Come progettare con la pietra naturale

È importante il rapporto tra progettista e azienda per migliorare la fase di scelta dei materiali: una conversazione con Susanna Citrano, che se ne occupa da anni.

Dal 29 settembre al 2 ottobre torna a Verona Marmomac, il più importante salone mondiale dedicato al mondo della pietra naturale. Come già sottolineato dall’edizione speciale del Salone del Mobile appena andata in scena a Milano, l’obiettivo è quello della ripartenza, e tra le altre cose, comunicare che l’industry del marmo rappresenta una delle eccellenze del made in Italy. Oltre che un’opportunità di business è anche un momento per promuovere la cultura della pietra naturale, tema centrale quando si parla di progettazione. Come racconta Susanna Citrano, architetta italiana di stanza a Londra con grande esperienza nel settore: “Dopo aver avvitato una collaborazione con un’azienda di marmi italiana mi sono accorta che in quanto progettisti abbiamo una conoscenza circoscritta della pietra. Il marmo non è sempre la scelta più oculata, il costo è sicuramente la variabile che ne determina la possibilità di utilizzo o meno”.

Ma perché oggi un progettista sceglie la pietra naturale come materiale d’elezione? “Il marmo è caratterizzato da una grande durabilità nel tempo e a differenza della ceramica può essere trattato. È un prodotto che dal punto di vista estetico denota il progetto in modo unico e mostra l’intervento della natura: ogni lastra è irripetibile, così come le vene e le texture,” spiega Citrano, che insiste sull’importanza del rapporto tra produttore e progettista, una sinergia necessaria soprattutto quando si lavora a un progetto di fascia alta. “Prima di selezionare un materiale è importante comprenderne la storia, per esempio visitando la cava di provenienza e instaurando un rapporto con la pietra. Ci si avvicina alla natura e di conseguenza si sviluppa una sorta di riguardo, di rispetto nei confronti della materia. Si cerca di utilizzare il materiale con parsimonia, evitando gli sprechi, e dandogli risalto nel progetto”. C’è poi la componente della conoscenza, dicevamo: le aziende produttrici hanno in una certa misura la responsabilità di educare e formare gli architetti.

“Per un progettista qualunque è normale optare per il marmo di Carrara, senza sapere in realtà che di questa varietà ne esistono almeno 50 se non 100 tipologie. Dal mio punto vista trovo che oggi sia necessario costruire un rapporto privilegiato tra azienda e designer proprio nelle prime fasi, esistono delle guide realizzate dai grandi delevoper ma è necessario fare un passo in avanti per costruire passo dopo passo la cultura della pietra”.

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