Motocompacto, lo scooter futuristico che viene dal passato di Honda

L’azienda giapponese lancia Motocompacto, veicolo pieghevole che riprende un design stravagante degli anni ‘80, proposto oggi come soluzione di mobilità dell'ultimo miglio per i conducenti di auto elettriche.

Negli anni '80, Honda tentò con scarso successo di commercializzare un piccolo scooter a benzina chiamato Motocompo. L’idea era semplice: lo scooter era abbastanza piccolo da entrare nel bagagliaio di una city car Honda, permettendo così agli automobilisti di parcheggiare fuori città, per poi sfrecciare in centro su un piccolo e agile motorino.

Il prodotto non fu accolto bene dal pubblico giapponese e dopo un paio d’anni fu ritirato dal mercato. Ora Honda ha deciso di provarci di nuovo con il lancio di Motocompacto: il concetto è lo stesso ma il design è stato aggiornato con linee che meglio si adattano alla nuova “Space Age”. Il motore, ovviamente, non è più a benzina ma elettrico.

Con una velocità massima di 25 km/h, le ruote piccole e una batteria con capacità limitata, il Motocompacto, catalogabile nella categoria dei microscooter, ha tutte le caratteristiche di un monopattino pieghevole dal design stravagante.

Anche l’autonomia è limitata a una ventina di kilometri, il che ha comunque senso per lo scopo originario del veicolo: un’opzione per l’ultimo miglio per facilitare il parcheggio di un’auto elettrica in aree densamente popolate. Ma non solo.

“Motocompacto è perfetto per muoversi in città e nei campus universitari. È stato progettato pensando al comfort e alla praticità del pilota, con una comoda sella, pedane a presa sicura, un portaoggetti a bordo, un tachimetro digitale, un indicatore di carica e una comoda maniglia per il trasporto”, spiega Honda nel suo materiale di marketing. “Un’applicazione per lo smartphone consente agli utenti di regolare le proprie impostazioni personali, tra cui l’illuminazione e le modalità di guida, tramite Bluetooth”.

Sebbene il Motocompacto sia più in linea con lo spirito attuale e la domanda di mercato rispetto al Motocompo degli anni ‘80, c’è da chiedersi perché si dovrebbe preferire un ingombrante kickscooter che si ripiega in una scatola grande come una valigia a un qualsiasi monopattino elettrico compatto che, oltre ad avere un autonomia superiore, occupa potenzialmente meno spazio nel bagagliaio (o in un ripostiglio) rispetto alla soluzione presentata dal brand giapponese. Ma sotto il profilo estetico niente da dire: il Motocompacto potrebbe presto diventare un cult.

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