L'ingegnere, il giardiniere e l'architetto

Il giardino botanico disegnato da Tatiana Bilbao si presta come strumento per estrapolare l'arte contemporanea dagli spazi ovattati dei musei, avvicinandola così ai cittadini.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 955, febbraio 2012

"Bisogna accettare che il ruolo del giardiniere è di pari dignità a quello dell'architetto". —Brian Eno

Poco tempo fa, durante una delle lunghe tavole rotonde organizzate da Hans-Ulrich Obrist nel padiglione-giardino della Serpentine Gallery, il musicista, produttore e artista Brian Eno ha spiegato il suo modo di intendere la creazione di una composizione musicale partendo dalla differenza tra l'architetto e il giardiniere. "Un architetto", ha affermato, "almeno nel senso tradizionale, è una persona che ha in testa un'idea precisa del risultato finale. Il suo compito è controllare il resto della natura in misura sufficiente affinché la sua idea si realizzi". Un architetto, aggiunge poi, tiene così tutto sotto controllo. Un giardiniere, invece, "collabora con il complesso e imprescindibile processo naturale". I giardini sono così: nessuno di essi, nemmeno il mitico paradiso, può essere creato né controllato in ogni minimo dettaglio. Un giardino viene coltivato, si scelgono i semi migliori, dice Eno. Si spera poi che germoglino, confidando in un risultato plausibile. Carlos Murillo, ingegnere di formazione, architetto e poi giardiniere per vocazione, nasce nel 1925 a Culiacán, capitale dal clima estremo dello stato messicano di Sinaloa. Studia all'Università di Guadalajara, dove si laurea nel 1948. S'iscrive a ingegneria perché allora, in questa città, non esisteva ancora la facoltà di architettura, che sarà poi fondata nel 1949 da Ignacio Díaz Morales e da altri rinomati architetti locali. Negli anni Cinquanta, di ritorno a Culiacán, Murillo costruisce la casa di Francisco Ritz, la sua prima opera, un chiaro esempio dell'influenza dell'architettura internazionale in Messico: mura slegate, grandi finestroni, tetto piatto.
Fondato nel 1986 da Carlos
Murillo Depraect, il parco
copre una superficie di circa
dieci ettari e custodisce più
di mille piante differenti. Con
una popolazione che supera
il milione di abitanti, Culiacán
si trova a 80 km dalla costa
messicana dell’Oceano
Pacifico
Fondato nel 1986 da Carlos Murillo Depraect, il parco copre una superficie di circa dieci ettari e custodisce più di mille piante differenti. Con una popolazione che supera il milione di abitanti, Culiacán si trova a 80 km dalla costa messicana dell’Oceano Pacifico
L'abitazione comprende anche un patio con un giardino. E proprio i giardini diventeranno la passione e il mestiere di Murillo, che continua a progettare case e i loro spazi fioriti fino a quando, nel 1986, riesce a convincere l'uomo che, all'epoca, era governatore dello stato a concedergli alcuni terreni vicini all'università per fondarvi il giardino botanico di Culiacán. A poco a poco, Murillo trasforma quel terreno non solo in un giardino, ma anche in un'area didattica. Negli anni Novanta, Agustín Coppel, imprenditore locale, incarica Murillo di progettare un sistema di giardini per una lottizzazione che aveva in programma. Il rapporto tra i due culminerà nell'idea di associare la collezione di piante di Murillo con parte della collezione di opere d'arte di Isabel e Agustín Coppel. Oggi questo parco comprende non solo oltre mille specie botaniche, ma anche i lavori realizzati, sotto la curatela di Patrick Charpenel, da trentacinque artisti contemporanei.
Il ‘gioco è finito’. Alÿs racconta:
“il 20 marzo 2011, lascio
Città del Messico a bordo del
mio Maggiolino e mi dirigo
a Culiacán. Al mio arrivo,
schianto l’auto contro un
albero nel giardino botanico.
La Natura farà il resto”
Il ‘gioco è finito’. Alÿs racconta: “il 20 marzo 2011, lascio Città del Messico a bordo del mio Maggiolino e mi dirigo a Culiacán. Al mio arrivo, schianto l’auto contro un albero nel giardino botanico. La Natura farà il resto”
Come si confà a un giardino, l'orto botanico di Culiacán è cresciuto e si è modificato nel corso del tempo (questo era un elemento fondamentale dell'idea paesaggistica di Murillo), racconta Coppel. Dell'organizzazione dello spazio e della costruzione degli edifici di servizio, necessari tanto alla collezione di piante quanto a quella di opere d'arte, è stato incaricato lo studio di Tatiana Bilbao che, a sua volta, dopo la morte dell'ingegner Murillo, ha collaborato con il Taller de Operaciones Ambientales per la progettazione e l'organizzazione del parco. Il primo compito di Tatiana Bilbao è stato quello di strutturare il giardino botanico in percorsi che definissero aree separate.
Come il giardino in cui s’iscrive, il progetto è un’opera in fieri, aperta, ferma nelle intenzioni, anche se variabile nei dettagli
Il centro educativo. Articolato
in tre volumi separati, ospita
un’aula per attività didattiche
e un auditorium
Il centro educativo. Articolato in tre volumi separati, ospita un’aula per attività didattiche e un auditorium
Dopo aver sperimentato diversi metodi per tracciare questi sentieri, ne ha scelto uno che, in un certo senso, giustifica l'assenza di metodo o, per meglio dire, giustifica un metodo astratto che lavora a distanza, dall'aria. I percorsi di un giardino già compiuto o, per l'esattezza, in divenire, si tracciano camminando: è la reiterata ricerca della radura e del sentiero più piacevoli a organizzare lo spazio. Lo stratagemma adottato è stato così quello di sovrapporre alla planimetria l'immagine sfocata di alcuni rami (di un albero qualsiasi tra quelli presenti) per poi conciliare la traccia suggerita con il giardino esistente. Gli itinerari così impostati hanno generato zone distinte, nelle quali, insieme alle diverse specie botaniche, sono state installate le opere dei 35 artisti invitati: Dan Graham, Richard Long, Teresa Margolles, Tercerunquinto, Francis Alÿs, Olafur Eliasson, insieme a molti altri. In questi interspazi fra varie aree sono essere classificati con quell'etichetta che oggi spesso chiarisce ben poco: minimi. Il giardino botanico è ancora in divenire, tanto nella costruzione di alcuni elementi già programmati quanto nell'elaborazione di nuovi. Questi ultimi corrispondono agli interessi attuali dello studio: non saranno più grandi rocce in fuga dall'angolo retto. Al contrario, seguiranno forme semplici, finanche iconiche: Tatiana Bilbao le definisce geometrie già descritte.
Vargas Lugo sospende tra
le canne di bambù una stella
in cemento e ferro. La sua
struttura, pur matericamente
massiccia, sembra
frammentarsi sotto l’effetto
delle foglie
Vargas Lugo sospende tra le canne di bambù una stella in cemento e ferro. La sua struttura, pur matericamente massiccia, sembra frammentarsi sotto l’effetto delle foglie
collocati anche alcuni edifici di servizio: tre moduli con funzioni educative e un piccolo auditorium all'aperto. Costruiti con impeccabile cura, i distinti corpi sono monoliti che si discostano da volumi ortogonali senza abusare di distorsioni a effetto. Piacevoli e luminosi bunker, sono al contempo forme e strutture che non intendono mimetizzarsi con l'ambiente circostante, né nelle loro strategie compositive, né nel risultato finale, ma nemmeno cercano un contrasto forzato. Austeri, non possono Così il progetto cresce e, in un certo qual modo, è coltivato. Come il giardino in cui s'iscrive, è un'opera in fieri, aperta, ferma nelle intenzioni, anche se variabile nei dettagli. Un'opera in cui l'architettura vuole imparare dall'ingegnere divenuto giardiniere. Alejandro Hernández Gálvez Architetto e critico, @otrootroblog
Un auditorium all’aperto con
70 posti a sedere accoglie
i visitatori all’ingresso del
parco: un video della durata
di sette minuti spiega loro la
genesi e l’organizzazione del
parco botanico
Un auditorium all’aperto con 70 posti a sedere accoglie i visitatori all’ingresso del parco: un video della durata di sette minuti spiega loro la genesi e l’organizzazione del parco botanico
Architetto: Tatiana Bilbao S.C.
Team di progetto: Tatiana Bilbao, David Vaner, Catia Bilbao (master plan), Israel Alvarez, Mariana Tello, Eliza Figueroa, Lina Rúelas, Sebastián Córdova, Carlos Leguizamo, Paola Toriz, Ana Yumbe, Julieta Sobral de Elía, Roberto Rosales (design)
Modelli: Mauricio Rodriguez, Roberto Rodriguez, Isais Corona, Omar Diaz, Ana Castellá, Essiak Fernandez, Thorsten Englert, Adriana Carvalho
Ingegneria strutturale: IESSA S.A DE C.V, Javier Ribe Supervisione di cantiere: Paralelo, Estandares Globales en Arquitectura, Arturo Barbosa
Ingegneria idraulica: QM Ingeniería, Jorge S. Quintana
Lighting Design: Luz en Arquitectura, Kai Diederichsen
Progettazione del paesaggio: TOA, Taller de Operaciones Ambientales
Programma artistico e curatela: Patrick Charpenel
Cliente: Sociedad Botánica de Culiacán
Superficie: 109.250 mq
Fase progettuale: 2004—oggi
Periodo di costruzione:
2004—2007 (fase 1)
2007—2011 (fase 2)
2011—2014 (fase 3)
Sono i rifiuti a dare origine a
questa installazione creata
dal collettivo Tercerunquinto.
Gioca sulla contrapposizione
tra materie riciclate, generate
durante il processo di
costruzione del giardino,
e le nuove architetture
Sono i rifiuti a dare origine a questa installazione creata dal collettivo Tercerunquinto. Gioca sulla contrapposizione tra materie riciclate, generate durante il processo di costruzione del giardino, e le nuove architetture
Allora & Calzadilla attaccano
una gamba falsa a un albero:
è un ‘ramo’ dalla forma
inconsueta che si protende,
con seduzione, dal tronco.
Long traccia un’ellisse con
blocchi di quarzo bianco,
dimostrando la possibilità di
un rapporto rispettoso tra
uomo e natura
Allora & Calzadilla attaccano una gamba falsa a un albero: è un ‘ramo’ dalla forma inconsueta che si protende, con seduzione, dal tronco. Long traccia un’ellisse con blocchi di quarzo bianco, dimostrando la possibilità di un rapporto rispettoso tra uomo e natura
Sofía Táboas, <I>Elevated platform with extraterrestrial layout</i>, 2008—2011
Sofía Táboas, Elevated platform with extraterrestrial layout, 2008—2011
Teresa Margolles, <i>Untitled</i>, 2006
Teresa Margolles, Untitled, 2006
Ramírez Erre usa frecce
colorate per indicare direzioni
e distanze tra Culiacán ed
alcune grandi città straniere.
Altre riportano citazioni e detti
popolari. Eliasson esplora la
relazione tra geometria ed
estetica: il suo padiglione è
ricoperto da cinque piante
aromatiche
Ramírez Erre usa frecce colorate per indicare direzioni e distanze tra Culiacán ed alcune grandi città straniere. Altre riportano citazioni e detti popolari. Eliasson esplora la relazione tra geometria ed estetica: il suo padiglione è ricoperto da cinque piante aromatiche
Il centro educativo
Il centro educativo
Táboas invita i passanti a
interagire con la luce solare
per creare ombre color
ambra. Il suo lavoro allude
ironicamente alle esperienze
esoteriche che permeano la
società contemporanea
Táboas invita i passanti a interagire con la luce solare per creare ombre color ambra. Il suo lavoro allude ironicamente alle esperienze esoteriche che permeano la società contemporanea

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