Baukuh si fonda sull’assunto che il progetto prescinda dal gusto personale, sia che nasca dalla conoscenza, codificata e pubblica, dell’architettura del passato sia dalle tracce insite nel contesto. Quasi tutti i sei soci – Paolo Carpi (Brescia, 1974), Silvia Lupi (La Spezia, 1973), Vittorio Pizzigoni (Bergamo, 1975), Giacomo Summa (Busalla, 1976), Pier Paolo Tamburelli (Tortona, 1976) e Andrea Zanderigo (Verona, 1974) – sono impegnati anche nell’attività accademica presso atenei tra cui il Politecnico di Milano e l’Università di Genova. Il loro approccio allo studio dell’architettura intende essere “fresco e innocente, allo stesso tempo ragionevole e consapevole”, come i soci stessi affermano, per superare “le battute stanche del Postmoderno e la stupidità meccanica della progettazione parametrica”. La ricerca, condotta anche grazie all’attività della rivista di architettura San Rocco alla quale tutti i soci hanno contribuito, li ha portati alla riscoperta critica del lavoro di Giorgo Grassi, Aldo Rossi, James Stirling e Rem Koolhaas. Dal 2004, Baukuh si cimenta con scale diverse: dal paesaggio nella valle del Nilo (2012) o nel triangolo del Cairo Maspero (2015) alla scala urbana dei progetti per PAV Étoile di Ginevra e per l’area Chamblioux- Bertigny a Friburgo, fino alla piccola scala degli allestimenti o delle installazioni temporanee. Ultimamente lo studio si è concentrato su edifici pubblici come la Casa della Memoria (2015), nata nel centro di Milano per raccontare la storia italiana e milanese del XX secolo. La geometria elementare, l’aspetto ruvido dell’edificio e i materiali poveri della tradizione lombarda ribadiscono il legame tra la Casa e la storia della città e del quartiere Isola. Così, nel solco delle decorazioni in terracotta di una volta, le facciate sono realizzate in mattoni, alternando un telaio di laterizi pieni UNI di color rosso scuro ad ampi riquadri in mattoni policromi, che riproducono immagini e pattern grafici. La semplicità dell’impianto garantisce grande flessibilità, funzionando come una piattaforma aperta agli eventi cittadini. Il contesto urbano è sempre al centro delle strategie per rinnovare gli edifici esistenti. È il caso della Scuola per seminaristi a Hoogstraten, in Belgio (in costruzione) che si snoda attorno al suo punto di forza: un cortile dalle dimensioni allungate (circa 35 x 200 m, come il Foro di Pompei) che diventa un forum cittadino. Il programma architettonico si concentra sulla creazione di un “teatro urbano”, sviluppato su tre porzioni di portico.