Vuild ha presentato il progetto per il nuovo stadio in legno destinato a diventare la futura casa del Fukushima United Fc. Commissionato da SportX — football club operator che gestisce tutte le operazioni legate alla squadra — l’intervento si configura come infrastruttura sportiva ma anche come dispositivo sociale e culturale, pensato per favorire la partecipazione della comunità locale e riaffermare, attraverso l’architettura, un percorso di rigenerazione dopo il terremoto del 2011. Il progetto si ispira alla tradizione giapponese dello Shikinen Sengu, la ricostruzione periodica dei santuari, e introduce tre cicli di riferimento – risorse, comunità e artigianato – che guidano la concezione dello stadio. I componenti strutturali, realizzati in legno locale, sono progettati per essere smontati e riutilizzati, mentre il processo di assemblaggio viene immaginato come un rito collettivo, con il coinvolgimento di cittadini e tifosi in un’atmosfera che richiama le processioni mikoshi e le cerimonie tradizionali di innalzamento delle strutture lignee. L’iniziativa è accompagnata da programmi di riforestazione e da attività di formazione artigianale per trasmettere competenze alle nuove generazioni.
Il nuovo stadio di Fukushima, in Giappone, è tutto in legno
Per il club di una delle regioni più colpite dai danni ambientali nel mondo, Vuild firma un progetto che combina strutture lignee innovative e pratiche sostenibili, tutte ispirate alla tradizione dello Shikinen Sengu: la ricostruzione comunitaria dei santuari shintoisti.
Image Courtesy of Vuild
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- Romina Totaro
- 18 settembre 2025
Lo stadio si articola in quattro volumi distinti, ciascuno inferiore a 3mila metri quadrati, con un massimo di due piani e un’altezza di 16 metri. Gli spazi tra i volumi funzionano come ingressi e punti di connessione. Al piano terra trovano posto spogliatoi, servizi e aree ristoro, mentre il secondo livello della tribuna principale ospita le zone VIP e le cabine per le riprese televisive. Una delle tribune posteriori integra inoltre funzioni ricettive, con camere d’albergo destinate a generare entrate complementari.
Dal punto di vista strutturale, il progetto propone l’impiego di Hyperbolic Paraboloid Shells in legno lamellare. L’assemblaggio utilizza elementi lignei di piccola sezione, disposti con rotazioni progressive per definire superfici curve. Sopra di essi altri elementi sono tesi in forma catenaria, dando vita a coperture leggere ma capaci di grandi luci. L’insieme richiama i tetti spioventi delle case tradizionali di Ōuchi-juku, reinterpretati in chiave contemporanea per ottimizzare illuminazione naturale, ventilazione e ombreggiamento stagionale.
Le strategie ambientali si adattano al clima della regione, caratterizzato da forti escursioni termiche: le geometrie delle coperture schermano dal sole estivo e dai venti invernali, canalizzano le brezze verso le gradinate e integrano sistemi di raccolta e riuso delle acque piovane. In inverno, la neve accumulata può contribuire al raffrescamento estivo, mentre gli impianti a energia rinnovabile mirano all’autosufficienza del complesso. Lo sviluppo è stato affiancato da Arup, una delle più importanti società internazionali di ingegneria, progettazione e consulenza architettonica, che ha condotto simulazioni digitali per testare l’efficacia delle soluzioni.
Attualmente il progetto è esposto a Palazzo Mora, all’interno dell’European Cultural Center di Venezia, come parte della Biennale di Architettura 2025, dove resterà visitabile fino al 23 novembre.