Sanlorenzo vara un superyacht alimentato a metanolo verde

Il 50Steel, ultimo lanciato dal cantiere italiano, può fare a meno dei motori diesel per l’energia di bordo, adottando un sistema di alimentazione che genera anche soluzioni innovative per gli spazi interni.

Dopo un decennio investito nell’innovazione del progetto, con l’introduzione di designer come Rodolfo Dordoni, Citterio Viel, Piero Lissoni – divenuto dal 2018 art director dell’azienda – Patricia Urquiola e Studio Christian Liaigre, il cantiere di Ameglia che ha conquistato fasce sempre più rilevanti del mercato yacht e superyacht ha dichiarato come suoi obiettivi per il 2030 sostenibilità e rivoluzione tecnologica, attenzione alla filiera e servizi dedicati alla clientela.

È in questo contesto che si colloca un varo recente: quello della prima unità di un superyacht, il 50Steel, che affida la gestione della hotellerie di bordo ad un sistema di fuel cell a metanolo verde.

Il nuovo Sanlorenzo 50Steel. Courtesy Sanlorenzo

I moduli del Reformer - Fuel Cell, sviluppato con Siemens Energy, trasformano il metanolo in idrogeno, che diventa energia elettrica senza bisogno di essere stoccato a bordo. I 100kW così generati aumentano il tempo che una simile architettura navigante può trascorrere in rada in piena funzione, e coi motori di propulsione diesel spenti: l’ordine di grandezza dichiarato è circa il 90% del tipico tempo di utilizzo di un superyacht coperto a zero emissioni.

La grande trasformazione arriva però, ancora una volta, in termini di spazio, con le ridefinizioni di layout che il nuovo sistema introduce, e le risposte che Studio Zuccon International Project e Piero Lissoni hanno voluto dare alla sua comparsa, nel definire rispettivamente la linea dello yacht e il progetto di interni – ancora una volta, una vera architettura di interni che va al di là dei soli discorsi di finitura.

Il nuovo Sanlorenzo 50Steel. Courtesy Sanlorenzo

Un brevetto Sanlorenzo, la HER (Hidden Engine Room) distribuisce la propulsione e relativa sala macchine in orizzontale su un solo livello, e si apre così la possibilità nel lower deck di creare un salone aggiuntivo in continuità con la spiaggia di poppa, oltre che una palestra e una spa per i 10 ospiti alloggiabili. Il garage e l’alloggiamento delle fuel cell si spostano verso prua, creando un’occasione di ingegno progettuale rappresentata dalla suite armatoriale passante, che taglia trasversalmente il ponte.

Ma a costituire il punto più forte è lo sviluppo complessivo su 5 ponti sfalsati, dove si sono uniti l’engineering della struttura in acciaio e il progetto d’interni di Lissoni, sviluppati per la prima volta sullo stesso modello 3d. Il cuore della vita a bordo si articola nel salone a tre livelli – dal lower deck a salire: un inedito distributivo, con altezze tra i 2,1 e i 3,35 metri e vetrate a doppia altezza, messo a sistema con il restante complesso dei ponti da una scala elicoidale già diventata firma dell’architetto milanese sui Sanlorenzo, tanto nelle distribuzioni spaziali più usuali quanto negli open space proposti negli anni scorsi.

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