Non crede che la decrescita sia felice, il CEO del nuovo marchio di design circolare Supernovas. Né che la sostenibilità vada raccontata a partire dai problemi. Dalla sede di Londra, affiancata dalla filiale di Milano, Massimiliano Rossi auspica piuttosto che il design possa fare la sintesi tra appetibilità del prodotto e sostenibilità ambientale. “Analizzando il mondo del riciclo dei progetti circolari ci siamo accorti che c’è molto focus sulla parte di educazione al percorso, mentre il prodotto alla fine resta secondario. Per questo ci siamo detti che ai prodotti di circular economy serviva tanto un pensiero di design che uno di comunicazione. Dobbiamo vedere il riciclo come atto positivo, divertente, l’opposto del “doom and gloom” [il vedere tutto nero, n.d.r.] proposto da tante visioni utopiche”.

Le due collezioni di lancio, entrambe in plastica riciclata, sperimentano tecnologie diverse e oramai consolidate per dar vita ad oggetti informali ed esteticamente schietti rispetto alla propria origine. Sul fronte dell’arredo, il duo Odd Matters si confronta con lo stampaggio rotazionale con Afterlife e Streaming, rispettivamente una panca-libreria e un contenitore impilabile dall’inconfondibile texture terrazzo. Sul fronte del complemento, la designer Paula Cademartori dà invece vita a una serie di piccoli oggetti stampati in 3d con tecnica additiva che trasformano la texture in una sollecitazione all’uso gioiosa combinata al colore.

Superando l’idea di riciclo come panacea a favore di quella di comodato, Supernovas abbraccia infine il concetto di furniture as a service. In un’era segnata da gusti mutevole e frequenti traslochi, ogni prodotto può essere scambiato o restituito, inaugurando un modello di consumo fino ad oggi scarsamente esplorato e certamente più vicino all’idea di un acquisto spensierato, oltre che vincolato ad una fase specifica della vita.