Marc Andrew Newson

«Inizio sempre i miei progetti sulla carta. Si può disegnare una curva sulla carta e sapere immediatamente che è quella giusta, ma non si può fare lo stesso al computer; la curva non si realizza con una funzione o utilizzando una guida digitale, è una forma che si disegna a mano libera. Ma poi la si può scannerizzare e sviluppare» (Marc Andrew Newson)

Marc Andrew Newson

Marc Newson nasce nel 1963 a Hornsby, nei dintorni di Sidney, dove si laurea - presso il Sydney College of the Arts, frequentando corsi di progettazione del gioiello e scultura - nel 1984. Più interessato al mondo del design d’arredo e d’oggetto, Newson rivolge la propria attenzione a riviste internazionali dedicate al design, quali Domus e Flash Art, attraverso cui – ha dichiarato – si costruisce una vasta consapevolezza visiva della contemporaneità, dal Bauhaus, a Saarinen e Eames.   

Cosmopolita, ha vissuto dapprima in Giappone, dove si è recato su invito di Teruo Kurosaki, il proprietario della Idée, la prima azienda a produrre oggetti di Marc Newson tra cui rientrano la chaise lounge “Orgone” (1989), il tavolo ”Black Hole” («realizzato su mio progetto – racconta – da alcuni surfer giapponesi che avevo incontrato, in fibra di carbonio») e la sedia “Felt” (1989).

Con Teruo lavoravo in modo informale, forse fin troppo informale a volte. […] La sua ambizione era diventare il principale produttore giapponese di mobili in stile occidentale, con opere create da personalità del calibro di Stark. Prima di lui, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in Giappone non esisteva una tradizione produttiva di arredamento moderno, perciò raggiungere gli standard cui ero abituato e che desideravo per le mie opere era molto difficile

Lasciato il paese del Sol Levante, Newson si trasferisce a Parigi, dove inizia la collaborazione con importanti aziende europee tra cui Flos (con la lampada “Helice”, 1993), Moroso (“TV Chair” e sedia “Gluon”) e Cappellini, che gli commisiona le sedia “Sine” e mette in produzione “Wood”, disegnata nel 1989 per partecipare a un concorso.  In Francia il designer australiano fonda, nel 1994 con Oliver Ike, l’azienda Ikepod (lasciata nel 2012), che produce orologi ed edizioni limitate di mobili in alluminio. Tra le opere di questo periodo, il tavolo Event Horizon e la seduta Orgone Chair (1992).

Influenzato dall’immaginario cinematografico di capolavori come “2001; odissea nello spazio”, “Solaris” e “Dark Star”-  insieme ai primi film su James Bond con protagonista Sean Connery - con i quali condivide l’interesse per un alto e visionario contenuto tecnologico, Marc Newson dalla metà degli anni Novanta si è dedicato agli interni di una lunga serie di ristoranti: Coast a Londra, Mash & Air a Manchester, Osman a Colonia, il ristorante della Lever House a New York (2002), cui sono seguti i progetti per lo studio di registrazione Syn a Tokyo e le unità espositive realizzate per W&LT., marchio di abbigliamento informale dello stilista belga Walter van Bierendoncke. L’ultimo citato è un sistema modulare e flessibile di elementi in colori brillanti, montati su rotaie in plastica, che possono essere aggregati a formare varie tipologie di arredi del punto vendita.

«L’intero negozio arrivava a rimorchio di camion, si sistemavano le rotaie, si montavano i moduli ed era pronto. In base allo spazio a disposizione, si potevano sistemare una, due quattro unità o quante se ne desideravano. E sarebbero andate bene ovunque: nello stand di una fiera o persino all’aperto. Si poteva allestire un negozio, in modo molto economico e in meno di un giorno […] Consideravo le unità come giganteschi armadietti per il pane. Erano molto robusti, realizzati in polipropilene modellato con un sistema rotativo della maggiore azienda produttrice di bidoni dell’immondizia, una scelta piuttosto appropriata visto che W&LT stava per Wild and Lethal Trash!».

Alla Francia è legato anche uno degli eventi di maggior successo della carriera di Marc Newson, che viene chiamato da Hervé Chandès – curatore di mostre per la Fondation Cartier – a partecipare a un evento per cui il designer realizza “Bucky” (1996). Il nome è un omaggio al visionario maestro americano Buckminster Fuller e, contemporaneamente, alla Buckministerfullerene, una molecola di carbonio recentemente scoperta e battezzata in suo onore. Si tratta di un’installazione composta da una struttura sferica aperta, ottenuta assemblando elementi in plastica morbida multicolore, triangolari e modulari, che ricordano la famosa cupola geodetica e che verrà riproposta, nel 1998, in un modello in plastica dura presentato a Milano come elemento per il gioco dei bambini. 

Molti di questi primi progetti sono caratterizzati dall’uso del colore accesso sperimentato con le unità espositive, mediato da Marc Newson attraverso la conoscenza della pop art britannica, che vede protagonisti Eduardo Paolozzi e Richard Hamilton, e la cultura popolare australiana del surfer, cui è reso esplicito omaggio con la sgargiante poltrona “Embryo” (1988), rivestita da un tessuto impermeabile rosso.

Marc Newson ha anche disegnato l’interno del jet privato Falcon 900B (2001), la bicicletta in alluminio pressofuso legato da resine epossidiche “MN01” (per l’azienda danese Biomega, 1998), la concept car 021C per Ford (1997). Quest’ultima, una tra i primi esempi di citycar a combustione mista, è caratterizzata da una sorta di tubo che corre da un’estremità all’altra del veicolo, disegnando un motivo che si ritrova anche in alcuni arredi di Newson degli stessi anni (la poltrona “Plastic Orgone”, 1998, e il tavolino “Mini Event Horizon”, 1993). Lo stesso designer la descrive come «un’automobile per chi non ama le automobili. […] Volevo che affascinasse tutti coloro che non si occupano di automobili, ma possiedono una griglia di riferimenti culturali più ampia, che si interessino di cultura popolare, di musica, di cinema, persone a cui le automobili non dicono molto […]. E soprattutto, volevo che facesse sorridere le persone, che mostrasse che non ci prendiamo troppo sul serio. Non stavo cercando di reinventare la ruota, ma volevo che sembrasse un’automobile, non un’astronave di “Guerre stellari”, né un contenitore per il pane!».

E l’attenzione è rivolta principalmente al comfort dei passeggeri, con un piano di pavimento dell’abitacolo completamente piatto, sottili montanti per tetto e portiere che consentono una migliore illuminazione naturale interna, parabrezza e lunotto inclinati per evitare riverberi, sedili che ruotano di novanta gradi verso l’esterno per facilitare l’ingresso e l’uscita dall’auto.

All’attività di designer Newson, ristabilitosi in Australia, affianca l’insegnamento universitario in qualità di titolare della cattedra di design al Sydney College of the Arts.

È stato curatore della 2001 Conran Foundation Collection al Design Museum di Londra.

Attraverso le parole di Convey Lloyd Morgan:

Il contributo di Newson al design non consiste solo nell’ispirazione visiva tratta dai film di Bond o Kubrick, non moderatadalle sfumature politiche proprie della situazione europea, ma esprime anche un’adesione alla cultura popolare […] o, piuttosto, la consapevolezza che questa cultura può essere comunicata e condivisa anche attraverso il linguaggio del design formale
Estremi cronologici:
1963–in vita
Ruolo professionale:
designer
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