Domus 1056 è in edicola: “Confrontarsi con la natura”

Attraverso i progetti e le visioni di Junya.Ishigami+Associates, Katarsis, Neri Oxman e altri, il nuovo numero di Domus è tutto dedicato al rapporto tra l’uomo e le sue costruzioni da un lato, e la natura dall’altro. 

Il numero di marzo di Domus 1056 si concentra sul ruolo dell’architettura di confrontarsi con la natura. Nel suo editoriale il Guest Editor Tadao Ando scrive di questo questo rapporto delicato: “Cosa si può dire, allora, del legame tra architettura e natura quando l’atto stesso di costruire è responsabile della distruzione dell’ambiente? L’architettura è in grado di comprendere il ruolo della natura?”.

Segue uno saggio di Alejandro Zaera-Polo, descrive la rivoluzione ecologica delle città post-Covid, e parla dell’ecologia politica come l’alternativa alle politiche identitarie e populiste. Rosa Camargo Artigas, figlia dell’architetto brasiliano João Batista Vilanova Artigas, ripercorre il percorso del padre della Scuola paulista.

Nella sezione Architettura vengono presentati cinque progetti, che si identificano per il rapporto privilegiato con un elemento della natura. Per Aria Junya.Ishigami+Associates illustrano Plaza of Kanagawa Institute of Technology, una struttura versatile, permeabile agli agenti atmosferici e collegata alla natura. Per Fuoco, Katarsis narra il suo Burning Bridge, il cui scopo del progetto è la sua distruzione attraverso la cerimonia ancestrale del rogo, che rinvia ai tradizionali riti di passaggio fra l’inverno e la primavera. Per Acqua, invece,  DnA_Design and Architecture illustrano il Dushan Leisure Centre Zhejiang, in Cina, il quale sfrutta la forma della spirale per rileggere dinamicamente
il paesaggio, offrendosi come punto d’incontro di residenti e turisti. Per Terra, infine, indaghiamo il McNeal 020, Arizona, di Atelier David Telerman e il 35 Green Corner Building di Studio Anne Holtrop, edificio è realizzato con blocchi strutturali di calcestruzzo ricavati
dal calco diretto del suolo del sito, che diventa così il generatore del manufatto.

Nelle pagine dedicate all’Arte, Angela Maderna si concentra sull’opera dell’artista veneziano JR, critica del rapporto devastante tra l’uomo e il pianeta e, seppure non esplicitamente, per le dimensioni e gli scavi rimanda ai pionieri della Land Art.

Nella sezione Design Neri Oxman presenta le sue opere Aguahoja I, II, fiduciosa che gli elementi organici largamente disponibili in natura, uniti alla fabbricazione digitale, sono alla base di una nuova biblioteca di materiali costruttivi, capaci di dialogare con il proprio ambiente.

La nuova sezione Creatori è stata istituita per illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo sul numero. Per questo numero abbiamo chiesto a progettisti come Tatiana Bilbao, Smiljan Radic, Thom Mayne, John PawsonVirgil Abloh e altri di focalizzarsi sulla domanda “Come confrontarsi con la natura?”.

Nella rubrica Attorno al progetto, Jean Hilgersom racconta le vicende del “grandioso museo” sognato dalla collezionista Helene Kröller-Müller cominciano oltre un secolo fa con i disegni di Behrens, Mies van der Rohe e Berlage. Miralles Tagliabue EMBT racconta la costruzione della a stazione metropolitana che lo studio spagnolo sta costruendo a Napoli. Per lo studio Karamuk Kuo, infine, la realizzazione di modelli è al centro della cultura del progetto, insieme a una metodologia flessibile.

Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, una tavola rotonda tra Alberto Cavalli, Giulio Iacchetti, Nicola Coropulis e Stefano Maffei dialogano sullo stretto rapporto, culturale e produttivo tra designer, artigiano e industria è oggi reso più complesso dall’uso della tecnologia. Carlos D’Ercole visita l’appartamento dove Mimmo Paladino abita da più di 40 anni quando è a Milano, in cui le opere d’arte si alternano alle fotografie d’autore (dell’amico Ferdinando Scianna) dialogando con i mobili disegnati da lui stesso. Valentina Petrucci ci parla di Jacopo Etro. Silvana Annicchiarico analizza il design di Clara Arpini (1987) fondatrice di Nodo2014 un progetto che mira a rivisitare elementi di arredo quali sedute e tavolini da caffè, realizzati con filati di vari materiali e intrecciati esclusivamente a mano. Il direttore editoriale Walter Mariotti conclude la sezione con una chiacchierata con Claudio Luti, presidente e proprietario di Kartell, oltre che presidente del Salone del Mobile dal 2017, secondo il quale “lavorare significa cambiare, innovare, crescere, seguendo un’idea precisa”.

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