L’intermodalità è la chiave per trasporti sostenibili e smart

Per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, lo scorso 14 luglio è stato approvato l’European Green Deal, che vede come primo passo la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas serra.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su DomusAir n.3, dicembre 2021.

Stando alle parole della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, “sarà come lo sbarco dell’uomo sulla Luna”: raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 il “passo epocale” che l’UE si è data come obiettivo redigendo e approvando, lo scorso 14 luglio, il pacchetto di iniziative del Green Deal Europeo, con un primo step che prevede la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE, rispetto ai livelli del 1990. Un impegno da mille miliardi di euro nel prossimo decennio che riguarda diversi ambiti di azione e di applicazione, e che vede una fetta importante di investimenti nel settore della mobilità, con una Sustainable and smart mobility strategy e un relativo Action Plan che hanno come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale del comparto dei trasporti (privati e pubblici, dall’auto al trasporto aereo), ma che hanno anche un forte valore politico-economico, riconoscendo nell’interconnettività continentale un elemento fondamentale dell’Unione. Come scrive la Commissione nel documento che presenta la strategia, “la pandemia di Covid-19 ha chiaramente dimostrato che salvaguardare il buon funzionamento del mercato unico è fondamentale per l’UE.

La crisi ha rivelato il ruolo cruciale svolto dai trasporti e l’importanza dei costi sociali, sanitari ed economici quando la libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi è gravemente ostacolata o addirittura ridotta. Il mantenimento delle catene di approvvigionamento e un approccio europeo coordinato alla connettività e all’attività di trasporto sono essenziali per superare qualsiasi crisi e rafforzare l’autonomia strategica e la resilienza dell’UE. Pertanto garantire che il nostro sistema dei trasporti sia realmente resiliente alle crisi future deve essere anche un obiettivo fondamentale della futura politica dei trasporti dell’UE. Completare lo spazio unico europeo dei trasporti si conferma la pietra angolare della politica europea dei trasporti. Per l’UE resta di importanza strategica promuovere la coesione, ridurre le disparità regionali e migliorare la connettività e l’accesso al mercato interno per tutte le regioni. La pandemia di Covid-19 ha prodotto effetti notevoli sulla mobilità. Nel contesto della ripresa da questa grave crisi, il sostegno pubblico dovrebbe aiutare la mobilità a “ricostruirsi meglio” e a fare passi avanti verso un futuro sostenibile e più intelligente”.

Green roadmap 2030, schema

L’intento complessivo di questo grande impegno è ambizioso: fare dell’Ue, viene scritto nel documento, il “polo mondiale della connettività”. Il sistema europeo dei trasporti sostenibile per il quale l’UE si sta impegnando deve essere intelligente, flessibile e adattabile a modelli ed esigenze di trasporto in continuo cambiamento, in base a progressi tecnologici all’avanguardia per garantire a tutti i cittadini europei una connettività sicura e senza soluzione di continuità. “I trasporti dovrebbero mettere in risalto l’ingegnosità e l’industriosità europee, restando all’avanguardia nel campo della ricerca, dell’innovazione e dell’imprenditorialità e guidando le due transizioni, verde e digitale”, sottolinea il documento. Obiettivo? Durante i loro viaggi le persone dovrebbero beneficiare di un’esperienza multimodale senza soluzione di continuità grazie a una serie di scelte di mobilità sostenibile, determinate in misura sempre maggiore dalla digitalizzazione e dall’automazione. Poiché l’innovazione plasmerà la mobilità dei passeggeri e delle merci del futuro, è opportuno definire un quadro corretto e fattori abilitanti adeguati per favorire questa transizione, che potrà rendere molto più efficiente e sostenibile il sistema dei trasporti”.

Nella visione del Green Deal, da qui al 2030-2050 la mobilità in Europa dovrà infatti basarsi su un sistema di trasporto multimodale efficiente e interconnesso, sia per i passeggeri che per le merci, potenziato da una rete ferroviaria ad alta velocità a prezzi accessibili, da un’ampia infrastruttura di ricarica e rifornimento per i veicoli a emissioni zero e dalla fornitura di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, nonché da una mobilità più pulita e più attiva in città più verdi che contribuiscano alla buona salute e al benessere dei cittadini. “La pandemia ha dimostrato quanto una maggiore multimodalità sia determinante anche per migliorare la resilienza del nostro sistema dei trasporti e quanto il pubblico sia pronto ad accogliere modalità di viaggio alternative sostenibili.

Il sostegno pubblico dovrebbe aiutare la mobilità a fare passi avanti verso un futuro sostenibile e più intelligente

Le persone sono disposte a passare a modi di trasporto più sostenibili, in particolare nella loro mobilità quotidiana, e le condizioni principali per tale passaggio sono i costi, la disponibilità e la velocità. L’UE deve contribuire a creare le condizioni idonee per una maggiore diffusione di alternative sostenibili che siano sicure, concorrenziali e a prezzi accessibili. In presenza di alternative sostenibili a prezzi, frequenze e livelli di comfort concorrenziali, le persone scelgono la modalità più sostenibile”.

Una delle “Missioni faro”, la 2, individua indirizzi specifici per le connessioni marittime e aeroportuali. La Commissione sottolinea come i porti e gli aeroporti siano “fondamentali per la connettività internazionale, per l’economia europea e per le rispettive regioni. Nella transizione verso nodi a emissioni zero, le migliori pratiche seguite dagli aeroporti e dai porti più sostenibili devono diventare la nuova normalità e garantire forme di connettività più sostenibili. Porti e aeroporti dovrebbero diventare poli di mobilità e trasporto multimodali, in grado di collegare tutti i modi di trasporto pertinenti. In questo modo si ottimizzerà la qualità dell’aria a livello locale, contribuendo di conseguenza al miglioramento dello stato di salute degli abitati delle zone interessate”. La Commissione si impegna a proporre misure per rendere puliti aeroporti e porti, incentivando la diffusione di carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e alimentando le navi e gli aeromobili che vi stazionano con energia rinnovabile anziché con energia fossile, favorendo lo sviluppo e l’utilizzo di nuovi aeromobili e navi, più puliti e più silenziosi, rivedendo i diritti aeroportuali, rendendo più ecologici i movimenti a terra negli aeroporti, nonché i servizi e le operazioni nei porti, ottimizzando gli scali portuali e ricorrendo più diffusamente a una gestione intelligente del traffico.

“È necessario aumentare gli investimenti pubblici e privati nella produzione locale di energia rinnovabile, in accessi multimodali più sostenibili e nel rinnovo della flotta nel trasporto aereo e per vie navigabili”, sottolinea il documento. “Alcuni di questi investimenti trarrebbero vantaggio dalla definizione di pertinenti criteri di tassonomia sostenibili che contemplino le specificità di ciascun mezzo, anche durante la transizione verso l’azzeramento delle emissioni. Si prevede che anche la politica di prestiti riveduta che sarà decisa dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) sarà utile in tale ambito”.

DomusAir

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