All’interno si trovano pochi pezzi, non prodotti in serie, presentati come fossero pezzi unici. Questi sono messi insieme con stile e con spazio sufficiente per parlare per se stessi, con l’ironia necessaria.
“Per me ‘design’ vuol dire ‘progettazione’; in altre parole significa dare un valore, fare la differenza. Qui descriviamo gli oggetti, li guardiamo e decidiamo quali ci interessano. Gli oggetti entrano poi nelle abitazioni, articolando il linguaggio della casa di Cassina”, spiega Urquiola.
Sempre di Patricia Urquiola è Gender, una poltrona composta da due elementi: una ristruttura portante rigida dalla forma curvilinea e un cuscino, un elemento morbido di forma differente. L’unione di questi due elementi dà luogo alla sedia.
Entrambi gli oggetti danno luogo a una visione dell’habitat contemporaneo come spazio che deve essere articolato secondo esigenze individuali. Gli spazi cambiano in base al comportamento e agli atteggiamenti di coloro che li abitano, possono evolversi rapidamente anche all’interno della stessa giornata.
12 – 17 Aprile
Cassina
via Durini 16, Milano