L'ironia di Lúcio Costa e Marcio Kogan

A Venezia, l'installazione ConVivência di Lauro Cavalcanti per il padiglione brasiliano è un doppio omaggio, allegramente ironico, al passato e al presente di una nazione che seppe costruire una capitale in tre anni.

Dico: "Lucio Costa", e tutti rispondono: "Brasilia!" Ma l'architetto brasiliano, nato nel 1902 a Tolone, Francia, e morto nel 1998 a Rio de Janeiro, non fu solamente l'immaginifico creatore del Plano Piloto, il piano urbanistico secondo cui Brasilia fu costruita, tra il 1956 e il 1960, in solo 41 mesi. Era anche un profondo conoscitore della storia e dell'architettura coloniale del suo Paese, di cui diresse, dal 1937 al 1972, la divisione studi e tutela dello SPHAN (Serviço do Patrimônio Histórico e Artistico Nacional).

In Costa, la visione del futuro conviveva con quella del passato senza alcun pregiudizio: il suo progetto per il museo delle missioni gesuitiche a São Miguel das Missões, nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul, rievoca l'architettura barocca delle reducciones.

Lucio Costa era una persona aperta e con una buona dose di umorismo: l'installazione Riposatemi — che egli preparò nel 1964 per la XIII Triennale di Milano (e che il curatore del padiglione brasiliano Lauro Cavalcanti ripropone oggi nei Giardini della Biennale di Venezia) — è una curiosa composizione di amache appese a un intreccio di cavi d'acciaio attaccati alle pareti perimetrali.

È un invito al riposo certamente, ma anche un attento studio strutturale: il peso delle persone, infatti, non modifica o curva l'andamento dei cavi. E se l'amaca è uno degli stereotipi con cui siamo soliti identificare il Brasile, come ricordò Costa nel 1964, "quando fu necessario, le medesime persone che riposavano sulle amache furono in grado di costruire una nuova capitale in tre anni" ("O mesmo povo que descansava em redes sabia, quando necessário, construir uma nova capital em três anos").
In apertura: <i>Riposatevi</i>, l'installazione che Lucio Costa progettò nel 1964 per la XIII Triennale di Milano (foto di Gaia Cambiaggi). Questo progetto interpretava a pieno titolo il tema della Triennale milanese, ossia il "tempo libero" (sopra: foto di Patricia Parinejad)
In apertura: Riposatevi, l'installazione che Lucio Costa progettò nel 1964 per la XIII Triennale di Milano (foto di Gaia Cambiaggi). Questo progetto interpretava a pieno titolo il tema della Triennale milanese, ossia il "tempo libero" (sopra: foto di Patricia Parinejad)
La contemporaneità è, invece, rappresentata da Marcio Kogan che, quanto a ironia, non è certamente da meno rispetto al suo maestro: l'architetto paulistano fa un passo indietro da se stesso, senza mettere in mostra il proprio lavoro in modo accademico o sistematico.



Si trasforma così nel regista occulto di Peep, una sorta di poetica e ironica telenovela, e narra con un video l'intreccio tra le esistenze quotidiane di una famiglia che risiede in una delle sue architetture più belle—la Villa V4. Queste rappresentazioni di quotidianità vanno comunque in scena in parallelo e possono essere osservate attraverso i molti buchi che forano una grande scatola nera, trasformando noi visitatori in veri e propri voyeur. Non c'è l'esibizione dell'architettura come tale, ma un'ironica interpretazione del suo utilizzo.
Schizzo preparatorio per l'installazione milanese (per gentile concessione della Triennale di Milano)
Schizzo preparatorio per l'installazione milanese (per gentile concessione della Triennale di Milano)
ConVivência. Lúcio Costa e Marcio Kogan
Curatore del padiglione del Brasile, Giardini: Lauro Cavalcanti
Video: Peep
Installazione: Marcio Kogan + studio mk27
Coordinamento: Mariana Simas
Design team: Carolina Castroviejo, Diana Radomysler, Eduardo Chalabi, Eduardo Glycerio, Eduardo Gurian, Elisa Friedmann, Gabriel Kogan, Lair Reis, Luciana Antunes, Marcio Tanaka, Maria Cristina Motta, Oswaldo Pessano, Renata Furlanetto, Samanta Cafardo, Suzana Glogowski
Autori di Peep: studio mk27
Registi: Lea Van Steen + Marcio Kogan
Fotografia: Cleisson Vidal
Attori: Alexandre Bamba, Erika Puga, Yuri Vidal, Jacqueline Obrigon, Jerusa Franco, Ivan Capua, Potiguara Novazzi
Quando fu necessario, le medesime persone che riposavano sulle amache furono in grado di costruire una nuova capitale in tre anni
Marcio Kogan (foto di Patricia Parinejad)
Marcio Kogan (foto di Patricia Parinejad)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video <i>Peep</i> (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)
Fotogramma dell'installazione video Peep (autori: Lea Van Steen + Marcio Kogan)

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