di tablet posseduta. Fonte: Pew Research Center. Infografica Simone Trotti
Planisfero con la localizzazione delle infrastrutture di Amazon, comprendente depositi, magazzini, quartieri generali, <i>call centres</i> e centri sviluppo software. Infografica Simone Trotti
Planisfero con la localizzazione delle infrastrutture di Amazon, comprendente depositi, magazzini, quartieri generali, call centres e centri sviluppo software. Infografica Simone Trotti

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