Quando nel 1942 Domus lancia il suo invito, per i nomi più in vista sulla scena del moderno italiano, ad immaginare una casa ideale, le risposte riveleranno in realtà un panorama molto più variegato di quanto si possa pensare, tutto fuorché un modernismo monolitico o un novecentismo corale. Complice certo la scelta attenta dei nomi – l’eclettismo estetizzante di Mollino, le diverse modernità di Banfi, Belgiojoso e Peressutti, la razionalità di un giovane Zanuso – ai quali si uniscono Bianchetti e Pea, con una casa che sembra scappare in avanti scartando ancora di più dal gruppo. Angelo Bianchetti diventerà celebre in seguito per le strutture futuribili ed espressive dei suoi autogrill nel dopoguerra, e il progetto che invia a Domus colo collega è anticipatore di molti temi che appartengono agli anni successivi: è una casa dalle forme quasi più affini al Wright della cascata, e al successivo California Modern, e nel presentarla gli architetti esordiscono evocando persino quella che oggi chiameremmo sindrome dell’impostore. Un viaggio nel futuro di una disciplina, che Domus pubblicava in un’Italia dal presente disperato, nel maggio del 1943, sul numero 185.

Casa di campagna
Chi è del mestiere conosce le perplessità che ci affliggono allorché ci decidiamo a disegnare un mobile o magari una casetta per noi stessi: di fronte al committente ed al pubblico una certa spavalderia professionale quasi sempre ci aiuta a superare con disinvoltura i nostri dubbi e la critica di quelli, ma davanti a noi stessi ci impaperiamo più facilmente: il dover disegnare qualcosa per noi ci porta inevitabilmente ad un esame di coscienza durante il quale il latino di Don Abbondio non serve: si gioca a carte scoperte e l’autocritica conduce a conclusioni spesso deprimenti in riguardo alle nostre capacità e alla nostra fantasia.
E certo l’avventura più bella quella di modellarci la nostra casetta! Ma aimè, quante perplessità! Provate a chiedere ad un medico quale è, secondo lui, il regime di vita che meglio si addice alla propria costituzione fisica: potete essere certi di rivolgergli una domanda estremamente imbarazzante.
Nel nostro caso, per imbrogliare maggiormente le cose, si tratta di due architetti che devono disegnare la casa ideale per l’uno o per l’altro e per tutti e due insieme. Dunque, esame di coscienza a due e pudori e reticenze non facili da superare nemmeno dopo dieci anni di ininterrotta e fraterna collaborazione.

Varrebbe la pena di parlare delle vicende attraverso le quali è maturato il progetto che vi presentiamo, ma le lasciamo immaginare, per mancanza di spazio, ai nostri amici psicologhi, importandoci invece di avvertire il lettore che così come lo presentiamo rappresenta solo, come tutte le cose ideali, un progetto di larga massima suscettibile di una più accurata messa a fuoco. Sarebbe più appropriato parlare qui di schema per il progetto di una casa d’architetto, dal quale partire per giungere ad una impostazione più dettagliata e precisa. Abbiamo pensata la casa in collina, nei dintorni del lago od in vicinanza del mare; di fronte ad un paesaggio aperto ed in clima temperato.
Vi si accede da una strada carrozzabile poco discosta dalla quale essa sorge. Tenendo conto che in campagna il prezzo dell’area consente un abbondante sviluppo di superficie coperta, abbiamo distribuito la costruzione su di un unico piano rialzato col vantaggio di poter meglio articolare la pianta senza eccedere nella cubatura. La inclinazione del terreno verso il parco (si presume d’avere a disposizione 3 o 4000 mq. di terreno) consente di ricavare locali fuori terra anche nel seminterrato sì da renderli abitabili.
A questo piano si trovano le camere da letto dei domestici, la cucina, (collegata al sovrastante officio mediante montacarico) la stireria guardaroba, la dispensa, la cantina, il carbonile ed il locale per l’impianto centrale di riscaldamento.

Al piano rialzato i locali indispensabili per una confortevole dimora in campagna di una famiglia composta di 4 o 5 persone. Lo studio può essere adibito a camera per ospite: tenendo conto di ciò lo si è fornito di un lavabo proprio.
La camera di soggiorno comunica con quella da pranzo ed ambedue sono in continuo contatto con il paesaggio esterno, verso il parco, mediante una parete vetrata ad elementi scorrevoli protetti esternamente da un pensilina a sbalzo.
Il corridoio che dall’ingresso porta alla camera da letto divide la sala da pranzo dall’officio. Due sono le camere da letto: a quella dei genitori è annesso un piccolo spogliatoio guardaroba. Disegnando i prospetti e le piante abbiamo notato che questa ala può essere prolungata con l’aggiunta di una terza camera da letto, senza turbare l’armonia dei prospetti e il rapporto dei volumi. Lungo le camere da letto verso la parte soleggiata corre un largo balcone protetto da pensilina a sbalzo, pavimentato con liste di legno. I locali di servizio sono raccolti attorno da un cortiletto interno con ingresso proprio, sul quale si affaccia pure l'autorimessa in modo da consentire il lavaggio e la riparazione delle automobili.
I locali di soggiorno, come le camere da letto, sono rivolti verso il giardino rimanendo solo gli accessi padronali, di servizio e l’autorimessa rivolti verso strada. La struttura della quale sarà, dove possibile, realizzata a muri pieni con materiale locale e con alcune parti interne ed esterne a vista, in pietrame o litoceramica (a secondo della località e della conseguente disponibilità dell’uno o l’altro materiale). Le parti di costruzione per le quali il progetto prevede luci speciali od esilità di scheletro bisognerà risolvere con c. a. o ferro. I serramenti saranno pure in ferro.

Pavimenti a listoni di larice nei locali di soggiorno e da letto: in ceramica nei ser vizi e nei disimpegni. Pareti a tinte chiare: alcune, come quella libera che divide il pranzo dall’ingresso dovrebbe essere decorata a fresco o a mosaico (pensiamo a Nivola, al povero Fancello, a Buffoni...). Prevediamo un arredamento costituito esclusivamente di elementi normalizzati in legno o acciaio eccetto che per le due grandi librerie a parete nel soggiorno e nello studio.
Il caminetto del soggiorno non vuol essere un elemento decorativo alla moda, ma una vera sorgente di calore da sfruttare in alcune sere del primo autunno.
Sarebbe bello decorare la galleria che conduce dall’ingresso allo studio con quadri e ceramiche. La terrazza verso il giardino lungo il soggiorno è pavimentata con bevole a pezzame grande con erba e fiori negli interstizi. Lungo la grande vetrata dei locali di soggiorno tapparelle regolabili all’americana e tende scorrevoli. La copertura della casa è prevista con solaio a grande camera daria ed a elementi digradanti tipo Bidelta. Esterni rivestiti con tessere di ceramica chiarissima salvo che per le parti in pietra a vista o litoceramica.