Sembra essere parte del paesaggio desertico da tempi immemori il nuovo Buhais Geology Park dello studio Hopkins Architects. Situato a 50 km da Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, l’area del progetto presenta fossili marini di oltre 65 milioni di anni e siti di sepoltura che risalgono alle età della pietra, del bronzo e del ferro. Su questo scenario marziano Hopkins Architect ha fatto atterrare quella che assomiglia a una navicella spaziale, composta da cinque capsule interconnesse la cui forma si ispira ai ricci fossilizzati ritrovati nel sito. 

Per minimizzare l’impatto sull’ambiente l’edificio è stato sopraelevato dal terreno, su cui poggia solamente in alcuni punti. La struttura di cemento prefabbricato è rivestita di pannelli di acciaio, che sono stati colorati con le stesse tonalità del paesaggio desertico degli Emirati.

Il Buhais Geology Park ospita spazi espositivi, una caffetteria, un teatro immersivo, un negozio di souvenir e altri spazi di servizio. I cinque volumi concatenati sono collegati da un sistema di spazi aperti che comprende varie passerelle, punti di osservazione e zone d’ombra. Una sesta “navicella” distaccata dalle altre è utilizzata invece come edificio di servizio.

“Il nostro approccio ‘delicato’ si ispira dai fossili marini, con una serie di gusci di riccio che poggiano lievemente sul terreno e provano a diventare parte integrante dell’ambiente,” racconta Simon Fraser, direttore dello studio Hopkins Architects. “Siamo sicuri che questa nuova struttura incoraggerà molte persone provenienti da tutto il mondo a comprendere come i nostri territori siano formati dalle attività tettoniche e come il pianeta è cambiato nel tempo.”