Osservare, muoversi e riunirsi: le funzioni dell'High Line

Progettato dagli studi Corner Field Operations e Diller Scofidio + Renfro, il parco sopraelevato ha aperto la sua seconda sezione raddoppiando in lunghezza.

L'amatissima High Line di New York è una macchina che genera tre tipi di attività sociale: osservare, muoversi, riunirsi. Il 7 giugno l'inaugurazione della seconda sezione del parco sopraelevato, progettata dagli studi Corner Field Operations e Diller Scofidio + Renfro ha raddoppiato la lunghezza del parco, portandola a oltre un chilometro e mezzo. Oggi la High Line, incidendo un percorso verdeggiante sopraelevato nell'area di West Chelsea, dà occasioni doppiamente abbondanti di osservare (la città, gli altri, se stessi), muoversi (passeggiando o per andare da qualche parte) e riunirsi (con gli amici, con gli estranei, con i propri pensieri).

La prima e la seconda sezione, fino a questa settimana separate da una rete metallica, oggi non hanno alcuna soluzione di continuità. Terminate a distanza di due anni, sono state progettate come una cosa sola. Perciò il nuovo percorso ora aperto tra la 20a Strada Ovest e la 30a Strada Ovest non è una seconda puntata, ma la realizzazione del progetto originale. La gamma dei materiali e degli elementi architettonici, ormai familiari, comprende piattaforme di calcestruzzo intrecciate alla vegetazione, panche di legno che sbocciano dal terreno, pozzi delle scale racchiusi nel vetro e nell'acciaio Corten, macchie di piante selvatiche, la conservazione delle rotaie d'acciaio e ovviamente la massiccia struttura d'acciaio nero costruita nel 1934. In tutto il progetto sono abilmente intercalati elementi pesanti e lievi.

Lungo il percorso elevato Flyover, un intimo affaccio sulla 25a Strada. ©Iwan Baan, 2011

La differenza che distingue dalle altre ciascuna sezione della High Line sta nella serie di micropaesaggi e di spazi esterni creati lungo la variabile ampiezza del parco. Ciascuno scenario favorisce ritmi e densità d'azione differenti, dalla tranquillità della passeggiata per prendere placidamente il sole alla promiscuità dello scattare foto e dello sguardo voyeuristico. E così come ogni parte è progettata, ogni parte ha il suo nome. Gli ambienti di recente svelati comprendono il Thicket (il Boschetto), il Lawn (il Prato), i Seating Steps (la Gradinata) il Flyover (il Passaggio aereo), il Viewing Spur (il Belvedere), il Wildflower Field (il Campo dei Fiori), il Radial Bench (le Panche in curva) e il Cut-Out (il Taglio). Il parco trae inoltre energia visiva e cinetica dall'eterogeneità del tessuto urbano in cui è immerso: un tessuto variabile da isolato a isolato, da stagione a stagione, di anno in anno. Installazioni d'arte temporanee e site-specific danno al parco ulteriore vita.

Veduta aerea della High Line guardando verso sud dalla 30a Street ovest. ©Iwan Baan, 2011

Afferma James Corner che la High Line è un esempio di "teatralità degli spazi pubblici" e rappresenta l'incipiente manifestazione di una "natura postindustriale". Un'osservazione che coglie il cuore dell'ibridazione tra parco, strada urbana e piazza rappresentata dal progetto. Per esempio, sulla base di ricerche condotte sugli spazi pubblici di New York negli anni Sessanta e Settanta, il teorico e urbanista William H. Whyte concluse che la vita della città era definita dall'esigenza impellente di stare in mezzo alla gente, estranei compresi. Anche se i newyorchesi si struggono per trovare tregua nell'isolamento, gravitano intorno a poli di socializzazione. E anche se la High Line è al massimo della tranquillità nelle ore del lavoro, quando riesce a evocare il giardino segreto che era prima della ristrutturazione, raggiunge l'apice del fascino nella prima parte della serata, quando la gente vi si riversa per una passeggiata tipicamente newyorchese. Il parco sviluppa quindi la multiforme densità cittadina che Rem Koolhaas battezzò "cultura dell'ingorgo". La High Line non è un antidoto alla vita di città, anzi, ne è il carburante.

Il parco sviluppa quindi la multiforme densità cittadina che Rem Koolhaas battezzò "cultura dell'ingorgo". La High Line non è un antidoto alla vita di città, anzi, ne è il carburante.
La High Line ha stimolato nuove costruzioni lungo i suoi bordi, tra cui l'HL23 progettato da Neil Denari (in primo piano, a sinistra) e la 245 10th Avenue di Della Valle Bernheimer (a destra, al centro). ©Iwan Baan, 2011

Il Chelsea Thicket, orlato di alberi e di siepi, tra la 20a e la 22a Strada Ovest, è l'unica parte della High Line dotata di vegetazione abbastanza alta da costituire una barriera che esclude la città circostante, e ricorda la caratteristica insulare della Promenade Plantée di Parigi. Ma questa sezione era già inserita in una trincea di edifici a pareti continue. Poi la High Line si allarga tra la 22a e la 23a Strada Ovest, facendo spazio a una gradinata di sedute realizzate con travi di legno sovrapposte e a un prato di 465 metri quadrati che sale dal livello del suolo, insieme con le onnipresenti panchine. Il piano erboso riprende anche la parete a sbalzo dell'adiacente edificio HL23 di Neil Denari, che avvolge e sovrasta la High Line. Una nuova sezione, curiosa ma significativa, è il Falcone Flyover, sequenza di passaggi sopraelevati d'acciaio inossidabile che va dalla 24a alla 27a Strada Ovest. Qui la massicciata, apparentemente coperta di vegetazione inselvatichita, è trattata come un resto archeologico. Il percorso pedonale si stacca dal terreno e sale come per rispetto al giardino, cui viene permesso di crescere rigogliosamente per tutta l'ampiezza della High Line. Benché le ramificazioni del belvedere creino affascinanti punti di sosta, nella separazione dell'architettura dal paesaggio qualcosa va perso.

Il 26th Street Viewing Spur visto dalla strada. Una grande struttura luminosa sul bordo della piattaforma evoca contemporaneamente un cartellone pubblicitario, un arco di proscenio, una vetrata, un mirino. Photo by Gideon Fink Shapiro

A metà del Flyover, però, c'è un originale punto d'attrazione sociale nota come il Viewing Spur della 26a Strada. Una gradinata di sedili si affaccia sul flusso del fitto traffico sottostante, come il più vasto anfiteatro che si estende sulla 10a Avenue all'altezza della 17a Strada. Una grande cornice trasparente sul bordo della piattaforma trasmette la vista a chi si trova sulla piattaforma come una finestra panoramica o come il mirino di una macchina fotografica, e contemporaneamente attira lo sguardo dalla strada come un cartellone o un arco scenico. Sovverte giocosamente l'autorità dello guardo, così che nessuno sa con certezza chi osservi e chi sia osservato. Inoltre crea un particolare senso di intimità senza bisogno di recinzioni. Lo scenario appare ispirato al pluridecennale interesse di DS+R per le dinamiche sociali della performance e dello spettacolo negli spazi pubblici, che si rivela anche nell'installazione Para-Site di Diller e Scofidio al MoMA, del 1989, e più recentemente nelle trasparenze strategiche della Alice Tilly Hall. Intorno alla 29a Strada una fila lievemente ricurva di panche di legno sottolinea la curva della High Line verso ovest, in direzione dell'Hudson. Il capolinea della 30a Strada è accentuato da uno spettacolare intaglio panoramico che mette a nudo la titanica struttura d'acciaio sotto la piattaforma. Benché la ferrovia abbandonata si estenda per altri 720 metri fino alla 34a Strada il recupero alla destinazione pubblica di questa terza sezione non è ancora garantito.

La High Line si allarga tra la 22a e la 23a Strada ovest per ospitare una struttura di tribune in legno, una passerella e un prato. ©Iwan Baan, 2011

La magia della High Line deve molto alla particolare altezza della piattaforma. Con i suoi 10 metri circa è abbastanza alta tra trasformare la percezione della città, ma abbastanza bassa da sentirsi collegati alla strada. L'interazione dinamica tra parco e città non dipende solo dalla conservazione della struttura ferroviaria storica ma anche dalla conservazione di almeno qualcuno degli elementi bassi circostanti. A questo fine il Comune ha istituito nel 2005 uno speciale vincolo urbanistico per le zone circostanti la High Line nel tentativo di favorire nuove costruzioni limitandone la densità e la superficie. Nuovi edifici in affettuoso dialogo con il parco sopraelevato, come lo Standard Hotel e l'HL23, devono ottenere facilitazioni speciali. Solo il tempo dirà se queste norme tutelano le vedute del parco.

La Radial Bench, la panchina continua, segue la curva della High Line all'altezza dell'estremo settentrionale del parco. La parte restante della ex ferrovia (visibile al centro) non è ancora stata acquistata per uso pubblico. ©Iwan Baan, 2011

Nel frattempo l'assessore comunale all'Urbanistica Amanda Burden sottolinea il valore pubblico della High Line. "Se investiamo in grandi spazi pubblici all'aperto il ritorno dell'investimento è enorme", ha affermato all'inaugurazione. Attribuisce alla High Line la potenzialità di attirare due miliardi di dollari di investimenti immobiliari, il nuovo edificio del Whitney Museum e un nuovo, ringiovanito quartiere di gallerie d'arte. Quanto al gruppo di progetto, la creazione della High Line ha richiesto rapporti con un complesso e vario insieme di referenti invece che con un singolo committente. Oltre alla Ripartizione Parchi e all'associazione di sponsor privati Friends of the High Line, tra i referenti c'erano l'assessorato comunale all'Urbanistica, il gabinetto del sindaco e l'azienda per lo Sviluppo economico della città. "A paragone del progetto del Lincoln Center è stato un giochetto", scherza Scofidio, il cui studio di recente ha ristrutturato le aree pubbliche del tempio dello spettacolo newyorchese.

L'estremità settentrionale del 23rd Street Lawn crea una piattaforma per distendersi e prendere il sole. Guardando a ovest, verso il fiume Hudson. ©Iwan Baan, 2011

La High Line rappresenta una specie nuova di spazio pubblico, che collega l'architettura di paesaggio e l'architettura con l'urbanistica e con la conservazione. Non sarà qualcosa di tipico o di ripetibile, ma nondimeno è il preannuncio di che cosa può essere lo spazio pubblico del XXI secolo. Notava sei anni fa su Domus Tim Richardson: "Improvvisamente l'architettura del paesaggio è diventata una presenza importante a New York". A parte la High Line la città sta lavorando alla trasformazione in paesaggi 'verdi' aperti al pubblico di parecchie aree litoranee e di parecchi moli, di Governor's Island, dell'ex terrapieno di Fresh Kills e delle coperture di molte costruzioni. Quanti di questi spazi recuperati contribuiranno a un rinnovamento della cultura della città oltre che della sua ecologia? Gideon Fink Shapiro

L'ingresso della scala sulla High Line all'altezza della 23a Strada ovest, adiacente all'HL23 progettato da Neil Denari. Photo by Gideon Fink Shapiro
Guardando verso sud dalla 25a Strada ovest, si erge la torre residenziale HL23 di recente completata da Neil Denari. ©Iwan Baan, 2011
Il giardino lineare illuminato al crepuscolo. Photo by Gideon Fink Shapiro