Per la prima volta in Italia, lo street artist Shepard Fairey, in arte OBEY, ha realizzato un enorme murale al quartiere Gallaratese di Milano.

Su un muro residenziale del quartiere noto per i progetti architettonici di Carlo Aymonino e Aldo Rossi, “Tear Flame Peace” si estende per 400 mq, ed è un inno alla pace universale.
La scritta “Peace” si staglia a caratteri cubitali in cima all’edificio, mentre il volto di una donna con l’hijāb, il tradizionale velo islamico, piange una grande lacrima con una colomba e una fiamma, che rappresenta il peso dei conflitti attuali nel mondo, con colori che richiamano le bandiere russa e ucraina, mescolati a un motivo che evoca il mondo arabo. Più in basso compare l’iconico logo di Obey the Giant.

L’opera si inserisce in un percorso di 6 enormi murales, tutti realizzati da artisti di fama internazionale: Jdl, Nabla & Zibe, Medjaneras, Btoy e Leticia Mandragora hanno dipinto i muri della zona nell’ambito di Manifestival, un progetto di Arte Urbana di Fondazione Arrigo e Pia Pini, per un percorso artistico multiculturale.

“Rappresentando i tempi turbolenti, il messaggio di pace è colmo sia di tristezza che di speranza, e la fiamma ha un duplice significato a seconda dell’osservatore e potrebbe rappresentare una scintilla di ispirazione e di ribellione speranzosa, nonché un ammonimento al surriscaldamento o alla distruzione della Terra”, spiega Obey.

Il murale non è il solo contributo dell’artista visibile in questi giorni a Milano: fino al 27 ottobre alla Fabbrica del Vapore, sarà visitabile una mostra intitolata “Obey: The Art of Shepard Fairey”, che ripercorre la sua carriera con opere iconiche come il poster Hope, realizzato per la campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008.