Concrete Memory

Sara Moiola racconta l’opera di Alberto Burri a Gibellina Vecchia, una cattedrale a cielo aperto prigioniera di un cantiere infinito, con la vegetazione spontanea come unico spettatore.

Nel 1968, Gibellina (da Gebel, Montagna e Zghir, piccola), borgo medioevale poco lontano da Palermo, viene completamente distrutto dal terremoto del Belice.

La ricostruzione del centro urbano avviene ad una ventina di chilometri dal sito originario e artisti quali Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Mario Schifano e Alberto Burri (tra i tanti) vengono invitati alla progettazione di interventi site specific che trasformassero il neonato comune in un laboratorio di sperimentazione artistica a cielo aperto. 

L’opera di Alberto Burri si allontana dal nuovo contesto per andare ad abbracciare le rovine di Gibellina Vecchia. Le macerie e i resti della città distrutta vengono trasformati in un cretto a scala urbana in cui le isole di cemento ricostruiscono gli isolati originari, diventandone a loro volta monito. Quella che potrebbe essere l’opera di Land Art di maggior estensione a livello europeo, un tributo al ricordo di una città scomparsa, ma anche un monito al coraggio della vita che va avanti è purtroppo ancora oggi un luogo difficile da raggiungere, prigioniero di un cantiere infinito dove solamente i sporadici episodi di vegetazione spontanea sono i fortunati fruitori dell’immensità di questa cattedrale a cielo aperto.

Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>
Sara Moiola, <i>Concrete Memory</i>

  Nata nel 1985, Sara Moiola è laureata in Architettura al Politecnico di Milano e ha frequentato poi il corso in Tecniche e Linguaggio della Fotografia al Centro di Formazione Professionale Riccardo Bauer. Affascinata dalla Scuola Italiana di Paesaggio, orienta la sua ricerca verso il rapporto tra uomo e architettura, il territorio e le sue trasformazioni.