Una natura corrotta

Una volta stabilito che Dio e Natura erano due entità separate, la civiltà occidentale ha forsennatamente cercato di dominare e soggiogare la natura.

“In questo miracolo di progresso, l’aratro era il profeta infallibile, la fonte di approvvigionamento, senza nessuna magia o incantesimo, senza formule magiche od offerte, ma piuttosto con il sudore della sua fronte e la fatica delle sue mani, l’uomo può convincere i cieli a rendere i loro tesori di rugiada e pioggia alla terra che ha scelto per la sua dimora... La goccia di pioggia non smette mai di cadere e risponde alla forza implorando o la preghiera del lavoro,” [TdR] Charles Dana Wilber, The Great Valleys and Prairies of Nebraska and the Northwest, 1881.

Las Vegas si espande su questi miti diventando simbolo della natura conquistata, una città dove i casinò crescono come montagne, prendendo a prestito luoghi leggendari di Venezia, Parigi, New York, l’antico Egitto e Roma. Insieme alla natura, anche tempo e spazio sono stati superati; si tratta di una vittoria totale in cui tutto è possibile, un modello per città come Dubai o Abu Dhabi. In A Corrupt Nature il tradizionale punto di vista su Las Vegas è capovolto. L’attenzione è posta su alberi solitari e dimenticati e strani cumuli di detriti che assomigliano a piramidi, con i casinò sullo sfondo. Immediatamente, ci ricordiamo del paesaggio arido che ha preceduto il nostro arrivo. Attraverso l’uso del colore, questi elementi trascendono il loro aspetto ordinario e diventano simboli del potere intrinseco della natura e della sua resistenza, che supera con pazienza epoche e specie.

Maciek Jasik è nato a Danzica, in Polonia nel 1978 e si è trasferito negli Stati Uniti sei anni più tardi con i suoi genitori. Il suo lavoro si concentra principalmente sulla relazione della società con la natura e sulle questioni di identità, di genere, della rappresentanza e del sé.