“Avevamo scritto una storia sulla figura del trend forecaster, qualcuno che teneva in mano una fotocamera digitale, un gesto che ci sembrava insolito allora... adesso è un comportamento completamente normale, in parte noi ne siamo responsabili, e se ci guardiamo indietro abbiamo quella sensazione di esserci imbattuti in un nuovo continente di possibilità.”

Era il novembre 2006 quando Marcus Fairs fondava dalla sua camera da letto Dezeen, piattaforma completamente nativa digitale destinata ad entrare tra i più influenti webmagazine di architettura e design. Fairs ci ha lasciato giovedì 30 giugno, all’età di 54 anni.

Fairs si è distinto in quel movimento che stava dando forma alla domanda di una nuova narrazione del nostro mondo durante gli anni 2000, portando il racconto del design nella sfera del digitale e nei modi del trend forecasting. Era il primo passo di svolta in un’esperienza giornalistica che lo aveva portato attraverso la redazione di Building Design e in seguito Building, fino al lancio di Icon nel 2003. Da Dezeen, dove nel 2007 lo raggiunge Rupinder Bhogal, ha espanso una piattaforma capace di stare in contatto con i temi della contemporaneità su tutti i livelli, anche i più operativi, dall’apertura del servizio Dezeen Jobs, al posizionamento internazionale espresso con i Dezeen Awards, fino al posizionamento critico sulle retoriche della sostenibilità e del green, a cui hanno risposto i fatti con la transizione del sito ad un funzionamento orientato verso il carbon free.

Col quindicesimo compleanno della piattaforma si era aperto un ciclo di manifesti per il futuro sui quali la notizia della scomparsa di Fairs cade con la violenza dell’inaspettato, ma senza far pensare che l’eredità di un progetto partito quindici anni fa possa interrompersi.