"Questo edificio era la struttura più adatta ad accogliere la nostra catena di produzione", racconta Reymond. Tutte le tappe del processo lavorativo sono riunite e visibili in 900 metri quadrati. Al piano interrato trovano posto la materioteca e l'atelier dei prototipi, mentre salendo al piano terra sono collocati la reception, la caffetteria, la terrazza panoramica, uno spazio a doppia altezza per la presentazione e il test dei progetti oltre ad uffici, sale riunioni e a una stanza da letto. Struttura che si replica in parte al primo piano con gli uffici dei tre soci, un'altra stanza da letto, ancora laboratori e sale riunioni.
"Il motel è uno strumento che ci permette di funzionare in maniera autonoma come una nave in mare aperto. Contiene in sé l'idea del viaggio, della scoperta, dell'incontro e dello scambio: è un luogo in continua evoluzione", aggiunge Reymond.
Il fascino rétro dell'insegna al neon e dei ventilatori a pale che dominano l'immaginario collettivo non si è però perso del tutto. Con un gioco di citazioni e rimandi, per gli arredi e le finiture interne lo studio svizzero ha deciso di attingere ai materiali in voga all'epoca, come linoleum per i pavimenti e i rivestimenti dei tavoli e tessuto stretch per i corpi illuminanti. Per la maggior parte delle pareti divisorie, invece, sono stati usati tendaggi, un sistema che ha il vantaggio di regalare agli ambienti un'aria domestica, oltre a gestire la separazione degli ambienti in modo flessibile e a migliorarne l'acustica.







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