di Roberto Cecchi
Museum Buildings. A Design Manual, Paul von Naredi-Rainer, Birkhäuser, Basel-Berlin-Boston 2004 (pp. 248, s.i.p.)
È un bel libro quello di Paul von Naredi-
Rainer; soprattutto è un libro curato, che dà
la sensazione a chi lo legge di potersi calare
immediatamente nella materia senza tanti giri
di parole, accompagnati da un autore che può
vantare di aver avuto un coinvolgimento diretto
e di lunga durata nei progetti museali.
La pubblicazione si presenta come una
sorta di atlante. E difatti, ha poco del manuale
inteso in senso classico, perché non pretende
affatto di dettare le regole per la realizzazione
di un museo. Programma peraltro impossibile;
per cui, molto più semplicemente, si propone
come punto di riferimento per comprendere la
tematica del sistema museo nel suo insieme,
attraverso una serie di contributi specialistici e
un catalogo di esempi piuttosto ampio.
Il volume è stato scritto nella consapevolezza
che ciò che viene presentato è comunque
una selezione all'interno del mondo dei musei,
che negli ultimi decenni ha avuto tanto spazio
di critica e di pubblico.
Il libro è organizzato in due sezioni. Nella
prima si parla dei principi generali che informano
un museo inteso come edifi cio. La seconda
sezione, molto più ampia della prima, è completamente
dedicata a presentare una selezione di
realizzazioni progettuali.
Dopo una prima digressione storica sul
museo come istituzione e della storia del
museo, il volume si sofferma sulla semantica
dei nuovi musei. Sul fatto che si è di fronte a
una nuova stagione in cui, oltre all'aura dell'opera
da esporre, va considerata anche quella dello spazio del museo. Da qui prendono corpo
architetture che appaiono spesso molto distanti
dalla idea tradizionale di museo e nelle quali,
talvolta, l'opera d'arte appare quasi un pretesto
per esibire il contenitore.
È una nuova idea di museo con cui si devono
fare i conti e da cui discendono molte conseguenze.
Di cui una è la considerazione che parlare
oggi di nuovo spazio museale signifi chi una
rifl essione sul contesto. Uno strumento progettato
per creare nuovi valori e stabilire relazioni
diverse. Un'autocelebrazione di sé, con l'intento
di creare storia dove storia non c'è.
Utile, a conclusione della prima parte del
volume, la sezione dedicata alle componenti
tecnologiche essenziali di un museo quali la
sicurezza, il controllo delle condizioni microclimatiche
e la luce. Potremmo dire i fondamentali
per chiunque si accosti all'esperienza
museale.
Ai quali si aggiunge la questione distributiva
che di fatto viene ampiamente trattata
dall'autore ma nella seconda parte del volume,
che è organizzata in sei capitoli che individuano
proprio attraverso la tipologia distributiva un
percorso di lettura dell'esperienza del progetto
museale.
Gli esempi scelti sono settantuno e si va
dalla soluzione distributiva con sale poste in
sequenza, al piano libero, alla riqualifi cazione e
ampliamento di spazi di architetture monumentali.
E si tratta del meglio che sia stato realizzato
in questi ultimi anni, visto che si comincia con la
Neue Staatsgalerie Stuttgart di James Stirling,
quindi si passa per il Museu d'Art Contemporani
Barcelona di Richard Meier, e poi al Literature
Museum Himeji I and II di Tadao Ando.
Le schede generalmente sono molto
semplici e concise. È forte la presenza del
cosiddetto star system internazionale. Quella
italiana è connotata dalle opere di Aldo Rossi
e Renzo Piano tutte rigorosamente all'estero.
E non potrebbe essere diverso. Cui si aggiunge
un prezioso esempio di riutilizzo di uno spazio
esistente quale l'Expansion of the Gipsoteca
Canoviana di Possagno di Carlo Scarpa.
Un capolavoro della cultura italiana. Ma troppo
poco rispetto alla realtà museale del Bel Paese.
E comunque il rifl esso della situazione di
sostanziale stasi dell'Italia in questi decenni
sul fronte più rilevante del nostro patrimonio
culturale.
Roberto Cecchi Direttore Generale per i beni architettonici, storico-artistici
New Museum ideas
Museum Buildings. A Design Manual, Paul von Naredi-Rainer, Birkhäuser, Basel-Berlin-Boston 2004 (pp. 248, s.i.p.) La pubblicazione si presenta come una sorta di atlante. E difatti, ha poco del manuale inteso in senso classico, perché non pretende affatto di dettare le regole per la realizzazione di un museo.
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- 03 aprile 2008