Le architetture straordinarie che raccontano un confine inquieto: quello tra italia ed Est Europa

Roberto Conte e Miran Kambič svelano con le loro fotografie un secolo di edifici affascinanti e poco conosciuti al confine tra Italia e l’Est Europa. A Trieste, la mostra “Le Affinità di Confine” racconta storie di convivenze, tensioni e influenze reciproche.

Teatro Naz Slov, Nova Gorica 1988-96, architetto Vojteh Ravnikar

Foto Roberto Conte

Giardino degli Ognissanti, Lubiana  1937-40, arch. Jože Plečnik

Foto Miran Kambič

Tempio ossario, Udine 1925-38, arch. Alessandro Limongelli e Provino Valle

Foto Miran Kambič

Ossario Lubiana 1937-39 arch. Edvard Ravnika

Foto Roberto Conte

Sacrario Militare, Oslavia 1930-38, arch. Ghino Venturi

Foto Roberto Conte

Casa Opiglia, Trieste 1935-37, arch. Umberto Nordio

Foto Roberto Conte

Il piccolo grattacielo, Lubiana 1931-32, arch. Herman Hus

Foto Roberto Conte

Torre Vriz, Trieste 1955-59, arch. Gino Valle

Foto Miran Kambič

Torre Ariston, Lignano Udine 1960, arch. Gianni Avon

Foto Roberto Conte

Piazza della Rivoluzione, Lubiana 1959-82, arch. Edvard Ravnikar

Foto Roberto Conte

Santuario Monte Grisa, Trieste 1963-66, arch.tti Antonio Guacci, Sergio Musmeci

Foto Roberto Conte

Municipio, Osoppo 1978, arch.tti Luciano Semerani e Gigetta Tamaro

Foto Roberto Conte

Municipio, Osoppo 1978, arch.tti Luciano Semerani e Gigetta Tamaro

Foto Roberto Conte

Municipio, Sežana 1977-79, Gruppo Kras

Foto Roberto Conte

La storia del confine tra Italia e Slovenia è stata narrata per molto tempo seguendo una rigida contrapposizione tra stati nazionali che ha condensato stereotipizzazioni e divisioni, impedendo a lungo di comprendere la complessità culturale e sociale di questo territorio composito e stratificato. Oggi che il nuovo confine italo-sloveno non è più oggetto di contesa è possibile guardare al passato andando oltre la semplificazione, analizzando affinità e punti di contatto di un’area che da sempre accoglie molteplici possibilità di coesistenza.

È questo quello che propone di fare la mostra “Le Affinità di Confine. Architetture tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia” a cura di Luka Skansi e Paolo Nicoloso, con le fotografie di Roberto Conte e Miran Kambič: un’indagine visiva e critica sulla natura di confine condotta attraverso l’architettura come lente privilegiata per leggere forme visibili di identità stratificate e condivise. 

Il progetto, promosso da ERPAC Friuli Venezia Giulia su iniziativa di Guido Comis, si inserisce nel programma “GO!2025&Friends”, parte delle celebrazioni per Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura. L’esposizione non intende ricostruire una cronologia esaustiva dell’architettura transfrontaliera, ma vuole invece proporre un’analisi per immagini fondata sul confronto visivo: oltre cinquanta dittici di edifici italiani e sloveni raggruppati per funzione, epoca o linguaggio, suggeriscono affinità, dissonanze e influenze reciproche.

Centro culturale islamico, Lubiana, Narodni dom, 2018-2020, architetto Bevk-Perović. @Roberto Conte

La struttura espositiva si sviluppa in tre nuclei cronologici – dalla fine dell’Impero austro-ungarico agli anni tra le due guerre, fino alla stagione post-bellica e alla nascita della Slovenia indipendente – e restituisce la profondità del dialogo architettonico tra due realtà storicamente contigue, ma divise da frontiere mutevoli. L’architettura, grazie alla sua capacità di lasciare il segno sul paesaggio e nella memoria collettiva, rappresenta qui una testimonianza ideale per cogliere specificità locali e influenze transnazionali mettendo in discussione la linearità delle narrazioni. “Essa è viva, rappresenta un fatto fisico”, spiegano i curatori, “che con la propria forma, dimensioni, spazialità, relazioni urbane o ambientali partecipa al tempo presente”.

Al centro della mostra, infatti, il dispositivo del dittico rivela una scelta curatoriale che vuole andare oltre la semplice giustapposizione. Ospedali, scuole, palazzi istituzionali o residenze si confrontano in una dialettica di linguaggi architettonici che riflettono ideologie, sistemi politici e modelli culturali differenti. L’immagine diventa così strumento di lettura analitica in grado di restituire un affresco complesso di un’area che ha fatto della pluralità culturale il proprio tratto distintivo.

Teatro Naz Slov, Nova Gorica Foto Roberto Conte

1988-96, architetto Vojteh Ravnikar

Giardino degli Ognissanti, Lubiana Foto Miran Kambič

 1937-40, arch. Jože Plečnik

Tempio ossario, Udine Foto Miran Kambič

1925-38, arch. Alessandro Limongelli e Provino Valle

Ossario Lubiana Foto Roberto Conte

1937-39 arch. Edvard Ravnika

Sacrario Militare, Oslavia Foto Roberto Conte

1930-38, arch. Ghino Venturi

Casa Opiglia, Trieste Foto Roberto Conte

1935-37, arch. Umberto Nordio

Il piccolo grattacielo, Lubiana Foto Roberto Conte

1931-32, arch. Herman Hus

Torre Vriz, Trieste Foto Miran Kambič

1955-59, arch. Gino Valle

Torre Ariston, Lignano Udine Foto Roberto Conte

1960, arch. Gianni Avon

Piazza della Rivoluzione, Lubiana Foto Roberto Conte

1959-82, arch. Edvard Ravnikar

Santuario Monte Grisa, Trieste Foto Roberto Conte

1963-66, arch.tti Antonio Guacci, Sergio Musmeci

Municipio, Osoppo Foto Roberto Conte

1978, arch.tti Luciano Semerani e Gigetta Tamaro

Municipio, Osoppo Foto Roberto Conte

1978, arch.tti Luciano Semerani e Gigetta Tamaro

Municipio, Sežana Foto Roberto Conte

1977-79, Gruppo Kras