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Domus Academy. Trapianti domestici e lifting urbani

Domus Academy è da vent’anni il luogo di incontro tra sperimentazione e processo formativo. Così nei progetti del Master in Design si racconta il tentativo di applicare le logiche della cultura del design alle microtrasformazioni del paesaggio urbano. Testo di Dante Donegani, Giovanni Lauda. Fotografia di Laura Fantacuzzi. A cura di Francesca Picchi

Dante Donegani, direttore del Master in Design di Domus Academy, e Giovanni Lauda, insegnante dal 1992, parlano delle esperienze di ricerca condotte con gli studenti nel corso dell’ultimo decennio.

Dante Donegani
: I progetti svolti insieme agli studenti di Domus Academy, dal 1997 in poi, proseguono l’indagine svolta nella scuola, fin dalla sua nascita, intorno ai nuovi modelli abitativi. Sono ricerche sulle grandi trasformazioni della città contemporanea accompagnate dal tentativo di usare l’approccio del design per affrontare tematiche architettoniche e urbanistiche, come nel caso del progetto territoriale di Agronica (primo modello di “urbanizzazione debole” elaborato con A. Branzi, A. Petrillo, C. Raimondo e T. Ben David).

Giovanni Lauda: Lo scenario complessivo da cui si è partiti era quello del declino della città industriale, delle nuove topologie elettroniche e dei nuovi comportamenti. Tutte cose che avevano reso inutile lo zoning urbano e quello planimetrico all’interno delle abitazioni. Il fallimento dell’unità metodologica “dal cucchiaio alla città” aveva infatti generato una gerarchia progettuale differente, non più articolata dal generale al particolare, dalla città agli oggetti d’uso.

DD: Nei progetti che abbiamo sviluppato nel master del 1997, l’obiettivo era quello di trovare un nuovo modello di ‘costruzione’ della casa, aperto e provvisorio. Per incrementare la mobilità domestica e la libertà dello spazio non progettato, venivano integrati arredi, impianti e prodotti. Per liberare i consumi individuali dal possesso di hardware costosi e obsolescenti, si ipotizzavano forniture di servizi e nuovi sistemi di distribuzione.

GL: L’indicazione data agli studenti era di liberare la casa dall’architettura e dall’arredamento, ma anche dalla dimensione patrimoniale che, essendo il più importante investimento finanziario nella vita, finisce per congelare risparmio e consumi. Arredi in affitto, spazi pronto consegna, ambienti usa e getta, attrezzature in condivisione, a metà tra i beni di consumo privati e i servizi collettivi, progettati per lasciare spazio alle inclinazioni personali, nella prospettiva di “Abitare meno, abitare meglio!”.

DD: Lo “spazio liberato per il piacere dei consumi” indicava un modello nuovo di fruizione della casa, basato sull’accesso e non sul possesso. Era il tentativo di applicare alla costruzione della casa la logica del design, non nel senso metaforico dei progetti radical, ma ipotizzando una nuova generazione di componenti, di sistemi e di prodotti evoluti per l’edilizia.

GL: La mostra di Mirko Zardini “Notizie dall’interno” alla Biennale di Venezia 2004 (in cui sono stati esposti alcuni modelli elaborati con gli studenti di Domus Academy) era dedicata al processo di trasformazione del già costruito, alle modificazioni d’uso degli spazi urbani dietro l’apparente immobilità delle quinte architettoniche. Da questa prospettiva, il design (e non l’architettura o l’urbanistica) è la disciplina che maggiormente contribuisce alla valorizzazione e alla trasformazione della città. Nei progetti di master del 2004, abbiamo lavorato sia su questa idea dei trapianti domestici, (cioè dell’introduzione negli interni di nuovi elementi di abitabilità, temporanei o stabili) sia sull’idea dei lifting urbani. Questi ultimi, intervenendo sull’esterno (la pelle) dei manufatti urbani, rappresentavano nuove possibilità di ‘arredare’ (cioè di rendere abitabile e confortevole) l’architettura.

DD: Questi progetti sono frammenti, sono micro-ambienti o macro-oggetti installati all’interno dell’architettura o sulle facciate degli edifici esistenti. Sono, ad esempio, serramenti abitabili, tende concepite come appendici domestiche e pannelli utilizzati come ampliamento delle attività di casa o come supporto pubblicitario, facciate dinamiche. Come un vestito scelto in base al gusto, all’occasione e alla voglia di autorappresentazione, questi nuovi componenti abitativi simulano le possibilità offerte dal mercato al consumatore.

La casa liberata 1997-2003, Domus Academy. Project leaders: Donegani e Lauda con Jae Kyu Lee

Habitat a catalogo, Ik-seo Choi, Corea, 1997
Le case sono composte da ambienti prefabbricati (spazi domestici, box auto, lavanderie, giardini pensili, SPA,…), montati verticalmente sullo scheletro metallico e collegati da ascensori privati abitabili (adibiti a living room, terrazzo, WC,…). Le unità abitative, concepite come immagazzinamento provvisorio di funzioni pubbliche e private, attivano nuove forme di mobilità e di condivisione degli spazi e delle risorse.

La casa perimetrica, Jae Gong Lee, Korea, 1997
È composta da pareti attrezzate che includono gli arredi e le attrezzature tecniche della casa. Alla concentrazione, nelle pareti, degli oggetti e delle relazioni si contrappone un vuoto non progettato per la crescita delle attitudini personali, elemento di ergonomia ‘esistenziale’.

La casa orizzontale, Carole Chabert, Francia, 1997
È un tappeto abitabile, composto da sedute gonfiabili ed elementi tecnici liberamente accostabili: l’evoluzione del pavimento galleggiante verso uno spazio domestico dotato di flessibilità funzionale e di instabilità strutturale. Dormire, mangiare, cucinare,… vecchi e nuovi cerimoniali si svolgono stando accovacciati, sdraiati o inginocchiati, sovrapponendo culture diverse e lontane nell’idea del pavimento come elemento fondativo della casa.

Direct service, Nikolaos Koronis, Grecia + Omer Unal, Turchia, 1997-2003
L’introduzione di servizi in sostituzione dei prodotti libera i consumi individuali dall’acquisto di hardware costosi, definitivi e di rapida obsolescenza. Gli arredi-servizio e gli arredi usa e getta rigenerano lo spazio domestico e lo liberano dalla sua dimensione patrimoniale. Borse termiche distribuite nei supermercati contro deposito conservano i cibi; tatami e biancheria sono forniti, e ciclicamente lavati, dalla lavanderia; l’home-office, fornito insieme al contratto di assistenza, racchiude le attrezzature per lavorare in casa;...

Trapianti domestici e lifting urbani, Domus Academy: Donegani e Lauda con Luca Buttafava, Jae Kyu Lee

Sof_t, Heper Selin, Turchia
Sof_t è una collezione di infissi specializzati che integrano all’interno del vano finestra tradizionale funzioni domestiche: da quelle tecniche e impiantistiche (quali termosifoni, fan coil e unità di condizionamento dell’aria) a quelle estetiche e d’uso (quali mini ufficio, librerie o sistemi per la coltivazione di piante e fiori). Una collezione per rendere abitabile la finestra.

Cell, Cenker Zeynep Ece, Turchia
Cell è una pelle architettonica intelligente che regola gli scambi tra l’esterno e l’interno degli edifici. Le strutture ‘parassitarie’ sono applicate all’esterno delle finestre. In tal modo filtrano l’aria e la luce esterna, mentre i led inviano messaggi personali all’attenzione della città.

Multi-face, Lee Jung Sun, Corea
Multi-face è una pelle multifunzionale applicata agli edifici per portare all’esterno alcune funzioni della casa. I diversi elementi del sistema (che funzionano anche da supporto per messaggi pubblicitari) possono essere usati come spazi dispensa per conservare il cibo all'aperto, oppure come depositi per biciclette e valigie, appendici domestiche per lavare e stendere il bucato...

Karma, Senturk Mert, Turchia
Karma è un sistema modulare che, simile a un esoscheletro tecnologico, si applica ai muri perimetrali degli edifici. Gli elementi del sistema, componibili tra loro, ospitano le canalizzazioni per l’elettricità e la climatizzazione. Ricoprendo intere facciate o parti di queste, gli impianti “a vista” distribuiscono le tecnologie all’interno delle abitazioni creando una decorazione degli edifici che può ricollegarsi alla cultura figurativa dei luoghi.

Wall Pockets, Kim Bo Yeon, Corea
Una pelle tessile si sovrappone agli edifici esistenti. Gli elementi, aggregabili tra di loro, svolgono le funzioni di tende/contenitori; come tasche applicate ai muri degli edifici organizzano e proiettano all’esterno alcune funzioni. Gli elementi tessili, come vestiti, mettono in mostra lo stile di vita dei singoli abitanti.

Drag In, Lee Hwa Seon, Corea
Drag In è una cellula abitativa che si sviluppa in lunghezza: gli spazi della casa, definiti da pochi arredi, sono collegati tra loro da un corridoio attrezzato con binari a pavimento e a soffitto. I mobili (attrezzature tecniche e oggetti domestici) scorrono orizzontalmente lungo i binari per posizionarsi dove sono di volta in volta necessari: all’aperto, sul terrazzo, in corrispondenza del bagno, della zona letto… Visibili dalla strada, attraverso una vetrata continua, gli arredi scorrevoli cambiano continuamente la facciata dell’edificio.
Habitat a catalogo, Ik-seo Choi, Corea, 1997
Habitat a catalogo, Ik-seo Choi, Corea, 1997
La casa perimetrica, Jae Gong Lee, Korea, 1997
La casa perimetrica, Jae Gong Lee, Korea, 1997
La casa orizzontale, Carole Chabert, Francia, 1997
La casa orizzontale, Carole Chabert, Francia, 1997
Direct service, Nikolaos Koronis, Grecia + Omer Unal, Turchia, 1997-2003
Direct service, Nikolaos Koronis, Grecia + Omer Unal, Turchia, 1997-2003
Sof_t, Heper Selin, Turchia
Sof_t, Heper Selin, Turchia
Sof_t, Heper Selin, Turchia
Sof_t, Heper Selin, Turchia
Cell, Cenker Zeynep Ece, Turchia
Cell, Cenker Zeynep Ece, Turchia
Cell, Cenker Zeynep Ece, Turchia
Cell, Cenker Zeynep Ece, Turchia
Multi-face, Lee Jung Sun, Corea
Multi-face, Lee Jung Sun, Corea
Multi-face, Lee Jung Sun, Corea
Multi-face, Lee Jung Sun, Corea
Karma, Senturk Mert, Turchia
Karma, Senturk Mert, Turchia
Karma, Senturk Mert, Turchia
Karma, Senturk Mert, Turchia
Wall Pockets, Kim Bo Yeon, Corea
Wall Pockets, Kim Bo Yeon, Corea
Wall Pockets, Kim Bo Yeon, Corea
Wall Pockets, Kim Bo Yeon, Corea
Drag In, Lee Hwa Seon, Corea
Drag In, Lee Hwa Seon, Corea
Drag In, Lee Hwa Seon, Corea
Drag In, Lee Hwa Seon, Corea

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