Arte nella Casa di Vetro

Lina Bo Bardi e la sua residenza, due riferimenti emblematici della modernità latinoamericana, hanno ispirato al curatore Hans Ulrich Obrist una mostra nella Casa di Vetro, con interventi di oltre trenta artisti e architetti.

Nel 1946 Lina Bo, all'epoca collaboratrice di Domus [1], emigra in Brasile insieme al marito, Pietro Maria Bardi. Cinque anni dopo, acquisisce la cittadinanza brasiliana e porta a termine la sua prima opera di architettura, una casa a San Paolo, in un quartiere distante dal centro. La coincidenza temporale di questi due eventi è degna di nota. Lina diventa sudamericana senza smettere di essere europea, la sua Casa de Vidro ("Casa di vetro") si erge come un'opera al contempo internazionale e tropicale.

Lina e la sua residenza, due riferimenti emblematici della modernità latinoamericana, hanno ispirato la proposta di una mostra nella Casa di Vetro da parte del curatore Hans Ulrich Obrist, fautore della capacità espositiva degli spazi domestici, in continuità con una serie di analoghe esperienze nella casa di Federico García Lorca a Granada, la Casa Luis Barragán a Città del Messico, il Sir John Soane Museum a Londra e la Nietzsche Haus a Sils Maria, in Svizzera.

The insides are on the outside, titolo scelto da Douglas Gordon, propone interventi di oltre trenta artisti e architetti raggruppati in tre fasi, la prima delle quali, The Prelude, è stata aperta al pubblico il 5 settembre. I lavori, accomunati da uno spirito di omaggio nei confronti dell'opera sviluppata dall'architetto fino al giorno della sua morte nel 1992, sono collocate nella controversa intima cornice del suo giardino, studio e casa. Nel posto dove la formazione razionalista e l'acuta sensibilità di Lina verso la bellezza del vernacolare, creano un progetto articolato.
La Casa de Vidro vista dell'esterno. Photo Henrique Luz
La Casa de Vidro vista dell'esterno. Photo Henrique Luz
Radicata nella terra tramite i massicci volumi delle stanze e staccata dal terreno con il suo grande salone posto su delicati pilastri, la casa cerca la vista dall'alto della collina attraverso pannelli di vetro che scivolano consentendo quell'estremo avvicinamento alla natura che Lina ricercava. Per quanto la composizione sia condizionata dalla struttura sociale imperante all'epoca, che separava rigidamente gli spazi destinati alla servitù, è evidente una proposta di dialogo tra i valori di quella società, ancora debitrice nei confronti del colonialismo, e la modernità.
Intervento di Paulo Mendes da Rocha, 2012
Intervento di Paulo Mendes da Rocha, 2012
Se il fascino esercitato su Lina dal paese che l'aveva accolta appare esplicito nelle sue parole: "Non sono nata qui, ho scelto questo paese per vivere. Perciò il Brasile è due volte il mio paese", gli interventi degli autori brasiliani dimostrano un'ammirazione reciproca. Paulo Mendes da Rocha partecipa con una testimonianza che fa riferimento allo sguardo acuto dell'architetta e Waltercio Caldas con un'installazione, nella stanza della coppia, di specchi che si riflettono a vicenda.

La raffinatezza di Cildo Meireles e di Cinthia Marcelle cerca di ricreare un'atmosfera di vita che era andata svanendo da quando la casa aveva smesso di essere usata come una casa (fu donata nel 1995 dallo stesso Bardi per diventare la sede dell'Istituto Lina Bo e P.M. Bardi). Così Meireles, l'artista che aveva presentato l'opera di Lina a Hans Ulrich Obrist, crea un'esperienza sensoriale.

Nell'ascesa processionale lungo la scala di ferro e granito posta sotto il grande salone, il visitatore è avvolto da un intenso odore di caffè. Mentre passeggia nello spazio, lo sorprende una voce maschile che esclama con autorità: "Lina, va' a fare un caffè". Divertente, la frase racchiude la difficile relazione "tra uomo e donna, come quella tra fascismo e comunismo", ricreando i momenti in cui nell'imminenza di una discussione politica, Bardi diceva alla moglie di andare in cucina a preparare un caffè. La ricostruzione della frase ha richiesto un attento lavoro di ricerca fra antiche registrazioni, una ricerca simile a quella condotta da Marcelle tra la collezione di vinili della coppia.
È evidente una proposta di dialogo tra i valori di quella società, ancora debitrice nei confronti del colonialismo, e la modernità.
SANAA, installazione di modelli all'interno della biblioteca
SANAA, installazione di modelli all'interno della biblioteca
L'artista recupera una selezione che comprende motivi di Vinicius de Moraes, Duke Ellington e Bach, oltre all'inno del proletariato, L'Internazionale. In questa nuova versione della performance Audição, undici interpreti entrano in scena uno alla volta, sovrapponendo gradualmente le proprie melodie.
SANAA, installazione di modelli all'interno della biblioteca
SANAA, installazione di modelli all'interno della biblioteca
The Prelude comprende anche due caricature di Alexander Calder che raffigurano i coniugi Bardi e fotografie recenti di Gilbert & George che si autoritraggono accanto al camino o in piedi di fronte alla facciata di vetro. Lo studio SANAA, le cui decine di modelli di lavorazione vengono esposte in situ, sono stati invitati a ridisegnare la biblioteca. Lo spazio dove inizialmente la coppia lavorava era composto da mobili metallici con scaffali di vetro, che hanno dovuto essere sostituiti a causa della loro fragilità. Sejima & Nishizawa realizzeranno nuovi mobili in fibra di carbonio, estremamente sottili e resistenti, che riempiranno lo spazio occupato dai precedenti. Le prossime fasi della mostra comprenderanno, tra le altre, opere di Arto Lindsay, Dan Graham, Dominique Gonzalez-Foerster, José Celso Martínez Correa, direttore a settantacinque anni del Teatro Oficina progettato da Lina nel 1990, Koo Jeong-A, Madelon Vriesendorp, Olafur Eliasson, Rirkrit Tiravanija, Rivane Neuenschwander, Rem Koolhaas e Norman Foster.
Alexander Calder, due caricature che raffigurano i coniugi Bardi
Alexander Calder, due caricature che raffigurano i coniugi Bardi
È inevitabile far risaltare l'importanza del lavoro editoriale nell'opera di Lina, sottolineando che gli articoli da lei pubblicati su Domus negli anni quaranta annunciavano già gli interessi che Bo avrebbe sviluppato nel progetto della casa. "Architettura e natura, la casa nel paesaggio", "Alla ricerca di una architettura vivente" sull'architettura moderna californiana di Albert Frey, o "Sistemazione degli interni" sono solo alcuni esempi. È corretto quindi parafrasare il sottotitolo originario di Domus, L'arte nella casa: la mostra non potrebbe essere più letterale.

Note
1. Tra gli anni 1944 e 1945, Lina Bo diresse Domus insieme con Melchiorre Bega e Carlo Pagani, in assenza di Gio Ponti.
Gilbert&George ai lati del camino di Lina Bo Bardi e in piedi, 2012
Gilbert&George ai lati del camino di Lina Bo Bardi e in piedi, 2012
Casa de Vidro, vista interna. Photo Henrique Luz
Casa de Vidro, vista interna. Photo Henrique Luz
Cinthia Marcelle, <em>Audição</em>, 2012
Cinthia Marcelle, Audição, 2012

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