Per Camilo Restrepo Ochoa (1974), l’architettura è il punto di confluenza di condizioni globali, locali, comunitarie, identitarie e disciplinari. Agenda, lo studio fondato con Juliana Gallego Martinez (1980) a Medellín nel 2010 – città natale di entrambi – si definisce come uno studio ottimistico e promotore di identità, un richiamo al legame inscindibile che l’architettura stabilisce coi luoghi in cui è ancorata, resistendo all’omogeneizzazione diffusa. “L’architettura può articolare quei momenti di transizione tra globale, particolare e storia universale, dando valore a ciò che non viene valorizzato”, racconta Restrepo.

Gli edifici di Agenda intrecciano interessi economici, politici, sociali e culturali che si traducono in spazi tangibili e tattili, da abitare. “Ci consideriamo architetti della transizione, apparteniamo a un gruppo sociale che si è da poco lasciato alle spalle un conflitto durato oltre 50 anni, consegnandoci una società molto fratturata e polarizzata”. La sua “architettura del tropico” è elastica e cerca ambiguità e ibridazione tra gli spazi, pensati per accogliere funzioni radicalmente diverse: lontana dall’identificarsi con un oggetto scultoreo, è intesa come fenomeno poroso, capace di erodersi coi luoghi. La palette di materiali utilizzata è contenuta – cementi pigmentati, acciaio, legno – e gli edifici adoperano ciò che è disponibile in situ, valorizzando le imperfezioni e le tecniche artigianali, come nel caso del Santuario Señor de Tula a Jojutla, Morelos, Messico, appena completato (2020).

Ciò che conta è che i materiali durino a lungo e gli edifici siano passivi. Le strutture portanti sono sempre messe in evidenza, come nel caso di Orquideorama (Casa delle orchidee, 2006) – tettoia pubblica a Medellín fatta di esagoni intrecciati, legno e acciaio – e Farallones (2016), il complesso industriale e centro comunitario nelle piantagioni di caffè a Ciudad Bolivar, Colombia. Il processo creativo parte sempre da un’approfondita analisi della storia del luogo, per rafforzarne l’eredità. Restrepo ha insegnato alla Graduate School of Design di Harvard e alla Universidad Torcuato Ditella a Buenos Aires; il lavoro dello studio è stato esposto, tra gli altri, alla Biennale di Architettura di Chicago 2017 e al MAK Center for Art and Architecture di Los Angeles.