In Portogallo l'architettura recente ha subito influssi da parte di maestri tanto stranieri che locali. La Scuola di Oporto, di cui tanto si è parlato, è una progenie di professionisti che hanno studiato l'un l'altro da vicino i rispettivi progetti e hanno adottato come punto di riferimento un corpus di opere ritenute espressione di adesione o negazione di tendenze locali e contemporanee. In questo senso gli edifici progettati negli anni Cinquanta e Sessanta da Fernando Távora, uno dei maestri di Eduardo Souto de Moura, presentano una sintesi di tradizioni vernacolari locali e di procedimenti di astrazione (secondo gli sviluppi dell'arte e dell'architettura dei primi decenni del Ventesimo secolo), contrapposti alla falsa coscienza del 'tradizionalismo' salazariano. Il Mercato di Braga di Souto de Moura (1980) era in parte un omaggio al celebre Padiglione del Tennis di Távora (1957) alla Quinta de Conceiçao di Matosinhos. Alvaro Siza, anch'egli maestro di Souto de Moura, ha spalancato al suo allievo la dimensione plastica e figurativa dell'architettura. Mentre Siza guardava in particolare ad Alvar Aalto in materia di ispirazione sociale e architettonica, la sensibilità e il pensiero di Souto de Moura sono più prossime alla sottolineatura tettonica di Ludwig Mies van der Rohe e all'opera degli architetti olandesi di De Stijl. La libertà personale, per come la si rileva nell'opera di Siza, viene considerata da certi giovani architetti portoghesi un privilegio singolare, cui non possono né vogliono aggiungere nulla. Una situazione simile a quella che in Finlandia si verificò forse dopo la seconda guerra mondiale, certamente dopo la morte di Aalto.
Nella tradizione di Mies, Souto de Moura considera l'architettura come una precisa cornice della vita, e non il suo riflesso o il suo effetto.
