La tradizione del Modernismo più sperimentale nel Padiglione del Portogallo alla Biennale di Venezia

A Palazzo Giustinian Lolin, Leonor Antunes intreccia riferimenti a figure di spicco dello sviluppo modernista di Venezia nel Dopoguerra, come Franca Helg e Franco Albini, Savina Masieri ed Egle Renata Trincanato.  

Padiglione del Portogallo

Varcando la soglia della sala del Palazzo Giustinian Lolin dedicata al Padiglione del Portogallo alla 58 Biennale di Venezia si ha l’impressione di entrare in un luogo a parte. Lo spazio è occupato da un’installazione site-specific fortemente ritmata, composta da una serie di elementi astratti, verticali, lineari, modulari e reiterati, che collegano il soffitto al pavimento; altri elementi, in vetro soffiato di Murano, talvolta in forma di lampada e illuminati, pendono dall’alto.

Altri ancora, più morbidi e flessibili, si svolgono sinuosamente intorno ai primi; richiamano nodi, trame di tessuti, briglie per cavalli. La luminosità della sala, abilmente sfruttata, evidenzia le qualità fisiche ed estetiche dei materiali utilizzati, aggiunge sensorialità all’insieme e contribuisce a dare forma a un unico ambiente scultoreo.

Da anni Leonor Antunes, artista portoghese di stanza a Berlino, interpreta attraverso le sue sculture la storia dell’arte, del design, dell’architettura del XX secolo e, in particolare, la tradizione del Modernismo nelle sue istanze più sperimentali e radicali; con un’attenzione di riguardo a figure femminili rimaste troppo spesso ai margini di una scena culturale a dominanza maschile.

Associato a questo omaggio c’è l’interesse per l’eccellenza manifatturiera che ha sempre sostenuto e affiancato i grandi creatori. Il suo lavoro prevede periodi di ricerca preliminare in stretta relazione con il contesto storico dove si trova a lavorare, l’analisi delle qualità fisiche, costruttive ed estetiche degli elementi su cui decide di concentrarsi e degli spazi espositivi dove interverrà.

Padiglione del Portogallo
Padiglione del Portogallo, “A seam, a surface, a hinge or a knot”. 58. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, "May You Live In Interesting Times”. Foto Giulia Di Lenarda

Questo vale anche per il progetto veneziano A seam, a surface, a hinge or a knot. Le opere presenti sono reinterpretazioni di elementi architettonici relativi allo sviluppo modernista di Venezia nel Dopoguerra. Vi s’intrecciano riferimenti a figure di spicco, da Franca Helg e Franco Albini ai quali l’artista già da tempo dedica attenzione – è stato il caso della mostra realizzata pochi mesi fa per l’HangarBicocca – alla meno nota Savina Masieri, i cui contributi compresero commissioni per Frank Lloyd Wright e per Carlo Scarpa; all’architetto Egle Renata Trincanato, che fu non solo la prima donna laureata dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e l’autrice di uno studio pionieristico sull’architettura popolare veneziane dal XIII al XVIII secolo, ma anche la direttrice di Palazzo Ducale e la presidente della Querini Stampalia.

Naturalmente, non può mancare il riferimento a Carlo Scarpa. Per la serie di sculture astratte destinate a Palazzo Giustinian Lolin, Antunes ha lavorato con artigiani dell’area che utilizzano materiali quali il vetro, legno e sughero. Private della funzionalità originaria, le forme moderniste da cui è partita si rivelano ora nel loro valore e nella loro perdurante efficacia.

Immagine di apertura: Padiglione del Portogallo, “A seam, a surface, a hinge or a knot”. 58. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, "May You Live In Interesting Times”. Foto Giulia Di Lenarda

Padiglione:
Portogallo
Artista:
Leonor Antunes
Curatore:
João Ribas
Evento:
58. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia
Dove:
Palazzo Giustinian Lolin, San Marco 2893
Quando:
11 maggio - 24 novembre

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