Curvare la strada: l’abitare urbano di Herzog & De Meuron a Parigi

Dalle pagine della Domus di inizio millennio, l’opera con cui gli architetti svizzeri hanno stabilito un nuovo paradigma per i progetti residenziali e l’inserimento nella città consolidata.

Durante gli anni Novanta, la fama dello studio svizzero Herzog & De Meuron si è consolidata a livello mondiale con progetti dalle forme innovative e raffinate, e — aspetto non secondario — caratterizzati da un’attenzione particolare all'inserimento dialogante di un linguaggio contemporaneo dentro contesti complessi o delicati, ambienti naturali e soprattutto urbani. Un capitolo fondamentale di questa vicenda è il complesso abitativo realizzato a inizio 2000 nel nord-est parigino, che completa il fronte su strada modificandone l'andatura, e inserisce nel cuore dell’isolato forme sinuose e materiali inediti, diventando quasi immediatamente una pietra miliare nella storia dell’housing contemporaneo. Domus lo pubblica nel dicembre 2001, sul numero 843.

Curvare la strada

Sin dal 1975 (anno in cui Christian de Portzamparc ha progettato Les Hautes Formes nel 13° arrondissement di Parigi) le autorità francesi lavorano per superare l’eredità negativa degli edifici-casermoni che in passato hanno caratterizzato nel Paese molti interventi di edilizia sovvenzionata. Tuttavia le singole agenzie, l’OPAC e la RIVP, hanno seguito approcci eterogenei. Per esempio, da molti anni l’agenzia parigina OPAC (sotto l’influenza del proprio architetto di fiducia, Antoine Grumbach) elabora progetti per abitazioni in cui si tenta la "fusione discreta" con l’ambiente circostante attraverso un’architettura tradizionale, non esposta a rischio. L’OPAC sta però cambiando: Fréderic Borel, il ‘protetto’ di Portzamparc meglio conosciuto per il suo lavoro esuberante e pieno di colori, realizzerà alcuni suoi progetti per l’OPAC entro la fine di quest’anno. La RIVP, dall’altra parte, si è rivelata già da tempo più avventurosa, come dimostra proprio il progetto di Portzamparc per Les Hautes Formes: a esso sono seguiti incarichi a Borel, e più recentemente, quello a Herzog & de Meuron.

Domus 843, Dicembre 2001
Domus 843, Dicembre 2001

Il progetto di Borel del 1989, lungo il boulevard de Belleville nel vivace 20° arrondissement, è composto da tre blocchi imponenti, che contrastano fortemente con un luogo privo di interesse. Audace ed espressivo, l’atteggiamento di Borel è decisamente diverso da quello di Grumbach: che mira a creare non "oggetti totalmente slegati dall’ambiente circostante" ma piuttosto "edifici o spazi pubblici coerenti con il luogo".
Herzog & de Meuron, con il loro nuovo progetto per la RIVP, sembrano avere colmato il vuoto tra i due atteggiamenti, lavorando alla conservazione del tessuto urbano (che Grumbach chiama "rispetto per la memoria del luogo") e allo stesso tempo progettando edifici affascinanti e provocatori, che si distaccano radicalmente dal luogo. Situati su un lotto a forma di Y all’interno del 14° arrondissement, i tre blocchi separati del progetto s’incastrano a stento dentro il contesto esistente, edifici terrazzati parigini a grande scala urbana. All’interno del lotto si trova un cortile ideato con cura, nascosto dalla strada da una coppia di facciate visivamente ambigue.

Domus 843, Dicembre 2001
Domus 843, Dicembre 2001

Il visitatore è accolto da due facciate metalliche indipendenti, di colore grigio scuro. Schiacciate come sono tra edifici più convenzionali, ricordano a una certa distanza l’edificio di Herzog & de Meuron sulla Schützenmattstrasse a Basilea (1992-1993). Un’osservazione più attenta fa tuttavia emergere le differenze: la quantità di luce che entra negli appartamenti è controllata da persiane con lamelle in alluminio regolabili, formate da griglie ondulate la cui forma è ispirata a quella di una tenda. Quando gli abitanti aprono le persiane, queste escono a sbalzo sulla pavimentazione esterna; in posizione chiusa danno al progetto un aspetto "auto-referenziale", che ha disturbato i residenti di mentalità più tradizionale. Anche se diversi membri dissenzienti del gruppo conservativo Monts 14 hanno fatto una petizione al Sindaco di Parigi per avere le persiane sui fronti stradali dipinte con un colore più chiaro (per armonizzarsi meglio con l’ambiente circostante), un recente sondaggio sul posto fa intendere che in realtà si tratta dell’opinione di una minoranza.

Domus 843, Dicembre 2001
Domus 843, Dicembre 2001

Su rue Jonquoy il prospetto è semplice: un rettangolo in verticale piuttosto statico, ma appena svoltato l’angolo su rue des Suisses la situazione è decisamente diversa. La facciata curva in modo da rompere la monotonia della cortina, mantenendone allo stesso tempo la continuità. La curvatura che viene così introdotta, animata al suo interno dagli abitanti, diventa un elemento di mediazione spaziale e dinamica, tra i movimenti a fisarmonica (in piccola scala), delle griglie delle persiane e la distorsione (a grande scala) della superficie della facciata.
Per quanto riguarda i singoli appartamenti, su rue Jonquoy se ne trova uno per ogni piano, mentre su rue des Suisses un’abitazione ogni cinque attraversa l’intera profondità dell’edificio. Dopo l’austerità dei fronti stradali, una sorpresa attende coloro che entrano nel cortile lungo il passaggio (dipinto di verde e con uno dei muri rivestito a vetri, che genera riflessi dei passanti in profondità) che attraversa l’intero blocco. Qui il punto focale è una scatola bassa e lunga, che richiama fortemente l’"Edificio per Abitazioni lungo un Muro Divisorio" di Herzog & de Meuron a Basilea (1987-1988), sovrastato da due facciate identiche di metallo, con muri in laterizio faccia a vista sullo sfondo, in un contesto crudo, meno ordinato, un po’ dietro le quinte.

Domus 843, Dicembre 2001
Domus 843, Dicembre 2001

A Parigi, mattoni e metallo costituiscono l’involucro a spigoli duri che avvolge la vibrante qualità naturale delle logge e dei balconi in legno: terrazze di larice, avvolgibili di pino e parquet di quercia. La curva sinuosa delle persiane – leggermente in aggetto – contrasta con la spigolosità delle parti metalliche. I materiali naturali danno efficacemente un senso di calore allo spazio, che viene ravvivato da un insieme di rampicanti a foglie larghe e strette, e da alberi ornamentali. A ridosso del muro laterale in laterizio, lungo il perimetro sud-ovest vi sono due ‘case’ isolate, in calcestruzzo grigio faccia a vista. Le forme cubiche e il tetto a doppia falda si relazionano all’altro edificio a falde (preesistente all’intervento di Herzog & de Meuron), che si trova sul bordo nord-est.

Domus 843, Dicembre 2001
Domus 843, Dicembre 2001

Durante il giorno, il finissimo reticolo in alluminio delle persiane luccica interagendo con i riflessi delle retrostanti vetrate a tutta altezza. Più tardi, mentre la luce argentea del crepuscolo invade l’area, i toni luminosi delle betulle argentate e del calcestruzzo si fondono nella luce che si attenua. E mentre gli appartamenti si illuminano, luminose tinte di arancio e giallo filtrano attraverso il grigliato, che assume l’aspetto di un tessuto delicato e permette all’occhio di indagare nella cornice domestica: una scoperta straordinaria.
Perfino quando piove, il complesso ha un aspetto piacevole e trasmette emozioni: nelle abitazioni su due piani, l’acqua scorre dai tetti e crea strisce sui muri lisci in calcestruzzo. Per qualche istante, il cortile diventa una mostra all’aperto di pittura estemporanea.

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