Egemonia del maschio bianco nel Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia

L’artista cilena Voluspa Jarpa rappresenta il Padiglione del Cile alla 58. Biennale di Venezia con un’analisi di eventi storici che permettono di riconsiderare la nozione di civiltà utilizzata dal fronte occidentale.

Padiglione del Cile

Che dal punto di vista dipenda l’interpretazione di ogni cosa non è una novità, per la storia dell’arte poi si tratta di un concetto antico, se togliessimo il David di Michelangelo dal suo piedistallo alcune parti anatomiche risulterebbero decisamente sproporzionate. A sottolineare questo concetto in tempi più recenti e soprattutto dal punto di vista storico, ha contribuito molto l’antropologia, che con tutta la riflessione sul post-colonialismo ha messo in luce quanto la visione del mondo fosse distorta e costruita da un unico punto di vista: quello del più forte, cioè quello occidentale. A causa di questa visione esistono ancora convinzioni sedimentate a livello culturale che per essere smantellate e rilette alla luce di una rinnovata consapevolezza, necessitano di un cambio di prospettiva.

Il progetto di Voluspa Jarpa per il padiglione cileno lavora proprio in questa direzione, tentando di svelare i limiti di una visione alterata (appunto) come quella eurocentrica, attraverso cui si è finora scritta la storia del mondo.

L’artista divide il padiglione e il suo intervento in tre parti: la prima che s’incontra è il densissimo museo dell’egemonia (“The Hegemonic Museum”) in cui, attraverso un’alta concentrazione di materiali visivi, vengono presi in esame sei eventi storici che permettono di riconsiderare la nozione di civiltà utilizzata dal fronte occidentale (Europa prima e Stati Uniti poi) per centralizzare il proprio potere, come scrive il curatore Augustin Pérez Rubio: “il museo serve a studiare e analizzare il comportamento del maschio bianco, eterosessuale, patriarcale ed egemonico, che a sua volta ha innescato l’inizio del progetto”; in seconda battuta è stata allestita una galleria di ritratti (“The Subaltern Portrait Gallery”) che, in opposizione alla classiche effigi di monarchi ed eroi, propone le rappresentazioni di individui che incarnano gli archetipi di oppressione di cui trattano i sei casi studio esaminati in precedenza; ultimo atto di questa reinterpretazione storica è un’opera lirica dell’emancipazione (“The Emancipating Opera”) in cui un’alternanza di voci egemoniche e subalterne cantano in coro.

Immagine di apertura: una vista del Padiglione del Cile. Foto Giulia Di Lenarda

Padiglione:
Cile
Artista:
Voluspa Jarpa
Curatore:
Agustín Pérez Rubio
Evento:
58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Dove:
Arsenale di Venezia
Quando:
11 maggio - 24 novembre 2019

Speciale Biennale

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