Un guardaroba nel paesaggio

Con il progetto di un micro-rifugio a Madesimo, Enrico Scaramellini dimostra che si può essere radicati nel territorio, senza essere vernacolari.

Esistono confini formali, quelli tracciati dalla storia, e confini idealmente definiti dall'appartenere a un certo mondo e dal condividere tradizioni, abitudini e modi di vivere: è questo il caso di Madesimo, un comune della Valchiavenna, in provincia di Sondrio.
Con circa seicento abitanti, questo paesino di montagna si trova a 1.550 metri sul livello del mare e dista solo cinque chilometri dal Passo dello Spluga, il valico che mette in comunicazione la vallata italiana con la Confederazione Elvetica.
La strada ripida, che unisce Madesimo al fondovalle, ne è la metafora: questa comunità è sicuramente più legata a una visione delle Alpi come ambito sovranazionale che non alla sua nazionalità ufficiale.
Un leit-motiv che si ritrova anche nell'opera di Enrico Scaramellini. Nato a Madesimo nel 1969, Scaramellini ha sperimentato i benefici e le difficoltà del crescere in una comunità montana. Dopo le scuole elementari e medie a Madesimo, come molti tra i suoi coetanei, è 'emigrato' per continuare gli studi: ha frequentato le superiori in collegio e, a Milano, la facoltà di architettura del Politecnico. Nell'accostarsi al mestiere, è comunque tornato alle origini: i suoi riferimenti culturali si trovano, però, al di là del Passo dello Spluga, nel Cantone svizzero dei Grigioni. I lavori, ai quali guarda, sono quelli di Valentin Bearth e Andrea Deplazes, Kurt e Mierta Lazzarini, o ancora Armando Ruinelli.
Non si tratta di snobbismo d'alta quota, quanto della consapevolezza che gli svizzeri possono insegnarci molto: in primo luogo, che l'architettura contemporanea in montagna è una risorsa culturale con delle ricadute economiche positive (e basta solo guardare allo sviluppo della cittadina di Vals, dopo la costruzione delle terme di Peter Zumthor, per rendersene conto). E poi: costruire, rispettando una certa qualità formale e materica, equivale a difendere il paesaggio, un tema importante in quelle aree montane che ormai vivono esclusivamente di turismo.
Scaramellini sostiene una via contemporanea per l'architettura alpina, ma si scontra ogni giorno con i sostenitori della tradizione vernacolare. A sostegno della sua tesi, porta l'esempio di due opere illuminanti: le centrali idroelettriche di Isola di Madesimo e di Prestone di Campoldolcino, costruite da Gio Ponti rispettivamente nel 1960 e nel 1950. L'architetto milanese a Madesimo non tentò alcuna contaminazione con l'architettura locale.

Nel micro-rifugio di Scaramellini, il prospetto è uno scacchiere geometrico formato da pannelli argentei che occultano una grande finestra

Gli architetti moderni, in montagna, hanno sempre avuto vita difficile: anche Carlo Mollino fu contestato dagli abitanti del Breuil quando costruì la Casa del Sole. Scaramellini lotta contro i luoghi comuni, ma anche contro le disposizioni di legge: Madesimo, infatti, risulta soggetta ai vincoli imposti dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Regione Lombardia. Nel suo progetto più recente – un micro-rifugio sopra l'abitato di Madesimo – Scaramellini dribbla i paletti imposti dalla Soprintendenza, adottando un approccio più simile a quello di un designer.

Nell'accostare i pannelli, Scaramellini orienta le venature del legno in modo diverso

Incastona in una porzione di baita – un edificio in linea che appartiene a differenti membri dello stesso gruppo familiare e che si trova in mezzo alle piste da sci – una sorta di scatola lignea di 35 metri quadrati. La sua facciata è un intarsio di pannelli in legno composta come fosse una scacchiera, ma che si apre rivelando una grande finestra sul paesaggio montano: Scaramellini definisce il microrifugio "un guardaroba nel paesaggio".

Un micro-rifugio per i fine-settimana, luogo di contemplazione, camera di compensazione di una frenetica condizione urbana
Il tono grigio-argenteo dei pannelli rievoca "i colori dei legni centenari degli edifici rurali"

L'architetto di Madesimo ha incontrato quindi un committente con una mentalità non comune: un dentista originario del luogo che, d'inverno, può raggiungere il micro-rifugio solo con una motoslitta e che, contro l'opinione di tutti i suoi familiari, ha acconsentito a trattare il prospetto con una finitura color argento: una composizione astratta che assume un aspetto cangiante in relazione alle diverse condizioni meteorologiche. Laura Bossi

Il micro-rifugio è visibile anche da lontano: la luce naturale si riflette sul legno come fosse una sorta di specchio

Micro-rifugio alpino, Madesimo, Sondrio
Progetto: ES-arch – Enrico Scaramellini
Design team: Cristina Pusterla, Luca Trussoni
Progetto strutturale: Studio Bianco & Mastai, Chiavenna
Supervisione cantiere: Enrico Scaramellini
Superficie calpestabile: 35 mq
Costo: 25.000 €
Progetto: gennaio – febbraio 2010
Costruzione: luglio – settembre 2010


Secondo Enrico Scaramellini, lo spazio interno permette alle persone di sperimentare "una condizione privilegiata di spettatore"