I Nove viaggi nel tempo di Alcantara

Anche quest’anno dieci artisti sono stati invitati a reinterpretare il soffice materiale di rivestimento, immersi nelle stanze di Palazzo Reale.

Li Shurui, Tempio di reverenza per la conoscenza oltre la comprensione umana, 2018

“Nove viaggi nel tempo” è la mostra a Palazzo Reale che ospita dieci artisti internazionali chiamati a reinterpretare Alcantara all’interno delle sale dell’Appartamento del Principe. Arte e industria si fondono per creare qualcosa di inedito. Il progetto è a cura di Davide Quadrio e Massimo Torrigiani, con il coordinamento di Selva Barni e Ilaria Speri.

“Questa è la terza di un ciclo di mostre che abbiamo iniziato nel 2016,” racconta Massimo Torrigiani. “La prima si chiamava ‘Ho visto un re’, la seconda ‘Codice di avviamento fantastico’ e la terza ‘Nove viaggi nel tempo’. “Il progetto segue due linee guida semplicissime: l’uso del materiale e gli spazi suggestivi di Palazzo Reale. Quando abbiamo pensato chi coinvolgere abbiamo scelto artisti che da un lato accettassero la sfida di lavorare con il materiale Alcantara, dall’altro che avessero la forza, l’energia, l’immaginazione necessaria per affrontare uno spazio come questo. Gli artisti hanno visitato la fabbrica di Alcantara dove hanno incontrato i tecnici e osservato il processo produttivo, confrontandosi di continuo con l’azienda durante la produzione delle loro opere, in molti casi elaborando nuove lavorazioni del materiale.”

“Negli anni, questa presenza dell’industria è venuta fuori nei lavori di alcuni artisti,” prosegue Torrigiani, “ad esempio Matthew Herbert nella prima mostra aveva intervistato operai e impiegati di Alcantara facendosi raccontare le loro vite e il loro rapporto con l’azienda e il lavoro. Nella seconda mostra i Soundwalk Collective avevano composto la musica a partire dalle registrazioni delle macchine in produzione. Anche questa volta Caterina Barbieri ha lavorato sul suono della fabbrica per la sua composizione. Questa linea è presente nella cultura musicale italiana, nella Fabbrica Illuminata di Luigi Nono c’è forse l’esempio più famoso e chiaro – che però è a rischio di estinzione, come forse anche le fabbriche. Ci sembrava importante mettere in luce la presenza del lavoro e della produzione perché tutto il progetto nasce con l’ambizione di dare una prospettiva nuova al rapporto tra industria e arte, tra committenza e istituzioni pubbliche.”

La prima stanza dell’Appartamento del Principe accoglie l’opera che apre il percorso espositivo: Desiderio di Aaajiao. Accolti in un ambiente lattiginoso, dalle pareti avvolte di Alcantara bianca, siamo proiettati in una dimensione spaziale clinica e microscopica. Una grande capsula trasparente dalla forma organica avvolge un corpo dai contorni sfumati, fase embrionale del processo produttivo del materiale. Si tratta del ‘fiocco’, la forma primaria del materiale che ne precede la fase di agugliatura, il processo che tramite un sistema di aghi mobili conferisce forma e compattezza al materiale. Nella stanza successiva, l’opera di Zimoun 156 motori DC, cavi, scatole in MDF di 30x30x3cm. Una parete taglia lo spazio diagonalmente e letteralmente ‘canta’le proprietà sonore dell’Alcantara, battendone il tempo. Il terzo ambiente è il palcoscenico della collaborazione tra la designer Iris van Herpen e l’artista Esther Stocker, Indefinitamente estesa. Un abito scultura, realizzato attraverso un meticoloso processo di lavorazione artigianale del materiale. 

Zimoun per Alcantara
Zimoun, 156 motori DC, cavi, scatole in MDF di 30x30x3cm, Alcantara e Palazzo Reale di Milano, 2018

Le due stanze a seguire sono affidate ad Andrea Anastasio e al suo Eden. Ispirata a una gigantesca anaconda, metafora della civiltà dei consumi, l’opera si presenta come sintesi di elementi di produzione industriale, uniti a rimandi decorativi all’Appartamento del Principe. Ci troviamo di fronte a un paesaggio di suppellettili urbane, nobilitate e trasformate in materia viva da una lussuosa ‘muta’ di Alcantara. Concepita come un luogo universale che conserva le memorie dell’umanità, Riflessione di spazio e tempo di Chiharu Shiota è una fitta ragnatela monocromatica che attraverso un sistema di specchi altera la percezione fisica e temporale dello spazio circostante. Oltre il giardino nucleare del collettivo berlinese Zeitguised è frutto di un algoritmo sviluppato per questa occasione, che fa emergere dal pavimento della stanza da cui è generata un’isola distorta di colori e forme, immerse nel soundscape di Caterina Barbieri. Li Shurui ha creato un ambiente dalle connotazioni sacre: un grande tholos dalla complessa struttura curvilinea il Tempio di reverenza per la conoscenza oltre la comprensione umana. Krijn de Koning, infine, ha creato una stanza nella stanza interamente rivestita in Alcantara blu, i cui profili architettonici con porte, finestre, passaggi e vani geometrici si sovrappongono allo spazio reale, mettendo in scena una percezione fittizia del tempo e dello spazio.

Titolo:
Nove Viaggi nel Tempo
Curatori:
Davide Quadrio e Massimo Torrigiani
Coordinamento curatoriale:
Selva Barni, Ilaria Speri
Azienda:
Alcantara®
Date di apertura:
fino al 13 maggio 2018
Luogo:
Appartamento del Principe, Palazzo Reale
Indirizzo:
Palazzo Reale, Milano

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