La prima casa di Pasolini a Roma è un caso aperto

Mentre in Italia si festeggia il centenario di nascita di Pier Paolo Pasolini, la sorte della sua prima casa romana resta incerta. Un caso rappresentativo del tema delle periferie tanto caro al poeta.

La prima casa romana di Pier Paolo Pasolini si trova in via Giovanni Tagliere 3, al primo piano, ed è l’appartamento in cui il poeta e regista visse dal 1951 al 1954, un trilocale di 73 mq in dialogo costante con uno spigolo del carcere di Rebibbia.

In questo periodo PPP scopre le borgate romane, quartieri simili a bidonville che il poeta paragonerà spesso a quelle del terzo mondo: luoghi di esclusione e segregazione sociale, dove la città “credi finisca, e dove invece ricomincia”. Qui Pasolini scrive il suo primo romanzo, Ragazzi di vita, e la raccolta di poesie Le ceneri di Gramsci. Questo è l’universo di Accattone, di Una vita violenta e fonte ispirazione per molti altri capolavori.

“Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco, / una casa di poveri, all’estrema periferia, vicino a un carcere. / C’era un palmo di polvere d’estate, e la palude d’inverno. / Ma era l’Italia, l’Italia nuda e formicolante, / coi suoi ragazzi, le sue donne, / i suoi ‘odori di gelsomini e minestre povere’, / i tramonti sui campi dell’Aniene, i mucchi di spazzature: / e, quanto a me, i miei sogni integri di poesia,” scriveva Pier Paolo Pasolini in Poeta delle ceneri (1966-67). Nel suo poema autobiografico bastano pochissimi versi per descrivere la sua prima casa romana, il quartiere Rebibbia, lo stato delle periferie romane e un’intera condizione esistenziale.

La casa di via Giovanni Tagliere è tornata agli onori delle cronache di recente in quanto rischia di essere sottratta alla comunità romana. “Il Comune aveva annunciato di voler aprire una Casa Internazionale della Poesia nel 2013. Purtroppo, però, come spesso avviene quando si tratta di investire in periferia, il progetto non si è concretizzato e l’immobile è rimasto in stato di totale abbandono” afferma Davide Angelilli, un attivista locale. Il 17 dicembre 2021 l’immobile è andato all’asta per la seconda volta, a un prezzo base di 122.850,00. Asta che, nuovamente, è andata deserta (la scorsa gara risale all’ottobre 2021).

Dario Pontuale, autore del libro La Roma di Pasolini, contestualizza la vicenda: “questa estate è stata venduta anche la Torre di Chia, vicino Viterbo, l’ultima casa dello scrittore. Via Giovanni Tagliere è l’ultimo baluardo della memoria pasoliniana. Non dev’essere l’idroscalo di Ostia a dirci che è passato Pasolini a Roma”. Se l’idroscalo è il ricordo del luogo in cui Pasolini fu ammazzato, le strade della Capitale sono ancora incrostate dell’affetto dei romani per il maestro, con murales, poster e citazioni delle sue opere.

Il 5 marzo 2022 ricorre il centenario dalla nascita Pasolini e in tutta Italia inizieranno una serie di manifestazioni, rassegne e mostre che celebrano la sua eredità. Queste azioni sono però effimere e destinate a terminare con la fine dell’anno.

Difendere la casa di via Giovanni Tagliere potrebbe essere il miglior atto di gratitudine nei confronti del poeta: un presidio permanente non solo per il quartiere ma per tutte le periferie d’Italia. Un luogo dedicato al pensiero critico e alla memoria trasformativa. La Casa della Poesia potrebbe rappresentare tutte quelle realtà territoriali, popolari e antifasciste, che portano avanti progetti di partecipazione sociale e rigenerazione umana dei quartieri emarginati.

L’importanza – locale e nazionale – di questa iniziativa, la illustra Davide Angelilli, che rappresenta il comitato Centro Popolare San Basilio: “È fondamentale riappropriarci dell’eredità intellettuale di Pasolini per creare un luogo di cultura e poesia in suo nome, e raccontare la storia sua tutta, non solo gli aspetti più personali. Contestualizzarla e restituirla con questo museo alla comunità, che ne è stata partecipe. L’occasione del centenario della nascita del poeta nel 2022 potrebbe essere un’ottima opportunità per avviare tale progetto sociale e culturale, e crediamo sia fondamentale la partecipazione di noi abitanti attivi nei quartieri popolari.”

Immagine di apertura:
Ritratto di un Pasolini doppio, vivo e morente, colto nell’atto dell’ultima (auto)contemplazione. Il poster, un’opera del pioniere della street art Ernest Pignon-Ernest, è stato affisso per le strade di Roma nel 2015. Foto terevinci/flickr
Video:
Estratto dal documentario "Pasolini l'enragé" di Jean-André Fieschi, 1966. Pasolini parla della sua casa di via Giovanni Tagliere e della sua vita dal 1951 al 1954

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