Frammentazione urbana

Le fotografie di Raju Peddada riflettono la nostra ambiguità; cercano di rappresentare l’asimmetria della nostra esistenza, la sua fugace e fragile bellezza.

Come fotografo mi sono sempre chiesto perchè insistere sul concetto di “still life”, dato che la vita non è altro che dinamica. Anche gli oggetti inanimati sono dinamici, cambiano il loro aspetto e carattere con la luce. Come può essere immobilizzata la vita? Non è forse quello dello still life un paradosso, un ossimoro? È possibile esistere con chiarezza e completa trasparenza? La quiete è una condizione così fondamentale? Il movimento è il principio operativo fondamentale che governa la vita in modo incerto e ambiguo – come la nostra condizione urbana.

Fig.1 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.2 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.3 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.4 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.5 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.6 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.7 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.8 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.9 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.11 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.12 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.13 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.14 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.15 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.16 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017
Fig.17 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017

  Questa riflessione mi porta al principale obiettivo, presentare un’estetica fotografica nuova, che rifletta la nostra ambiguità. Cerco di rappresentare l’asimmetria della nostra esistenza, la sua fugace e fragile bellezza. Cerco l’imperfezione e le trame generate dalla nostra condizione: una transienza nel nostro ambiente e in noi stessi. Il mio obiettivo è quello di catturare la nostra condizione urbana per com’è, le sue impressioni e astrazioni, le riflessioni e aberrazioni, le frazioni e le rifrazioni, le distrazioni e le vibrazioni. Ogni volta che cerco di ritrarre due attività umane distinte, non noto la terza e la quarta che alla fine vengono ritratte. L’estetica dell’ambiguità non è solo un mio postulato, ma una proposta di superamento dell’estetica dello still life, che tiene in ostaggio la fotografia da più di un secolo. È il tentativo di mostrare la vita per impressioni, evocazioni e provocazioni, proprio come fanno gli scrittori e i pittori. La tranquillità è un’illusione, mentre il movimento è ambiguità, entrambi ci forniscono un equilibrio che sostiene la nostra stabilità.

Fig.17 Raju Peddada, La nostra frammentazione urbana: l'estetica dell'ambiguità, 2017

Raju Peddada è un cittadino americano. È direttore dell’omonimo marchio Peddada. Scrive e sperimenta nel campo della fotografia ed è anche un designer e un giornalista free-lance. Il suo lavoro è stato esposto alle mostre di ChicagoSOFA. È stato pubblicato in molte riviste di design. Il Chicago Tribune ha pubblicato molti dei suoi prodotti di design.