Davide Vargas, Alberi, Il Filo di Partenope, Napoli 2012 (23 illustrazioni; tiratura 250 copie)
Nel piccolo raffinatissimo libro Racconti di qui, di cui avevo già scritto (Domus 936), Davide Vargas aveva teorizzato un modo di vivere e di fare l'architetto "a chilometro zero". Tutto avviene per lui sempre e solo nel suo luogo.
"Io lavoro ad Aversa, centro storico normanno, radiocentrico e introverso di assoluta qualità, aggredito sempre più da vicino da una città senza regole, località provinciale persino più di Caserta". Questo nuovo "Progetto in forma di libro", dal titolo Alberi è un'opera complessa, perché si presenta nella sua veste come edizione d'arte (250 copie), poi ha dei testi stampati ed altri calligrafici, e poi ci sono ventitré tavole di disegni a penne pilot su carte piegate a metà, di formato doppio dell'album stesso.
L'approccio alla lettura non è semplice, perché lo sguardo deve divaricare dal libro d'arte, agli scritti teorici e poetici, alla lunga sequenza dei nervosi disegni graffiati neri. Il "sito del qui" è questa volta il Parco degli alberi di Aversa (parco Pozzi), un locus conclusus che per Vargas è pieno di passato, di storia e di memorie. Un disegno iniziale ne traccia la mappa e ne segnala gli alberi. Questo parco freddo e invernale è la scena dove Vargas svolgerà la sua forte performance.
Il bosco della vita
Per Alessandro Mendini, il nuovo libro di Davide Vargas è "un'opera complessa, perché si presenta nella sua veste come edizione d'arte e performance". Il luogo dove ci troviamo è il Parco degli alberi di Aversa, "un locus conclusus pieno di passato, di storia e di memorie".
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- Alessandro Mendini
- 02 novembre 2012
Durata ventitré giorni. Ventitré disegni, ciascuno un albero. Uno al giorno fra febbraio e marzo 2009 (dal 13 -2 al 17-3). Architetto scrittore letterato ed ora anche performer. Sì, perché questo libro è anche un atto ginnico. Ventitré gelide giornate a catalogare come in un repertorio e quasi tremando gli alberi della sua vita. Un atto di dedizione, quasi una espiazione, ogni albero una emozione e una conoscenza. Neve sole nuvole vento. Un diario. Bambini in circolo.
Salici querce e il leccio piantato in memoria della tragica morte del padre. Sangue, un ospizio, il cappotto di un altro. Rami sfigurati e amputati, foglie raccolte da terra e stropicciate sul foglio. Non più alberi ma scheletri verticali di ex-alberi martoriati, un colonnato deforme in disfacimento di presenze isolate e solitarie. Il "bosco della vita di Davide Vargas" viene così dissolto e mineralizzato in una specie di archeologia della sua anima, che cerca di sussurrare a noi lettori. Un messaggio disperato?
Alberi è un progetto in forma di libro ideato e realizzato da Il Filo di Partenope, di Lina Marigliano e Alberto D'Angelo,
su carta di pura cellulosa; la copertina è stata realizzata
impastando fibre di cotone con resina vegetale
ottenuta incidendo la scorza degli alberi.