In una città di provincia, nella quale il turismo è un altalenante supporto economico, riempire un teatro da oltre 5.000 posti per circa un mese e mezzo, non è facile. Non è pertanto un teatro totalmente sperimentale quello che può essere qui proposto, quanto piuttosto il ricongiungimento verso l'alto di una prospettiva popolare e accessibile a un pubblico generico. Lungo questo itinerario, l'INDA ha scoperto da qualche anno la rilevanza della scenografia e i vantaggi, anche di richiamo mediatico, dell'affidare l'incarico ad architetti di fama internazionale. Così, dopo le realizzazioni di Doriana e Massimiliano Fuksas nel 2009, e quella di Jordi Garcés nel 2010, tocca ora a OMA realizzare l'impianto scenico per la stagione 2012. Le scelte di queste figure non sono però l'esito di una precisa strategia, ma fortunate coincidenze che nascono dalla possibilità di estendere gli incarichi locali di architetti celebri, o dai legami che connettono professionisti locali con l'ente e prestigiosi progettisti stranieri. Non è stato infatti l'INDA a cercare OMA, ma quest'ultimo ad attivare il dialogo che ha condotto all'incarico dell'allestimento. Incarico nel quale la presenza in loco e per lungo tempo di una figura dello studio olandese è risultata cruciale.
Il modello 'inconscio' dell'impianto scenico sembra essere indubbiamente quello del progetto di Walter Gropius per il Totaltheater di Erwin Piscator.