Nata nel 1881, Gavazzi Tessuti Tecnici è un’azienda oggi di primo piano nel settore tessile tecnico. Dall’architettura all’industria delle materie plastiche, dai produttori di mosaici al settore degli articoli sportivi, dai materiali compositi per il settore eolico e nautico alle protezioni balistiche, Gavazzi ha ampliato negli anni la sua presenza all’interno di vari mercati, mantenendo in ogni campo la stessa attitudine all’innovazione.
“Se guardiamo indietro, a 15-20 anni fa, credo che la metà dei prodotti che presentiamo oggi non esistessero nemmeno”, afferma Dario Buzzi, direttore commerciale dell’azienda.
La nostra conversazione con Buzzi inizia però dalla recente pubblicazione, Gavazzi compie 140 anni. Tradizione e innovazione dal 1881 a oggi, che è stata concepita come un racconto corale della storia aziendale: “Il volume è una testimonianza di chi ha lavorato nell’azienda, compreso il signor Redaelli che è entrato qui nel 1949, e che oggi ha 97 anni. Racconta storie che sono di un altro mondo, di un’altra epoca. Abbiamo voluto fissare questa memoria, che è profonda e stratificata, e raccoglierla in un oggetto che possa rimanere negli anni.”
Attraverso le voci di chi ha lavorato e lavora nell’azienda, il volume racconta il lungo percorso di Gavazzi dal 1881 a oggi: “Alcuni prodotti che si facevano oltre 100 anni fa, sono inconcepibili in un mondo di produzione industriale: producevamo nastri per la moda la cui tinta veniva fatta immergendoli in una bacinella di colore per un periodo di tempo molto preciso. Oggi ci occupiamo fondamentalmente di tessuti tecnici. Una sezione dell’azienda lavora con il mondo del design e dell’architettura, e deve quindi avere anche una valenza estetica, molti altri sono puramente tecnici, cioè, sono nascosti, usati solo come rinforzo,” racconta Buzzi.
Il titolo della pubblicazione sottolinea invece un approccio che nei decenni è rimasto costante. “Tradizione e innovazione sono parole che noi amiamo mettere vicine. C’è uno slogan inglese che dice ‘tradition boosts innovation’. La tradizione non è in contraddizione, ma è una spinta per l’innovazione. La nostra storia e la tanta esperienza – anche in cose che oggi non facciamo più – si è sedimentata e ci offre oggi capacità e know how che ci permettono di essere più propositivi nell’innovazione.”
Tra i prodotti di Gavazzi figurano i rivestimenti delle superfici murali, che l’azienda riunisce sotto il marchio Gavatex®. Gavazzi ha reso i tessuti tecnici in fibra di vetro la miglior soluzione per rifinire le pareti interne di edifici pubblici, privati e commerciali, è uno dei modi più innovativi per rispondere ad esigenze decorative e funzionali di tutte le tipologie di ambiente.
Dario Buzzi ci parla del ruolo che hanno all’interno dell’azienda. “Gavatex®, e i tessuti murali in generale, sono un po’ la nostra punta di diamante. Anche se rispetto ad altri prodotti rappresentano una quota minoritaria al fatturato aziendale, sono importanti per la riconoscibilità e il ritorno d’immagine che danno all’azienda. Ci hanno portato in posti incredibili: dal Teatro degli Arcimboldi a Milano all’Aeroporto di Antalia, in Turchia, passando per il prestigioso Hotel Parco dei Principi di Sorrento, sulla Costiera Amalfitana.”
Tra le realizzazioni architettoniche più prestigiose realizzate da Gavazzi negli ultimi anni c’è lo stadio Santiago Bernabeu di Madrid, di cui l’azienda ha partecipato alla realizzazione della nuova copertura. Concludiamo la conversazione con Dario Buzzi parlando di questa esperienza progettuale unica.
“Il problema della copertura per gli stadi di calcio è il peso. Le infrastrutture calcistiche sono molto più grandi di quelli per il baseball o il tennis – dove certe soluzioni si trovano più frequentemente. Il problema è stato risolto attraverso l’uso sapiente di materiali compositi. I nostri tessuti in fibra di vetro sono serviti per la produzione delle travi mobili a base di fibra di carbonio e resina epossidica. Le travi leggere, lunghe 75 metri, hanno semplificato il processo di sollevamento e installazione, riducendo significativamente il peso e il consumo di energia dei motori che servono per aprire e chiudere completamente il tetto dello stadio in meno di quindici minuti. Il progetto ‘A Composite Roof for the Stadium of Real Madrid’ è stato infine premiato a Parigi con il JEC Innovation Award. Insomma, è stata sicuramente una bellissima esperienza.”