La Regione Lombardia ha infatti chiesto ad alcuni progettisti di studiare un modo per utilizzare l’intero piano. “Urban Cloud”, la proposta più coraggiosa firmata dallo studio UOA, pur lasciando quasi inalterato lo spazio non evita il confronta con l’architettura di Ponti inserendo un segno forte: una grande nuvola galleggiante nel vuoto, uno spazio cangiante a seconda delle diverse ore del giorno e flessibile, che può adattarsi a situazioni diverse (come una cena, una mostra, una presentazione).
Sarebbe l’ultima tappa di un percorso che, nell’idea dei progettisti, inizia cinque piani più sotto (il luogo della memoria, il 26mo piano dove nel 2001 si andò a schiantare un piccolo aereo privato) e prosegue sulla copertura, pensata già da Ponti come praticabile, delle due palazzine più basse che affiancano il Pirellone. E.S.
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