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Genova nel futuro

Alla galleria Pinksummer, A12 e baukuh espongono il futuro di Genova, o meglio, espongono due delle molte forme di futuro possibili, utilizzando come presupposto gli inevitabili risvolti civici del mestiere di architetto e della pratica dell'architettura.

La galleria Pinksummer conferma il proprio ruolo all'interno del panorama internazionale selezionando oggi alcune occasioni offerte dalla città di Genova, dove ha da tempo scelto di collocarsi. Lo fa esponendo un lavoro che utilizza il materiale della città stessa elaborato da due studi di architettura, Gruppo A12 e baukuh, in una piazza dove la memoria di mostre di architetti all'interno di spazi per l'arte è perlomeno labile (episodio che vale la pena ricordare è Fukuoka e altri progetti, nella galleria Locus Solus; era il 1988), o addirittura inesistente se si pensa a gallerie che espongono e commerciano opere prodotte specificamente per la mostra stessa. L'oggetto artistico offerto dagli architetti è, nella sua sostanza, il disegno dell'architettura. La rappresentazione del progetto e le sue forme diventano il prodotto dell'azione che la galleria promuove e propone. Cosa non da poco, se in alcuni luoghi e in alcuni momenti storici questa attività ha contribuito a registrare e a mettere a punto l'intera portata culturale di fenomeno (pensiamo alla stagione romana della "architettura disegnata" e al ruolo di Francesco Moschini).

I due autori operano a partire da una posizione nella quale si possono identificare alcune analogie e, naturalmente, parecchie differenze. Entrambi gli autori sono collettivi costituiti da diversi architetti, cinque A12 e sei baukuh, e prodotti dalla contrazione di formazioni iniziali più estese. Entrambi i gruppi sono omogenei anagraficamente, la media delle età dei componenti del Gruppo A12 è superiore di un lustro a quella dei baukuh, così i loro cicli universitari non si sono sovrapposti temporalmente. I cinque A12 si sono laureati in architettura a Genova, così come tre dei sei baukuh (gli altri tre provengono dallo IUAV di Venezia). Entrambi gli studi fondano la propria attività a Genova e, qualche anno dopo, la trasferiscono a Milano. Nel 2002 il Gruppo A12 produce un lavoro, intitolato 12.11.1972, andato in mostra nella originale sede Pinksummer di via Lomellini.
<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Nel lavoro presente, utilizzando come presupposto gli inevitabili risvolti civici del mestiere di architetto e della pratica dell'architettura, A12 e baukuh espongono il futuro di Genova, o meglio, espongono due delle molte forme di futuro possibili. E' una città del poco futuro quella che Gruppo A12 vede, dove l'età media è diventata superiore ai 47 anni, e supererà i 49 nel 2050. Il mezzo del cammin si è decisamente spostato più in là, ci avvisano gli autori. Gli Appunti per la città del poco futuro trovano la loro ragione nella riflessione intorno a due temi apparentemente opposti e distanti: vecchiaia - nella sua relazione con una città come Genova - e il ruolo delle visioni utopiche. Genova è una città invecchiata, ma non è una città per vecchi. E allora la città immaginata da Gruppo A12 diventa un'isola galleggiante in mezzo al mare, che ripropone la città Genova - perché di questa è il riflesso - correggendone gli errori, eliminandone gli ostacoli, rimediandone i mali.
<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Le immagini che illustrano la città del poco futuro non sono progetti o soluzioni, sono osservazioni sulla strada delle possibilità: i percorsi obbligati che consentono a chi è malato di Alzheimer di ritornare, i recinti protetti dove accadono "cose meravigliose", l'accademia delle badanti, gli archivi di immagini per costruire le comunità di memoria, la città ricomposta in piano. Tutte sono traduzioni ed estremizzazioni di quanto in alcuni casi e altrove si sta già provando a fare, magari in scala limitata e in maniera non ancora compiuta.

Baukuh sceglie di allestire lo spazio con tre pezzi: un libro di disegni in tiratura limitata (Panorama, la cui forma si deve a pupilla grafik), un video fatto di interviste (Demolire Genova, regia di Alberto Tamburelli) che accompagna, riprodotto dallo schermo di un tablet appeso a una parete, il terzo e fondamentale pezzo, un polittico (Demolire Genova) dato dalla composizione di quattro grandi tavole doppie. In esse un confronto com'è/come-sarà è espresso nella visione assonometrica di una sezione di territorio compresa tra forte Quezzi e la Foce. Le differenze sono minime, si tratta di piccole sostituzioni urbane, progetti minuti di liberazione del territorio. Il tutto deriva dall'ambito più esteso del progetto Genova -1%, un lavoro collettivo di ricerca al quale lo studio partecipa.

L'opera di rappresentazione di Genova di baukuh si colloca, a buon titolo, nel repertorio delle cartografie del territorio - che qui viene rappresentato in scala 1:1289 - e dunque ne porta tutte le conseguenze soggettive e interpretative, introducendo lo strumento della vista assonometrica come elemento di chiarezza e di descrizione.
Per la specifica malattia di Genova, l'architettura non può essere una medicina. Solo la politica potrebbe esserlo
<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Nella spettacolare proiezione monometrica che ne consegue, baukuh racconta la storia di un progetto che poco ha di utopico. Nessuna visione seduttiva, nessun paradosso. Al contrario, si tratterebbe di nient'altro che ordinaria cura dei luoghi, se a Genova volesse esistere una politica in grado di attuare questa pratica urbana. Ciò che rende sostanza al progetto è la sua evidenza, la totale coerenza tra collocazioni degli interventi e forma della città. I piccoli progetti di baukuh non salvano, semplicemente continuano Genova.
<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Del resto, la chiara idea di architettura di baukuh è comodamente rintracciabile tra le risposte all'intervista che costituisce il comunicato stampa dell'evento. "Non crediamo per niente alla presunta architettura senza architetti, che è sempre e solo architettura fatta da architetti (perché tali sono, anche se non hanno il timbro dell'ordine) oppressi, dimenticati, sfruttati. Se questa architettura senza architetti ha raggiunto un qualche risultato formale – e spessissimo è andata così – è sempre e solo perché c'era un progetto consapevole, e quindi c'era un architetto, anche se se ne sono perse le tracce."
<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
"Amadeus di Forman è uno dei film più stupidi di tutti i tempi, e Mozart sembra semplicemente uno scemo posseduto da uno spirito superiore, che è esattamente quello che non pensiamo a proposito del lavoro intellettuale. Lavorare è fatica, per tutti, e Mozart non era certo quel demente fortunato che sembra nel film". "Per la specifica malattia di Genova, l'architettura non può essere una medicina. Solo la politica potrebbe esserlo."

<em>Gruppo A12 / baukuh</em>, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh, mostra ospitata dalla galleria Pinksummer di Genova, febbraio-marzo 2013. Foto Andrea Bosio
Gruppo A12 / baukuh
dal 2 febbraio al 2 marzo 2013
Galleria Pinksummer
Palazzo Ducale, Cortile Maggiore
piazza Giacomo Matteotti 28r, Genova
inaugurazione 2 febbraio 2013 ore 18.30

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Il progetto unifamiliare firmato da Elena Gianesini dialoga con il paesaggio vicentino, combinando tranquillità e stile contemporaneo, grazie a geometrie essenziali e alla copertura metallica Mazzonetto.

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