Dai loft di New York ai ranch texani di Marfa: apre al pubblico lo studio di architettura di Donald Judd

Artista minimalista e designer iconico, Donald Judd ha fatto dell’architettura una parte essenziale della sua pratica. In pieno deserto texano, la Judd Foundation apre per la prima volta al pubblico il suo studio: un edificio restaurato con rigore tra arredi, modelli, opere e strategie sostenibili.

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas

Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

È il 1973 quando Donald Judd, la figura più celebre della minimal art, sposta il centro della sua vita da New York a Marfa, una cittadina del deserto texano che allora non sta passando i suoi anni migliori. Lui, che la New York del loft living l’ha appena inventata, lui che con la sua casa-studio al 101 di Spring street, SoHo, ispirerà le vicende e gli spazi di tantissimi altri artisti, già a inizio ’70 ritiene quella città troppo commerciale. Va in Texas, recupera edifici, produce lavori, coinvolge artisti (come Dan Flavin), nasceranno dopo di lui leggende come il Prada Marfa di Elmgreen e Dragset, con la sua vetrina di sole scarpe destre. Ma è proprio in quel passaggio di 50 anni fa che inizia una storia, una parte della storia di Judd, che ancora oggi va avanti.

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas. Foto Matthew Millman © Judd Foundation.

A Marfa infatti riapre a settembre 2025 l’Architecture Office, uno degli undici edifici legati alla vita texana dell’artista, ora parte del National Register of Historic Places. Il Glascock Building è una struttura di inizio Novecento, due piani di mattoni che avevano ospitato una locanda e un droghiere, piena rappresentazione plastica degli Stati Uniti nella loro crescita, e lì si è espressa la parte più progettuale della vita di Judd, una sua vita di architetto di cui ancora poco si parla, nonostante quasi tutto il suo lavoro parli di architettura, della relazione tra l’umano e lo spazio.

Per lungo tempo, e ormai definitivamente, l’arte e l’architettura si sono allontanate. (…) La separazione è un’espressione della povertà di questa civiltà.

Donald Judd, “On architecture”, 1984

L’edificio è un capitolo nuovo in quella pratica di repurposing che è fondamentale per capire Judd già a New York, una pratica dove il non costruire diventa ancora più forte del costruire: i loft di SoHo erano spazi produttivi abbandonati, dove gli artisti avevano cominciato ad abitare, creando una comunità così solida da far bocciare la costruzione di un’autostrada urbana che Robert Moses voleva al loro posto, e da regalarci la downtown Manhattan che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni. E nella stessa maniera vanno poi le cose nel 1990, quando Judd acquisisce il Glascock a Marfa e di fatto lo restaura, rimuovendo le superfetazioni accumulate negli anni, pulendo le facciate e aggiustando le finestre: “e ora è più simile alle origini di quanto non sia stato per trent’anni”, con una semplice, ma non secondaria, differenza. “L’unica cosa diversa”, diceva infatti Judd “è che ha un arredo inusuale all’interno. Ma è tutto dentro, e in qualche modo non si fa notare”.

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas. Photo Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Dentro l’edificio infatti c’è finalmente lo spazio per appendere i disegni dei suoi progetti d’architettura – la sua casa svizzera di Eichholteren e la Peter Merian Haus per citarne un paio – e poi ci sono i suoi arredi, quegli oggetti-ponte tra l’astrazione delle composizioni minimali e l’intangibile concretezza dell’abitare domestico che sono in produzione ancora oggi sotto il controllo della Judd Foundation, continuando a ispirare collaborazioni. Il piano superiore diventa uno spazio residenziale, che Judd arreda con mobili suoi e di Alvar Aalto, appendendo anche sei dipinti di John Chamberlain come installazione permanente.

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas. Photo Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Con il 2018 è iniziato un nuovo processo di restauro e ricostruzione lungo sette anni – le murature si erano degradate, e così alcuni infissi che erano stati poi chiusi con assi di legno – che ha anche conosciuto un ritorno al via piuttosto violento a causa di un incendio divampato nel 2021, a lavori già avanzati. È proprio dal Judd-pensiero che Troy Schaum e Rosalyn Shieh, professionisti e ricercatori, sono partiti per impostare questo processo, dal “fare niente per qualche giorno e pensare bene” prima di qualsiasi azione, soprattutto per percepire il ruolo dello spazio da restaurare come parte di un sistema, quello di Marfa, della sua comunità, del suo ambiente e della sua storia.

Donald Judd a Marfa, 1993. Foto Laura Wilson. Courtesy Judd Foundation.

È stato quindi un lavoro “brick by brick” dove i progettisti hanno imparato quanto “scegliere di non fare qualcosa sia molto più difficile che produrre qualcosa di nuovo”, come ha detto Schaum: “Questi sono lavori dove, in caso di successo, le nostre mani di progettisti lasciano solo segni minimi”. E infatti il “nuovo” Architecture Office di Marfa non solo è un restauro che vuole tornare all’origine di un’esperienza, ma soprattutto è un edificio che conserva delle opere d’arte, e lo fa respirando assieme al deserto. Il più dei nuovi interventi infatti si concentra nella parte invisibile dell’edificio, quella che ne garantisce le prestazioni energetiche, e oltre a vetri termici e un nuovo isolamento – creato con denim riciclato – fa una scelta radicale in fatto di climatizzazione. Folle pensare un impianto di condizionamento a temperatura fissa, come quelli convenzionali dei musei, qui siamo in un deserto: le opere quindi saranno conservate in un range climatico accettabile, da un sistema che rileva le temperature esterne adattandosi al loro fluttuare.

Riaprire l’Architecture Office è un passo complessissimo e leggerissimo – non ci farete dire “un gesto minimale” – ma è comunque il primo passo di un progetto molto più ampio, il restauro di tutti gli edifici di Judd Foundation in Texas, che fa fare alla fondazione un nuovo salto di scala dopo il restauro del loft di SoHo nel 2013, e dà nuovo respiro allo spirito con cui Judd era arrivato a Marfa: quello di una vita nuova per sé e per un’intera, per quanto piccola, città.

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation

Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York

Primo piano, Architecture Office, Judd Foundation, Marfa, Texas Foto Matthew Millman © Judd Foundation. John Chamberlain Art © Fairweather & Fairweather LTD / Artists Rights Society (ARS), New York